Monte Ubione
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Di tanto in tanto si cambiano panorami: questa volta andiamo a vedere cosa c'è al di là delle alture di Valcava che dominano la pianura brianzola con le loro invadenti antenne. Cercando qualcosa nel web riguardo la bassa Valle Imagna, trovo belle passeggiate lungo il torrente, che risulteranno ben integrabili con la facile e vicina salita al Monte Ubione, ben noto per la posizione in primo piano davanti a tutta la Pianura Padana.
Dal parcheggio, scendendo sul retro dell'esposizione di mobili, si imbocca una stradina acciottolata che a curve successive scende fino a livello del fiume in località Porto, proprio alla confluenza del torrente Imagna nel Brembo. Qui era localizzata nei secoli passati la Dogana Veneta al confine col Ducato di Milano: un ponte ad arco e alcuni resti fortificati - questi ultimi in condizioni di deplorevole abbandono - testimoniano dell'importanza del luogo. Si raggiunge la riva opposta - comune di Ubiale-Clanezzo - tramite un suggestivo ponte di corde che prende nome dalla tangibile stabilità: "Put che bala" (Ponte che balla). Di nuovo con una serie di tornanti si torna al livello stradale presso la chiesa di San Gottardo: qui si trovano le indicazioni per l'inizio del nostro sentiero, che rappresenta il punto di partenza del "Periplo della Valle Imagna"; si sale verso sinistra in direzione della Cascina Belvedì e, poco prima di raggiungerla, si imbocca un sentierino che si addentra nel bosco. Il pendio è a tratti ripido e la serpentina del sentiero conduce in breve a sbucare sulla spianata artificiale che ospita le rovine di un piccolo bacino idroelettrico a servizio della dismessa centrale ENEL di Clanezzo; dopo un lungo traverso pianeggiante si raggiunge il largo dosso sommitale del Monte Ubione in località Passo della Regina: da qui una serie di tornantini molto ravvicinati accompagna, su terreno sempre più roccioso, fino alla rimaneggiata cima del monte. Il vertice è spianato in un vasto e panoramico piazzale erboso con regolare croce in traliccio metallico, ma tutto attorno il terreno è stato adattato alla ricettività conviviale con terrazzamenti su vari piani organizzati con numerosissimi tavoli e panche e tettoie, con anche una moderna costruzione ad uso bivacco. Seguendo le indicazioni del "Periplo" si scende la ripidissima cresta nord del Monte Ubione, fra roccette e radici affioranti per un lungo tratto fino al valico della Passata. [E' possibile evitare il tratto "tecnico" con un altro sentiero che effettua un giro più lungo e comodo]. La bocchetta non è particolarmente panoramica, per cui saliamo per un breve tratto fino all'apertura di un vicino appostamento per l'uccellagione : belle vedute in direzione del Canto Alto. Dalla Passata si inizia la discesa al fondo della Valle Imagna imboccando il sentierino che si apre verso ovest: il percorso appare come una sequenza di lunghi traversi intagliati nel terreno ghiaioso di un'alta fustaia di faggi; oltrepassato un dosso erboso con altri roccoli, si torna a scendere percorrendo una boscaglia più caotica, fino a raggiungere il sedime della Pista Ciclopedonale Valdimagnina. Per la realizzazione di questo recente percorso è stato sfruttato - opportunamente modificato nelle coperture - il tracciato di un canale di derivazione a scopo industriale delle acque del torrente Imagna. Allunghiamo un poco l'escursione effettuando "L'Anello del Poscadì": si segue la ciclabile verso monte fino alla diramazione verso destra di un bel sentiero che, in continuo saliscendi, affiancata una falesia attrezzata, raggiunge il livello del torrente presso la contrada Cabignone. Attraversato un ponte carrozzabile, si sale su asfalto fin quasi all'altezza della provinciale presso Mezzasco, dove si trova l'inizio della ciclopedonale: il tracciato scorre comodissimo nel bosco fino a raggiungere un nuovo attraversamento della valle, in corrispondenza del manufatto più rimarchevole dell'intero percorso; si parla del Ponte-canale del Chitò, un alto acquedotto di pietra a sei campate, costruito nel 1897 nell'ambito dell'industrializzazione di queste valli. Camminando su griglie metalliche, lo si attraversa e si prosegue lungo la pista che asseconda il profilo del versante, talora scavata a cengia artificiale nella parete rocciosa: in pochi chilometri si torna a confluire nella strada per la cascina Belvedì, da cui si ripercorre il percorso di andata.
https://www.relive.cc/view/g28498285357
P.S. Per chi fosse interessato, nel vicino comune di Almenno San Bartolomeo si può visitare la splendida chiesa di San Tomè, di insolita forma a base rotonda, risalente al XII secolo.
http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/BG020-00689/
Dal parcheggio, scendendo sul retro dell'esposizione di mobili, si imbocca una stradina acciottolata che a curve successive scende fino a livello del fiume in località Porto, proprio alla confluenza del torrente Imagna nel Brembo. Qui era localizzata nei secoli passati la Dogana Veneta al confine col Ducato di Milano: un ponte ad arco e alcuni resti fortificati - questi ultimi in condizioni di deplorevole abbandono - testimoniano dell'importanza del luogo. Si raggiunge la riva opposta - comune di Ubiale-Clanezzo - tramite un suggestivo ponte di corde che prende nome dalla tangibile stabilità: "Put che bala" (Ponte che balla). Di nuovo con una serie di tornanti si torna al livello stradale presso la chiesa di San Gottardo: qui si trovano le indicazioni per l'inizio del nostro sentiero, che rappresenta il punto di partenza del "Periplo della Valle Imagna"; si sale verso sinistra in direzione della Cascina Belvedì e, poco prima di raggiungerla, si imbocca un sentierino che si addentra nel bosco. Il pendio è a tratti ripido e la serpentina del sentiero conduce in breve a sbucare sulla spianata artificiale che ospita le rovine di un piccolo bacino idroelettrico a servizio della dismessa centrale ENEL di Clanezzo; dopo un lungo traverso pianeggiante si raggiunge il largo dosso sommitale del Monte Ubione in località Passo della Regina: da qui una serie di tornantini molto ravvicinati accompagna, su terreno sempre più roccioso, fino alla rimaneggiata cima del monte. Il vertice è spianato in un vasto e panoramico piazzale erboso con regolare croce in traliccio metallico, ma tutto attorno il terreno è stato adattato alla ricettività conviviale con terrazzamenti su vari piani organizzati con numerosissimi tavoli e panche e tettoie, con anche una moderna costruzione ad uso bivacco. Seguendo le indicazioni del "Periplo" si scende la ripidissima cresta nord del Monte Ubione, fra roccette e radici affioranti per un lungo tratto fino al valico della Passata. [E' possibile evitare il tratto "tecnico" con un altro sentiero che effettua un giro più lungo e comodo]. La bocchetta non è particolarmente panoramica, per cui saliamo per un breve tratto fino all'apertura di un vicino appostamento per l'uccellagione : belle vedute in direzione del Canto Alto. Dalla Passata si inizia la discesa al fondo della Valle Imagna imboccando il sentierino che si apre verso ovest: il percorso appare come una sequenza di lunghi traversi intagliati nel terreno ghiaioso di un'alta fustaia di faggi; oltrepassato un dosso erboso con altri roccoli, si torna a scendere percorrendo una boscaglia più caotica, fino a raggiungere il sedime della Pista Ciclopedonale Valdimagnina. Per la realizzazione di questo recente percorso è stato sfruttato - opportunamente modificato nelle coperture - il tracciato di un canale di derivazione a scopo industriale delle acque del torrente Imagna. Allunghiamo un poco l'escursione effettuando "L'Anello del Poscadì": si segue la ciclabile verso monte fino alla diramazione verso destra di un bel sentiero che, in continuo saliscendi, affiancata una falesia attrezzata, raggiunge il livello del torrente presso la contrada Cabignone. Attraversato un ponte carrozzabile, si sale su asfalto fin quasi all'altezza della provinciale presso Mezzasco, dove si trova l'inizio della ciclopedonale: il tracciato scorre comodissimo nel bosco fino a raggiungere un nuovo attraversamento della valle, in corrispondenza del manufatto più rimarchevole dell'intero percorso; si parla del Ponte-canale del Chitò, un alto acquedotto di pietra a sei campate, costruito nel 1897 nell'ambito dell'industrializzazione di queste valli. Camminando su griglie metalliche, lo si attraversa e si prosegue lungo la pista che asseconda il profilo del versante, talora scavata a cengia artificiale nella parete rocciosa: in pochi chilometri si torna a confluire nella strada per la cascina Belvedì, da cui si ripercorre il percorso di andata.
https://www.relive.cc/view/g28498285357
P.S. Per chi fosse interessato, nel vicino comune di Almenno San Bartolomeo si può visitare la splendida chiesa di San Tomè, di insolita forma a base rotonda, risalente al XII secolo.
http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/BG020-00689/
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