Pizzo Badile brembano (2050m)
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Pizzo Badile "brembano", per differenziarlo dal ben più famoso ed illustre Badile della Valle Bondasca e dal suo omonimo camuno: deve il suo nome alla bella forma a pala della parete sud che cade verticale e rocciosa su un grande ghiaione ai suoi piedi.
Noi si è fatto un anello partendo da Piazzatorre, attraverso abetaie, dorsali erbose ora in parte innevate e qualche passaggino in cresta, ma lungo il più agevole e facile lato ovest, dal Passo di Monte Colle.
Arrivati a Piazzatorre, lasciamo l'auto in zona palazzetto del ghiaccio. , nel ramo della Val Brembana che porta verso il Passo di San Marco, poco dopo l'ufficio. Qui ci incamminiamo sul versante dx della valle, lungo in sentiero 121. Seguiamo a piedi la strada asfaltata per un paio di centinaia di metri. Dopo gli ultimi edifici (c'è anche un bar), si prende l'evidente strada cementata che sale ripida e dritta in una bella abetaia (fontana sulla sinistra). La salita è monotona e ripida, con alcuni tornanti che addolciscono la pendenza. Al termine del cemento, la pendenza diminuisce improvvisamente e ci troviamo a camminare in piano in un bel ambiente rilassante fatto da abeti e altre conifere, sempre su ampia strada sterrata. Usciti dal bosco, in breve arriviamo alla Casera di Torcola Vaga e poi al rifugio Gremei (ancora chiuso). Durante quest'ultimo tratto, i panorami si aprono sul Monte Secco e sul più vicino Pizzo Badile. Arrivati al rifugio, seguiamo il tracciato delle piste da sci che con discreta pendenza ci portano fino alla dorsale delle Torcole. Da qui, pieghiamo a sinistra e, sempre per piste da sci, arriviamo alla stazione di arrivo della seggiovia. Rimaniamo lungo la dorsale erbosa che divide la vallata di Piazzatorre da quella di Valleve. Superiamo un paio di baite con alcuni saliscendi. Oltrepassato un abbeveratoio ed una baita, ci portiamo a quella successiva sul cui muro è dipinto un bollo del sentiero 119. Passando dietro alla baita, con sentiero poco evidente si procede la salita per prati fino al Forcolino di Torcola Vaga, dove si trova un capanno. Il sentiero ora scende lungo il versante opposto a quello di salita, fino alla Casera di Monte Colle, da dove imbocchiamo il sentiero 118 per arrivare al Passo di Monte Colle, una bella sella ora innevata tra il Badile ed il Secco; da qui saliamo, lungo il lato N innevato, fino alla cimetta panoramicissima del Badile Brembano.
Riscendiamo lungo la cresta fatta in andata, facendo un minimo di attenzione durante i primissimi metri poiché sono molto prossimi alla parete verticale sottostante e torniamo al Passo di Monte Colle/Crove, da dove si scende verso destra in direzione della vicina Baita di Monte Secco su terreno innevato, con rari abeti e larici sparsi. Da qui si prosegue lungo il sentiero 118 che, dopo aver superato un capanno da caccia, rientra nel bosco e, comodamente ci fa perdere quota. Arrivati ad un breve tratto in mezzacosta pianeggiante, vediamo alla nostra sinistra un masso su cui è riportata la direzione per Piazzatorre. Si continua la discesa che ora diviene piuttosto ripida e costante, sempre all'interno di una bella abetaia. Ad un certo punto, sempre restando nel bosco ed ignorando un paio di deviazioni verso destra, si scorge sulla destra un ampio canalone nel quale sono state fatte grandi opere di regimazione delle acque. Si continua a scendere lungo il sentiero nel bosco, fino ad uscirne, e trovandosi su terreno pietroso parallelo al suddetto canalone. Al termine del sentiero si piega a sx e dopo pochi metri si arriva sull'asfalto di una stradina posta dietro una serie di condomini, proseguendo poi fino all'auto.
"Il cervello è ateo, se segui il cervello sei ateo... guarda me sono un sacerdote e se seguo il cervello sono ateo. Per incontrare Dio si devono seguire 4 parole: silenzio, lavoro manuale, arte e saper perdere. Amare significa saper perdere, se vuoi vincere non saprai amare".
(Padre Ugo de Censi)
.......La frase centra poco ma è in ricordo di Padre Ugo appunto, il sacerdote salesiano dei "campesinos" andini, mancato in questi giorni...... Bello e toccante conoscerlo là, in Perù, anche se non personalmente ma tramite le sue lettere, le sue parole, e soprattutto la sua gente e i risultati del suo operare. Un grande. E soprattutto un grande esempio
Noi si è fatto un anello partendo da Piazzatorre, attraverso abetaie, dorsali erbose ora in parte innevate e qualche passaggino in cresta, ma lungo il più agevole e facile lato ovest, dal Passo di Monte Colle.
Arrivati a Piazzatorre, lasciamo l'auto in zona palazzetto del ghiaccio. , nel ramo della Val Brembana che porta verso il Passo di San Marco, poco dopo l'ufficio. Qui ci incamminiamo sul versante dx della valle, lungo in sentiero 121. Seguiamo a piedi la strada asfaltata per un paio di centinaia di metri. Dopo gli ultimi edifici (c'è anche un bar), si prende l'evidente strada cementata che sale ripida e dritta in una bella abetaia (fontana sulla sinistra). La salita è monotona e ripida, con alcuni tornanti che addolciscono la pendenza. Al termine del cemento, la pendenza diminuisce improvvisamente e ci troviamo a camminare in piano in un bel ambiente rilassante fatto da abeti e altre conifere, sempre su ampia strada sterrata. Usciti dal bosco, in breve arriviamo alla Casera di Torcola Vaga e poi al rifugio Gremei (ancora chiuso). Durante quest'ultimo tratto, i panorami si aprono sul Monte Secco e sul più vicino Pizzo Badile. Arrivati al rifugio, seguiamo il tracciato delle piste da sci che con discreta pendenza ci portano fino alla dorsale delle Torcole. Da qui, pieghiamo a sinistra e, sempre per piste da sci, arriviamo alla stazione di arrivo della seggiovia. Rimaniamo lungo la dorsale erbosa che divide la vallata di Piazzatorre da quella di Valleve. Superiamo un paio di baite con alcuni saliscendi. Oltrepassato un abbeveratoio ed una baita, ci portiamo a quella successiva sul cui muro è dipinto un bollo del sentiero 119. Passando dietro alla baita, con sentiero poco evidente si procede la salita per prati fino al Forcolino di Torcola Vaga, dove si trova un capanno. Il sentiero ora scende lungo il versante opposto a quello di salita, fino alla Casera di Monte Colle, da dove imbocchiamo il sentiero 118 per arrivare al Passo di Monte Colle, una bella sella ora innevata tra il Badile ed il Secco; da qui saliamo, lungo il lato N innevato, fino alla cimetta panoramicissima del Badile Brembano.
Riscendiamo lungo la cresta fatta in andata, facendo un minimo di attenzione durante i primissimi metri poiché sono molto prossimi alla parete verticale sottostante e torniamo al Passo di Monte Colle/Crove, da dove si scende verso destra in direzione della vicina Baita di Monte Secco su terreno innevato, con rari abeti e larici sparsi. Da qui si prosegue lungo il sentiero 118 che, dopo aver superato un capanno da caccia, rientra nel bosco e, comodamente ci fa perdere quota. Arrivati ad un breve tratto in mezzacosta pianeggiante, vediamo alla nostra sinistra un masso su cui è riportata la direzione per Piazzatorre. Si continua la discesa che ora diviene piuttosto ripida e costante, sempre all'interno di una bella abetaia. Ad un certo punto, sempre restando nel bosco ed ignorando un paio di deviazioni verso destra, si scorge sulla destra un ampio canalone nel quale sono state fatte grandi opere di regimazione delle acque. Si continua a scendere lungo il sentiero nel bosco, fino ad uscirne, e trovandosi su terreno pietroso parallelo al suddetto canalone. Al termine del sentiero si piega a sx e dopo pochi metri si arriva sull'asfalto di una stradina posta dietro una serie di condomini, proseguendo poi fino all'auto.
"Il cervello è ateo, se segui il cervello sei ateo... guarda me sono un sacerdote e se seguo il cervello sono ateo. Per incontrare Dio si devono seguire 4 parole: silenzio, lavoro manuale, arte e saper perdere. Amare significa saper perdere, se vuoi vincere non saprai amare".
(Padre Ugo de Censi)
.......La frase centra poco ma è in ricordo di Padre Ugo appunto, il sacerdote salesiano dei "campesinos" andini, mancato in questi giorni...... Bello e toccante conoscerlo là, in Perù, anche se non personalmente ma tramite le sue lettere, le sue parole, e soprattutto la sua gente e i risultati del suo operare. Un grande. E soprattutto un grande esempio
Tourengänger:
Chiara

Communities: Hikr in italiano
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