Corno Baitone (3330 m)
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Gita spettacolare svolta dall’alba al tramonto in completa solitudine con la sola presenza discreta e sempre gradita della fauna selvatica. Mi sorprende molto che il Corno Baitone sia una cima così poco relazionata in rete, dopotutto la salita è segnalata con bolli e segni rossi fino in vetta e la presenza di due rifugi (oggi entrambi chiusi vista la tarda stagione) fornisce dei comodi punti di appoggio per spezzare eventualmente la salita in due giorni. Le difficoltà si concentrano nella parte finale alpinistica, non banale e che richiede prudenza (corda e imbrago possono risultare utili, sconsigliata in caso di ghiaccio). Sopra i Laghi Gelati occorre inoltre seguire con attenzione i bolli segnavia in quanto il percorso non è sempre intuitivo e può presentare serie difficoltà di orientamento in caso di nebbia.
Dal Ponte del Guat proseguo brevemente fino alla Malga Premassone, imboccando sulla sinistra una mulattiera che porta al Rifugio Tonolini. Con diversi tornanti guadagno quota sino ad uscire dal bosco e raggiungere il Lago Baitone, che contorno sul lato occidentale per comodo sentiero. Riprendo poi a salire fino ad arrivare al Rifugio Tonolini, posto in prossimità del Lago Rotondo. Poco prima del rifugio parte il segnavia n°50 che porta in vetta. Seguo le tracce di sentiero fino a superare il Lago Lungo, poco sopra il lago si stacca il sentiero n°49 che conduce al Corno delle Granate, lo ignoro salendo verso i Laghi Gelati. Man mano che proseguo le tracce di sentiero scompaiono e devo seguire con attenzione i segnavia (bianchi e rossi) tra massi e grossi blocchi. Arrivato all'altezza del primo dei Laghi Gelati, non lo raggiungo ma volgo dapprima in direzione W e poi in direzione NW, per oltrepassare delle balze rocciose. Proseguendo, i segnavia portano in direzione E con un percorso a saliscendi piuttosto faticoso fino a superare un costone e ad entrare nel catino posto a meridione della vetta del Baitone. Contorno il catino con percorso in leggera salita in direzione E e raggiungo le rocce che sostengono la cima; un grosso numero 50 è verniciato su una placca e da qui iniziano le difficoltà alpinistiche della salita. Proseguo tra rocce non sempre solide e tracce di sentiero fino alla base di un canalino di circa 20 m che risalgo sulla destra con passaggi di II° grado (è presente un punto di ancoraggio allo sbocco per eventuale doppia). Oltre procedo sempre con attenzione e tra ripide rocce e qualche nevaio residuo raggiungo la cima.
La giornata, come spesso capita nei mesi autunnali, è spettacolare per meteo e temperatura e la spolverata di neve presente in alto dona all’ambiente, già di per sé magnifico, un tocco in più. Dalla cima posso godere di un panorama grandioso, oltre al vicino Adamello con la scura e minacciosa parete NW e lo scivolo ghiacciato che lo separa dal Corno Miller, appaiono l’Ortles, il Gran Zebrù, le Orobie e i ghiacciai del Bernina e del Disgrazia.
Sfortunatamente sosto brevemente in vetta dato che la discesa si prospetta altrettanto lunga; una volta raggiunto il Tonolini decido di proseguire sul sentiero che percorre il lato opposto del lago (quello orientale) fino al Rifugio Baitone. Da qui attraverso la diga e ritorno sul percorso fatto al mattino scendendo poi a valle.

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