Val Parina
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La Val Parina: una suggestiva e bella vallata, caratterizzata da dolci e pratosi pendii nella parte medio-alta e da pareti più impervie e verticali, con torrioni e guglie, nel tratto sommitale. Ma è soprattutto la parte inferiore della valle quella affascinante: qui
Oltre a queste caratteristiche naturali, la Val Parina custodisce altre due preziose risorse, un tempo molto importanti per l'economia valliva: i minerali ed i boschi. Sono molto noti i livelli mineralizzati a zinco e piombo presenti nelle viscere del Monte Menna e del Pizzo Arera, i quali, nei secoli scorsi, hanno conferito al distretto minerario di Oltre il Colle una rilevante importanza economica, ponendo tra l'altro le basi per l'insediamento dell'uomo in valle.
Sicuramente meno conosciuta è la fase di sfruttamento intensivo dei boschi, che per circa mezzo secolo ha costituito una importante realtà locale. Sul finire della prima guerra mondiale, la grande richiesta di legna da ardere, connessa anche all'attività estrattiva e al fabbisogno di combustibile per i forni, aveva infatti determinato un radicale impoverimento dei boschi della Valle Brembana. Rimanevano da sfruttare solo le aree più difficili e poco accessibili e, tra queste, la grande foresta di faggio e carpino della Val Parina. Il problema consisteva nel trasportare la legna dalle pendici meridionali dei monti Campo, Valbona e Ortighera fino alla strada pianeggiante di fondovalle della Val Parina. Con grande coraggio venne pensata, progettata e realizzata con enormi sacrifici, la strada della Val Parina, un'opera grandiosa per la scelta del percorso e per le soluzioni tecniche adottate. Il tratto iniziale, dalla confluenza con il Brembo, si sviluppa per circa tre chilometri, scavati a mano con grande perizia e dotati di gallerie, ponti e muri di sostegno necessari per mantenere costante la pendenza e garantire una discesa sicura e agevole dei vagoncini lungo i binari.
Al termine del tratto pianeggiante, la strada diviene mulattiera, si porta al di sopra degli orridi e prosegue agevole sino all'abitato di Zorzone. Dai vari lotti sottoposti al taglio, i carichi di legna scendevano al capolinea mediante funi a sbalzo ed erano caricati sulle piattine” che correvano lungo i binari fino alla confluenza con il Brembo. Qui la legna veniva nuovamente sospesa alla fune per scavalcare il fiume e, giunta finalmente sulla strada del fondovalle, caricata sui carri trainati da cavalli alla volta di Milano e dei porti fluviali della pianura padana.
Il giro che abbiamo fatto è un po' un classico: da Scalvino, frazione di Lenna, sulla Provinciale della val Brembana al Km 35 (auto nel piazzale parcheggio agriturismo Ferdy) abbiamo percorso parte del sentiero di fondovalle indicato con il segnavia CAI 259 che costeggia il torrente e che corre sull'antica strada ferrata posta sul fianco ovest del Monte Ortighera. Il sentiero della Val Parina va in direzione sud ed è posto più alto rispetto al fiume di 30 - 50 mt, dove però si possono scorgere le affascinanti forme erosive che il lavoro dell'acqua ha prodotto, creando nicchie e anfratti stupendi. Presenza di qualche punto un po' esposto e strapiombante che richiede un po' di attenzione, soprattutto se con terreno umido.
Per fare l'anello, ad un certo punto abbiamo lasciato il sentiero CAI 259 e siamo risaliti a Passo dell'Ortighera tramite l'antica via delle mandrie di Dossena. E infine siamo ridiscesi su Lenna.
Credo che se non avessi conosciuto Fabrizio, bergamasco autoctono doc, forse non avrei mai saputo dell'esistenza di questa valle. Ma Fabi l'adora. E circa ogni anno, generalmente nel periodo autunnale (ovvero in coincidenza del compleanno di Gianna) ci si organizza una "rimpatriata"...... Una di quelle dagli zaini piacevolmente pesanti, ma soprattutto dai tanti sorrisi e allegria.
Auguri Gianna!!!!!
"E coloro che furono visti danzare vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica" (Friedrich Nietzsche)
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il torrente Parina ha scolpito il durissimo calcare di Esino modellando un paesaggio aspro, dirupato, con profondi e paurosi orridi ricchi di particolari forme di erosione.Oltre a queste caratteristiche naturali, la Val Parina custodisce altre due preziose risorse, un tempo molto importanti per l'economia valliva: i minerali ed i boschi. Sono molto noti i livelli mineralizzati a zinco e piombo presenti nelle viscere del Monte Menna e del Pizzo Arera, i quali, nei secoli scorsi, hanno conferito al distretto minerario di Oltre il Colle una rilevante importanza economica, ponendo tra l'altro le basi per l'insediamento dell'uomo in valle.
Sicuramente meno conosciuta è la fase di sfruttamento intensivo dei boschi, che per circa mezzo secolo ha costituito una importante realtà locale. Sul finire della prima guerra mondiale, la grande richiesta di legna da ardere, connessa anche all'attività estrattiva e al fabbisogno di combustibile per i forni, aveva infatti determinato un radicale impoverimento dei boschi della Valle Brembana. Rimanevano da sfruttare solo le aree più difficili e poco accessibili e, tra queste, la grande foresta di faggio e carpino della Val Parina. Il problema consisteva nel trasportare la legna dalle pendici meridionali dei monti Campo, Valbona e Ortighera fino alla strada pianeggiante di fondovalle della Val Parina. Con grande coraggio venne pensata, progettata e realizzata con enormi sacrifici, la strada della Val Parina, un'opera grandiosa per la scelta del percorso e per le soluzioni tecniche adottate. Il tratto iniziale, dalla confluenza con il Brembo, si sviluppa per circa tre chilometri, scavati a mano con grande perizia e dotati di gallerie, ponti e muri di sostegno necessari per mantenere costante la pendenza e garantire una discesa sicura e agevole dei vagoncini lungo i binari.
Al termine del tratto pianeggiante, la strada diviene mulattiera, si porta al di sopra degli orridi e prosegue agevole sino all'abitato di Zorzone. Dai vari lotti sottoposti al taglio, i carichi di legna scendevano al capolinea mediante funi a sbalzo ed erano caricati sulle piattine” che correvano lungo i binari fino alla confluenza con il Brembo. Qui la legna veniva nuovamente sospesa alla fune per scavalcare il fiume e, giunta finalmente sulla strada del fondovalle, caricata sui carri trainati da cavalli alla volta di Milano e dei porti fluviali della pianura padana.
Il giro che abbiamo fatto è un po' un classico: da Scalvino, frazione di Lenna, sulla Provinciale della val Brembana al Km 35 (auto nel piazzale parcheggio agriturismo Ferdy) abbiamo percorso parte del sentiero di fondovalle indicato con il segnavia CAI 259 che costeggia il torrente e che corre sull'antica strada ferrata posta sul fianco ovest del Monte Ortighera. Il sentiero della Val Parina va in direzione sud ed è posto più alto rispetto al fiume di 30 - 50 mt, dove però si possono scorgere le affascinanti forme erosive che il lavoro dell'acqua ha prodotto, creando nicchie e anfratti stupendi. Presenza di qualche punto un po' esposto e strapiombante che richiede un po' di attenzione, soprattutto se con terreno umido.
Per fare l'anello, ad un certo punto abbiamo lasciato il sentiero CAI 259 e siamo risaliti a Passo dell'Ortighera tramite l'antica via delle mandrie di Dossena. E infine siamo ridiscesi su Lenna.
Credo che se non avessi conosciuto Fabrizio, bergamasco autoctono doc, forse non avrei mai saputo dell'esistenza di questa valle. Ma Fabi l'adora. E circa ogni anno, generalmente nel periodo autunnale (ovvero in coincidenza del compleanno di Gianna) ci si organizza una "rimpatriata"...... Una di quelle dagli zaini piacevolmente pesanti, ma soprattutto dai tanti sorrisi e allegria.
Auguri Gianna!!!!!
"E coloro che furono visti danzare vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica" (Friedrich Nietzsche)
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