Orobie. Pizzo di Petto: nel regno dei Camosci.
M. Secco? M. Cimone? Vada per il Pizzo di Petto!
La Meteo prevede una giornata variabile, in vista di giornate a venire ben peggiori, cerco una salita che sia compatibile con la giornata, che prevede pure pioggia verso sera; la salita al Secco prevede una cresta con qualche passaggio esposto, salire al Cimone non mi permetterebbe di scendere verso la Val Cerviera, mentre il Pizzo di Petto sembra il più abbordabile per questo clima autunnale. In tutti e tre i casi le cime sono a me sconosciute se non per nomea.
Partiamo da Tezzi dopo un viaggio di 2h per il gran traffico trovato sino a metà Val Seriana, e come da palina seguiamo la sterrata che per i primi metri strappa un pochino ma che poi si addolcisce, prima di entrare nel bosco della bella Val Sedornia butto un occhio verso un bosco appena tagliato, ci sono diversi ceppi, e tanti funghi chiodini... la mia "deformazione professionale" mi ha portato ad un ottima intuizione. Non mi fermo a raccoglierli, sarebbe deleterio per i funghi stessi, e poi ho altro per la testa adesso.
Continuiamo il cammino sino agli Spiazzi dell'Acqua, dove incontriamo un "fungiatt" alla ricerca proprio dei chiodini, è già di ritorno all'auto e nel cestino non ha che quattro funghi, parliamo un attimo, lo lascio lamentarsi del poco bottino ma rimango perplesso: come ha fatto a non vedere il mare di funghi lungo la sterrata??? Mistero! Lo saluto rimanendo "schiscio" su ciò che ho visto, sono un vero fungaiolo, non Padre Pio, ma già penso che in discesa non potrà non vedere ciò che non ha visto all'andata. Speriamo mi lasci qualcosa, penso.
La strada sterrata la lasciamo in prossimità della deviazione per il Lago Spigorel, e da qua cominciamo a salire a zig zag con discreta pendenza sempre nel bosco. Dopo esserci fermati per la sosta banana alla Baita di Vigna Vaga di Mezzo riprendiamo il cammino, un cammino che ci porterà presto fuori dal bosco per entrare in una conchetta spoglia dove ci aspetta il Lago di Spigorel, ci avviciniamo a spron battuto, con già la macchina fotofrafica pronta per lo scatto del laghetto che di solito è color turchese... ma dov'è? Qua vediamo solo una buca umida! La tristezza annienta la speranza di vedere il laghetto, un laghetto presciugato. Il pensiero va al clima che abbiamo quasi irrimediabilmente compromesso.
Ci guardiamo attorno, il paesaggio è comunque bello e ci rinfranca un po lo spirito, tra l'altro proprio non molto lontano da noi vediamo un paio di grossi Camosci. I primi tra i tanti.
Saliamo la balza erbosa sino a trovare una piccola palina, qua giriamo a destra per prendere il sentiero 401 che percorriamo sino alla base di una conca di origine glaciale, qua su fondo sconnesso la risaliamo sino ad imbatterci in un corto canalino attrezzato che sbuca sul Passo di Petto. Il tratto attrezzato sarà lunga poco più di una decina di metri.
Dal Passo si prende verso N, e con salita a libera interpretazione giungiamo su una stretta cima esposta su due lati. Meno di 4h senza correre.
Le nuvole per fortuna sono alte, ma incombenti, nere e poco rassicuranti, il clima è fresco ma non freddo, siamo intorno ai 4°, scattiamo velocemente qualche foto, poi, visto il venticello poco gradevole ritorniamo al Passo per prendere l'evidente sentiero che porta al Passo di Fontana Mora.
Il sentiero viaggia in traverso, su terreno un po sconnesso e a volte leggermente esposto, davanti a noi la Presolana domina l'orizzonte, sotto, verso la Val Conchetta, 30 0 40 Camosci hanno il pieno possesso del territorio. Si fanno fotografare, ma sempre restando attenti come è nella loro indole, poi il gruppone si sposta verso la pietraia che si estende sotto le cime che portano verso le Corna Gemelle. Mentre noi con un breve strappo saliamo al Passo di Fontana Mora.
Al Passo il vento è ancora piuttosto teso, Olmo non sembra intenzionato a fermarsi, è ora di pranzo e la Vigna Vaga è a 20 minuti di cammino.
Per oggi rinuncio alla divagazione, in testa ora ho la visione dei funghi...
Scendiamo lungo la flebile traccia che conduce al Passo degli Omini, dopo dieci minuti troviamo un posticino dove riparati dal vento mangiamo il nostro panino.
Ripreso il cammino seguiamo la traccia che a volte si perde, la bollatura è vecchia e gli ometti si contano sulle dita di una mano, con la foschia qua il rischio di andare ad cazzum è alto, ma per fortuna oggi le nuvole sono alte e noi camminando a vista raggiungiamo il Passo di Val Sedornia dove le tracce ora diventano tre. Come letto in internet (ma anche per logica) puntiamo sulla sottostante Baita Zuccotto.
Il sentiero scende ripido e con serpentine, arriviamo alla bella e semplice Baita Zuccotto, e sempre su stretta traccia la oltrepassiamo entrando in un selvaggio bosco, passato il quale, davanti a noi si palesa la Baita Bassa di Fontana Mora. Dalla Baita si scennde su sterrata sino al Bivio per lo Spigorel e da qua poi scende sino alla macchina. Ma prima... funghi!!! Il tipo incontrato all'andata non li ha visti manco al ritorno. La quantità di funghi sparsi tra i ceppi avrebbe soddisfatto ampiamente almeno dieci "fungiatt" incalliti.
Io mi sono limitato a raccoglierne 3 Kg.
E tante Grazie a Madre Natura.
Nota 1): Gran bel giro nell'Alta Val Seriana, in zone molto selvagge dove si può allungare a piacere la propria destinazione. A parte il canalino e la salita al Pizzo non ci sono problemi, se non la discesa verso il Passo di Val Sedornia, con la scarsa visuale ci sarebbero problemi di orientamento. Peccato che il Lago di Spigorel fosse ridotto ad una buca di stampo detritico.
Nota 2): Cazzeggi vari...
Spinopungente: Salvini sul condono: "Conte leggeva e Di Maio scriveva". Poi alla fine Toninelli colorava.
Lercissimo: Adisconsum:"Primi piani di Barbara d'Urso dimezzano la vita dei televisori a led".
Tempi bui; Scontro Corona-Ilary Blasi. Interviene pure Flavia Vento. Adesso aspettiamo anche un illuminante soliloquio di Rocco Casalino. Mala tempora currunt...
A' la prochaine! Menek, Nadia e Olmo
La Meteo prevede una giornata variabile, in vista di giornate a venire ben peggiori, cerco una salita che sia compatibile con la giornata, che prevede pure pioggia verso sera; la salita al Secco prevede una cresta con qualche passaggio esposto, salire al Cimone non mi permetterebbe di scendere verso la Val Cerviera, mentre il Pizzo di Petto sembra il più abbordabile per questo clima autunnale. In tutti e tre i casi le cime sono a me sconosciute se non per nomea.
Partiamo da Tezzi dopo un viaggio di 2h per il gran traffico trovato sino a metà Val Seriana, e come da palina seguiamo la sterrata che per i primi metri strappa un pochino ma che poi si addolcisce, prima di entrare nel bosco della bella Val Sedornia butto un occhio verso un bosco appena tagliato, ci sono diversi ceppi, e tanti funghi chiodini... la mia "deformazione professionale" mi ha portato ad un ottima intuizione. Non mi fermo a raccoglierli, sarebbe deleterio per i funghi stessi, e poi ho altro per la testa adesso.
Continuiamo il cammino sino agli Spiazzi dell'Acqua, dove incontriamo un "fungiatt" alla ricerca proprio dei chiodini, è già di ritorno all'auto e nel cestino non ha che quattro funghi, parliamo un attimo, lo lascio lamentarsi del poco bottino ma rimango perplesso: come ha fatto a non vedere il mare di funghi lungo la sterrata??? Mistero! Lo saluto rimanendo "schiscio" su ciò che ho visto, sono un vero fungaiolo, non Padre Pio, ma già penso che in discesa non potrà non vedere ciò che non ha visto all'andata. Speriamo mi lasci qualcosa, penso.
La strada sterrata la lasciamo in prossimità della deviazione per il Lago Spigorel, e da qua cominciamo a salire a zig zag con discreta pendenza sempre nel bosco. Dopo esserci fermati per la sosta banana alla Baita di Vigna Vaga di Mezzo riprendiamo il cammino, un cammino che ci porterà presto fuori dal bosco per entrare in una conchetta spoglia dove ci aspetta il Lago di Spigorel, ci avviciniamo a spron battuto, con già la macchina fotofrafica pronta per lo scatto del laghetto che di solito è color turchese... ma dov'è? Qua vediamo solo una buca umida! La tristezza annienta la speranza di vedere il laghetto, un laghetto presciugato. Il pensiero va al clima che abbiamo quasi irrimediabilmente compromesso.
Ci guardiamo attorno, il paesaggio è comunque bello e ci rinfranca un po lo spirito, tra l'altro proprio non molto lontano da noi vediamo un paio di grossi Camosci. I primi tra i tanti.
Saliamo la balza erbosa sino a trovare una piccola palina, qua giriamo a destra per prendere il sentiero 401 che percorriamo sino alla base di una conca di origine glaciale, qua su fondo sconnesso la risaliamo sino ad imbatterci in un corto canalino attrezzato che sbuca sul Passo di Petto. Il tratto attrezzato sarà lunga poco più di una decina di metri.
Dal Passo si prende verso N, e con salita a libera interpretazione giungiamo su una stretta cima esposta su due lati. Meno di 4h senza correre.
Le nuvole per fortuna sono alte, ma incombenti, nere e poco rassicuranti, il clima è fresco ma non freddo, siamo intorno ai 4°, scattiamo velocemente qualche foto, poi, visto il venticello poco gradevole ritorniamo al Passo per prendere l'evidente sentiero che porta al Passo di Fontana Mora.
Il sentiero viaggia in traverso, su terreno un po sconnesso e a volte leggermente esposto, davanti a noi la Presolana domina l'orizzonte, sotto, verso la Val Conchetta, 30 0 40 Camosci hanno il pieno possesso del territorio. Si fanno fotografare, ma sempre restando attenti come è nella loro indole, poi il gruppone si sposta verso la pietraia che si estende sotto le cime che portano verso le Corna Gemelle. Mentre noi con un breve strappo saliamo al Passo di Fontana Mora.
Al Passo il vento è ancora piuttosto teso, Olmo non sembra intenzionato a fermarsi, è ora di pranzo e la Vigna Vaga è a 20 minuti di cammino.
Per oggi rinuncio alla divagazione, in testa ora ho la visione dei funghi...
Scendiamo lungo la flebile traccia che conduce al Passo degli Omini, dopo dieci minuti troviamo un posticino dove riparati dal vento mangiamo il nostro panino.
Ripreso il cammino seguiamo la traccia che a volte si perde, la bollatura è vecchia e gli ometti si contano sulle dita di una mano, con la foschia qua il rischio di andare ad cazzum è alto, ma per fortuna oggi le nuvole sono alte e noi camminando a vista raggiungiamo il Passo di Val Sedornia dove le tracce ora diventano tre. Come letto in internet (ma anche per logica) puntiamo sulla sottostante Baita Zuccotto.
Il sentiero scende ripido e con serpentine, arriviamo alla bella e semplice Baita Zuccotto, e sempre su stretta traccia la oltrepassiamo entrando in un selvaggio bosco, passato il quale, davanti a noi si palesa la Baita Bassa di Fontana Mora. Dalla Baita si scennde su sterrata sino al Bivio per lo Spigorel e da qua poi scende sino alla macchina. Ma prima... funghi!!! Il tipo incontrato all'andata non li ha visti manco al ritorno. La quantità di funghi sparsi tra i ceppi avrebbe soddisfatto ampiamente almeno dieci "fungiatt" incalliti.
Io mi sono limitato a raccoglierne 3 Kg.
E tante Grazie a Madre Natura.
Nota 1): Gran bel giro nell'Alta Val Seriana, in zone molto selvagge dove si può allungare a piacere la propria destinazione. A parte il canalino e la salita al Pizzo non ci sono problemi, se non la discesa verso il Passo di Val Sedornia, con la scarsa visuale ci sarebbero problemi di orientamento. Peccato che il Lago di Spigorel fosse ridotto ad una buca di stampo detritico.
Nota 2): Cazzeggi vari...
Spinopungente: Salvini sul condono: "Conte leggeva e Di Maio scriveva". Poi alla fine Toninelli colorava.
Lercissimo: Adisconsum:"Primi piani di Barbara d'Urso dimezzano la vita dei televisori a led".
Tempi bui; Scontro Corona-Ilary Blasi. Interviene pure Flavia Vento. Adesso aspettiamo anche un illuminante soliloquio di Rocco Casalino. Mala tempora currunt...
A' la prochaine! Menek, Nadia e Olmo
Tourengänger:
Menek

Communities: Alpinismo Cabaret!, Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (22)