Capoliveri Bike Park: Percorso B, Miniere – EMTB
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Seconda escursione in bici del soggiorno all’Isola d’Elba, oggi un po’ più impegnativa rispetto a ieri, a causa del fondo sconnesso in alcuni tratti e della pendenza media più elevata.
Inizio dell’escursione: ore 9:00
Fine dell’escursione: ore 11:30
Velocità media del vento: 0 km/h
Sorgere del sole: 7.01
Tramonto del sole: 19.23
Parto verso le nove dalla spiaggia di Naregno, seguendo la strada che in circa 2 km mi porta alla Piazza del Cavatore (164 m). È una salita che ormai conosco a memoria, visto che la percorro tutti i giorni in bici e pure la sera, in auto, per raggiungere uno dei tanti ristoranti che caratterizzano il nucleo di Capoliveri.
In circa quindici minuti arrivo al paese “Caput Liberum”, 4029 abitanti, più volte pesantemente colpito dai barbari, in particolare dal corsaro e ammiraglio ottomano Khayr al-Dīn Barbarossa nel 1544, come documenta il comasco Paolo Giovio in “Delle historie del suo tempo, 1552”:
“[Nel 1544] per la prima cosa i barbari assaltarono Capo Libero, con tal prestezza che pigliarono quasi tutti i terrazzani, e datisi per tutto a rubare, a uso di cacciatori diedero la caccia agli habitatori, i quali indarno si fuggivano per balze spinose e per boschi.”
Imbocco la pianeggiante strada delle miniere di ferro e la percorro fino alla curva della Cessa dell’Asta (160 m). Qui decido di scendere su una sterrata verso la Spiaggia dell’Innamorata. Mi impipo del cartello “strada privata” e mi gusto la lussureggiante macchia mediterranea, ricca di agavi e fichi d’India. Con sorpresa mi ritrovo nel mezzo di una battuta di caccia alla lepre. Quattro o cinque cacciatori sono posizionati a varie altezze lungo la carrareccia, con il fucile puntato. Nel frattempo i segugi latrano nei cespugli per stanare il selvatico, accoccolato e mimetizzato in qualche buca del terreno. Mi allontano velocemente dal campo di battaglia (non vorrei incrementare il prelievo venatorio dell’isola) e mi rifugio sulla Spiaggia dell’Innamorata, semi deserta. Non sento spari: questa volta la lepre ha avuto la meglio!
Dopo una breve pausa riprendo quota salendo lungo un’altra via fino alla strada delle miniere, che seguo in direzione della Vecchia Officina del Cantiere Vallone. Sul piazzale sono in bella mostra i vecchi macchinari dismessi. Non c’è molto movimento oggi; i ciclisti tirano dritto e fanno sosta soprattutto al bar della Tenuta delle Ripalte.
Riprendo la strada delle miniere, ripercorrendola per 2,3 km da dove ero arrivato. A questo punto imbocco una ripida sterrata che sale verso la vetta del Monte Calamita, non accessibile al pubblico. Dal Poggio del Pozzo (352 m) mi ritrovo su un percorso noto, che mi accompagna al discesone finale delle Cavallacce (Zigurt) sopra Capoliveri. Sono le undici: mi concedo una visita diurna alla piazza centrale di questa splendida località nel cuore del Parco Nazionale Arcipelago Toscano.

“Quando non ho più blu, metto del rosso.” Pablo Picasso
Raggiunta la località di Naregno abbandono la bici, prendo pinne, occhiali e boccaglio e mi dedico ad un pomeriggio di snorkeling nella splendida cala sotto il Forte Focardo.
Escursione in MTB nel Comune di Capoliveri, sul promontorio minerario del Monte Calamita. È un parco naturale di importanza nazionale, ma anche un territorio da godere con la bicicletta, inebriati dai profumi della macchia mediterranea e dal blu intenso del Tirreno.
Tempo totale: 2 h 30 min
Quota minima: 1 m
Quota massima: 365 m
Dislivello in salita: 566 m
Sviluppo complessivo: 26 km
Pendenza media: 8,5%
Pendenza massima: 25%
Difficoltà: PD
Consumo batteria: 35%
Copertura della rete cellulare: buona.
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