Anello del Lago Pirola e Torrione Porro (m 2435).
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L’anello del Lago Pirola è una classica escursione della Valmalenco. Dal villaggio di Chiareggio ci porta nella Valle del Ventina, chiusa da cime di tutto rispetto, fra le quali: il Disgrazia, il Pizzo Ventina, il Pizzo Casssandra, che racchiudono un ambiente ancora glaciale: il Ghiacciaio del Ventina; ahimè, in inesorabile ridimensionamento, lo ricordavo ben più imponente. Lasciata la Valle del Ventina si attraversa un rado bosco di larici secolari – uno è persino millenario per poi portarci al Lago Pirola, una gemma azzurra incastonata fra brulli monti.
E per non farci mancare la cima di giornata, ecco a portata di mano la facile salita al Torrione Porro.
LOCALITA' DI PARTENZA. Chiareggio, parcheggio oltre il centro abitato verso Pian del Lupo (m 1626). Sarebbe meglio parcheggiare nel villaggio, in prossimità del ponte sul Mallero, oltre il quale inizia la mulattiera che porta ai rifugi Gerli-Porro e Ventina.
ATTREZZATURA. Normale da escursionismo. Consigliate calzature alte (i normali scarponcini/pedule).
DIFFICOLTÀ. T2 (E). Fino al Rifugio Gerli-Porro si svolge su mulattiera, poi il sentiero si fa, in alcuni tratti, meno evidente, ma è sempre ben segnalato. Tatti piuttosto ripidi scendendo all’Alpe Zocche. Buona la segnaletica.
SALITA: m 960.
DISCESA: m 960.
QUOTA MASSIMA: m 2435, la vetta del Torrione Porro.
QUOTA MINIMA: m 1594, al ponte sul torrente Mallero.
SVILUPPO: km 11,9.
TEMPO DI SALITA: 2 ore 30’.
TEMPO DI DISCESA: 2 ore 30’.
NOTE SUL PERCORSO. Ho sbagliato parcheggio, quello di Pian del Lupo è troppo in là, così sono costretto a risalire al centro di Chiareggio dove un breve ma ripido sentiero porta al ponte sul Torrente Mallero. Ma si può anche seguire la sterrata lungo il torrente per raggiungere il ponte, risparmiando qualche metro di salita.
Oltre il ponte si prende la mulattiera in direzione ovest che con pendenza costante e poca fatica in un’ora (dal parcheggio) ci porta al Rifugio Gerli-Porro (m 1961) e all’Alpe Ventina.
Un centinaio di metri oltre il Rifugio Porro, una palina segnaletica ci indica la giusta direzione. Il sentiero inizia a salire fra sfasciumi e pini mughi e con ampie svolte porta a un pianoro (m 2160) in un bosco di larici secolari. Un segnale in legno ci invita a fare visita al Larice millenario, che in verità lascia un po’ delusi. L’aggettivo millenario lascia immaginare di trovarci al cospetto di un albero imponente; invece ci si trova davanti ad un esemplare un po’ emaciato e dalla circonferenza piuttosto contenuta, che si confonde fra esemplari vicini ben più giovani; ma chissà quante ne avrà passate!
Terminata la visita al vegliardo, il sentiero riprende a salire sotto le pendici del Torrione di Porro, che si staglia sulla sinistra, fino ad una sorta di colle (m 2340), dove un cartello e una grossa scritta in vernice bianca su di un asso, ci indica la deviazione per la cima del Torrione (m 2435), che si raggiunge in meno di venti minuti. Si tratta di un percorso di cresta che non presenta difficoltà, e offre una bella vista su tutta la valle.
Fatto ritorno alla palina segnaletica si prosegue seguendo lungo il sentiero 321 fino ad arrivare an un crocevia su di una sella (m 2350, ore 1:40 dall’Alpe Ventina compresa la salita al Torrione Porro). Da qui inizia un lungo traverso su una vasta pietraia, che ci porta all’estremità est del lago e, dopo una breve risalita, si prosegue, a precipizio sul lago, sul pendio nord che lo delimita, fino a raggiungere l’estremità ovest dove sorge la piccola diga (m 2300, 45 minuti dalla sella di quota 2350).
Dalla diga il sentiero svolta in direzione nord e scende, piuttosto ripido, a ciò che resta dell’Alpe Pirola (m 2100, 25 minuti dalla diga). Da qui si prosegue la discesa seguendo le indicazioni per Alpe Zocche (1775), i cui ruderi si raggiungono in circa 35 minuti attraverso una discesa a tratti ripida nel bosco. Un altro quarto d’ora di discesa nel bosco, ci porta al ponte sul Mallero e, seguendo il corso del torrente lungo la carrareccia al parcheggio.
METEO. Cielo parzialmente coperto, il sole si è visto poco. Intensificazione della nuvolosità nel pomeriggio, e ritorno al parcheggio con qualche goccia di pioggia.
FREQUENTAZIONE: Diversa gente intorno al Rifugio Gerli-Porro; per il resto solo qualche sporadico escursionista.
E per non farci mancare la cima di giornata, ecco a portata di mano la facile salita al Torrione Porro.
LOCALITA' DI PARTENZA. Chiareggio, parcheggio oltre il centro abitato verso Pian del Lupo (m 1626). Sarebbe meglio parcheggiare nel villaggio, in prossimità del ponte sul Mallero, oltre il quale inizia la mulattiera che porta ai rifugi Gerli-Porro e Ventina.
ATTREZZATURA. Normale da escursionismo. Consigliate calzature alte (i normali scarponcini/pedule).
DIFFICOLTÀ. T2 (E). Fino al Rifugio Gerli-Porro si svolge su mulattiera, poi il sentiero si fa, in alcuni tratti, meno evidente, ma è sempre ben segnalato. Tatti piuttosto ripidi scendendo all’Alpe Zocche. Buona la segnaletica.
SALITA: m 960.
DISCESA: m 960.
QUOTA MASSIMA: m 2435, la vetta del Torrione Porro.
QUOTA MINIMA: m 1594, al ponte sul torrente Mallero.
SVILUPPO: km 11,9.
TEMPO DI SALITA: 2 ore 30’.
TEMPO DI DISCESA: 2 ore 30’.
NOTE SUL PERCORSO. Ho sbagliato parcheggio, quello di Pian del Lupo è troppo in là, così sono costretto a risalire al centro di Chiareggio dove un breve ma ripido sentiero porta al ponte sul Torrente Mallero. Ma si può anche seguire la sterrata lungo il torrente per raggiungere il ponte, risparmiando qualche metro di salita.
Oltre il ponte si prende la mulattiera in direzione ovest che con pendenza costante e poca fatica in un’ora (dal parcheggio) ci porta al Rifugio Gerli-Porro (m 1961) e all’Alpe Ventina.
Un centinaio di metri oltre il Rifugio Porro, una palina segnaletica ci indica la giusta direzione. Il sentiero inizia a salire fra sfasciumi e pini mughi e con ampie svolte porta a un pianoro (m 2160) in un bosco di larici secolari. Un segnale in legno ci invita a fare visita al Larice millenario, che in verità lascia un po’ delusi. L’aggettivo millenario lascia immaginare di trovarci al cospetto di un albero imponente; invece ci si trova davanti ad un esemplare un po’ emaciato e dalla circonferenza piuttosto contenuta, che si confonde fra esemplari vicini ben più giovani; ma chissà quante ne avrà passate!
Terminata la visita al vegliardo, il sentiero riprende a salire sotto le pendici del Torrione di Porro, che si staglia sulla sinistra, fino ad una sorta di colle (m 2340), dove un cartello e una grossa scritta in vernice bianca su di un asso, ci indica la deviazione per la cima del Torrione (m 2435), che si raggiunge in meno di venti minuti. Si tratta di un percorso di cresta che non presenta difficoltà, e offre una bella vista su tutta la valle.
Fatto ritorno alla palina segnaletica si prosegue seguendo lungo il sentiero 321 fino ad arrivare an un crocevia su di una sella (m 2350, ore 1:40 dall’Alpe Ventina compresa la salita al Torrione Porro). Da qui inizia un lungo traverso su una vasta pietraia, che ci porta all’estremità est del lago e, dopo una breve risalita, si prosegue, a precipizio sul lago, sul pendio nord che lo delimita, fino a raggiungere l’estremità ovest dove sorge la piccola diga (m 2300, 45 minuti dalla sella di quota 2350).
Dalla diga il sentiero svolta in direzione nord e scende, piuttosto ripido, a ciò che resta dell’Alpe Pirola (m 2100, 25 minuti dalla diga). Da qui si prosegue la discesa seguendo le indicazioni per Alpe Zocche (1775), i cui ruderi si raggiungono in circa 35 minuti attraverso una discesa a tratti ripida nel bosco. Un altro quarto d’ora di discesa nel bosco, ci porta al ponte sul Mallero e, seguendo il corso del torrente lungo la carrareccia al parcheggio.
METEO. Cielo parzialmente coperto, il sole si è visto poco. Intensificazione della nuvolosità nel pomeriggio, e ritorno al parcheggio con qualche goccia di pioggia.
FREQUENTAZIONE: Diversa gente intorno al Rifugio Gerli-Porro; per il resto solo qualche sporadico escursionista.
Tourengänger:
Alberto C.

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