Passo della Sforzellina
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All'interno del Parco Nazionale dello Stelvio, ma al margine delle cime più celebrate: motivo per cui i passaggi sono pochi, se non in direzione di laboriose traversate verso la Valle di Pejo. Anche in Internet si trova poco e, quel poco, generico ed impreciso. Essendo la gita di per sé piuttosto breve, abbiamo allungato il percorso raggiungendo una panoramica bocchetta e poi agganciandoci al sentiero glaciologico della Vedretta della Sforzellina.
Alcune annotazioni di percorso: alla partenza la meta non è indicata, poi, quando compare, viene identificata con il N° 552; ma in realtà il sentiero è marcato col N° 110 e poi solo con ometti di pietre.
Dal parcheggio presso il Rifugio Berni si scende nei pascoli sottostanti a prendere una carrareccia che sale in direzione dell'ex-Rifugio Gavia (alle sue spalle i ruderi di una costruzione militare) per poi proseguire a larghi tornanti lungo la strada di arroccamento, evitando di proseguire al bivio verso sinistra in direzione del Bivacco Battaglione Skiatori Monte Ortles. Gradualmente la traccia si sposta verso destra per avvicinarsi al vallone glaciale - chiuso sul fondo dal Corno dei Tre Signori - che ospita i residui parzialmente coperti di detriti della Vedretta della Sforzellina. Evitando di salire (per il momento) all'evidente quanto falso passo a sinistra, si procede seguendo i numerosi e poco lineari ometti che invitano a salire verso una fragile parete rocciosa che frequentemente scarica pietre; si procede molto ripidamente su terreno morenico assai instabile, evitando il più possibile le colate di detriti che ogni temporale verosimilmente smuove. Verso l'alto qualche frammento di vecchissime tavole di legno infisse negli ometti indirizza ad una larga quanto infida cengia: inaspettatamente, visto lo stato del percorso, troviamo un lunghissimo e recente cavo che accompagna fino al passo [già qualche danneggiamento da scariche di sassi]. L'attrezzatura, se non proprio indispensabile, si rivela molto utile in quanto la cengia è un piano inclinato sabbioso ascendente e spiovente verso il sottostante salto roccioso. Il Passo della Sforzellina, una semplice spaccatura di rocce accatastate e affacciata su di una vallata di pascoli, permette una insolita angolazione panoramica verso la Punta San Matteo ed il Pizzo Tresero.
Tornando, rimane la curiosità di affacciarsi alla larga apertura notata in salita: in pochi minuti lungo tracce di sentiero evidentemente frequentate, la si raggiunge; lo spettacolo di un bellissimo laghetto in una conca di poche decine di metri più in basso giustifica del tutto la deviazione. Convergendo poi nel percorso del sentiero glaciologico (anche qui, segnaletica carente e presenza di molti ometti costruiti qua e là), si prosegue verso sud alla base della morena frontale della vedretta, per poi scendere verso il Passo di Gavia lungo una mulattiera militare in più punti cancellata da franamenti. Per non tornare al parcheggio seguendo noiosamente la statale, decidiamo di scendere con una graduale diagonale senza sentiero fra i pascoli fino all'ex-Rifugio Gavia, dove si riprende il percorso di andata.
https://www.relive.cc/view/g24924039204
Alcune annotazioni di percorso: alla partenza la meta non è indicata, poi, quando compare, viene identificata con il N° 552; ma in realtà il sentiero è marcato col N° 110 e poi solo con ometti di pietre.
Dal parcheggio presso il Rifugio Berni si scende nei pascoli sottostanti a prendere una carrareccia che sale in direzione dell'ex-Rifugio Gavia (alle sue spalle i ruderi di una costruzione militare) per poi proseguire a larghi tornanti lungo la strada di arroccamento, evitando di proseguire al bivio verso sinistra in direzione del Bivacco Battaglione Skiatori Monte Ortles. Gradualmente la traccia si sposta verso destra per avvicinarsi al vallone glaciale - chiuso sul fondo dal Corno dei Tre Signori - che ospita i residui parzialmente coperti di detriti della Vedretta della Sforzellina. Evitando di salire (per il momento) all'evidente quanto falso passo a sinistra, si procede seguendo i numerosi e poco lineari ometti che invitano a salire verso una fragile parete rocciosa che frequentemente scarica pietre; si procede molto ripidamente su terreno morenico assai instabile, evitando il più possibile le colate di detriti che ogni temporale verosimilmente smuove. Verso l'alto qualche frammento di vecchissime tavole di legno infisse negli ometti indirizza ad una larga quanto infida cengia: inaspettatamente, visto lo stato del percorso, troviamo un lunghissimo e recente cavo che accompagna fino al passo [già qualche danneggiamento da scariche di sassi]. L'attrezzatura, se non proprio indispensabile, si rivela molto utile in quanto la cengia è un piano inclinato sabbioso ascendente e spiovente verso il sottostante salto roccioso. Il Passo della Sforzellina, una semplice spaccatura di rocce accatastate e affacciata su di una vallata di pascoli, permette una insolita angolazione panoramica verso la Punta San Matteo ed il Pizzo Tresero.
Tornando, rimane la curiosità di affacciarsi alla larga apertura notata in salita: in pochi minuti lungo tracce di sentiero evidentemente frequentate, la si raggiunge; lo spettacolo di un bellissimo laghetto in una conca di poche decine di metri più in basso giustifica del tutto la deviazione. Convergendo poi nel percorso del sentiero glaciologico (anche qui, segnaletica carente e presenza di molti ometti costruiti qua e là), si prosegue verso sud alla base della morena frontale della vedretta, per poi scendere verso il Passo di Gavia lungo una mulattiera militare in più punti cancellata da franamenti. Per non tornare al parcheggio seguendo noiosamente la statale, decidiamo di scendere con una graduale diagonale senza sentiero fra i pascoli fino all'ex-Rifugio Gavia, dove si riprende il percorso di andata.
https://www.relive.cc/view/g24924039204
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