Ciclovia Alpe Adria: da Tarvisio a Monfalcone
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Torniamo per la terza volta a Tarvisio. La prima quasi trent’anni fa, arrivando a piedi da San Candido lungo la Karnischer Höhenweg. La seconda invece per scoprire il mondo solitario intorno a Jof Fuart e Jof di Montasio, i meravigliosi Laghi di Fusine, e poi ancora girando per giorni intorno al Triglav: bei ricordi e posti stupendi!
Ora che………mi verrebbe da dire…“sono appiedato” (magari lo fossi!).
Ora che………le circostanze mi costringono a salire in sella se non voglio passare il mio tempo a fare il gatto di marmo in salotto, siamo qui a Tarvisio, arrivati in treno, con le nostre fedeli biciclette per questa nuova discesa…a mare! Scenderemo lungo la Ciclovia Alpe Adria Radweg, un itinerario che partendo da Salisburgo raggiunge Grado (contrassegnato in Italia come FVG1) e da Grado, seguendo la Ciclovia FVG2, proseguiremo per Monfalcone, da dove in treno faremo ritorno a casa.
1° giorno: TARVISIO – PONTEBBA - VENZONE
Lunghezza: km 68
Dislivello: Inattendibile. Le numerose gallerie nonché i ponti sopra alcune forre falsano notevolmente la rilevazione del GPS, almeno questo è successo al mio.
Ieri, dopo aver preso quattro treni, siamo arrivati nel tardo pomeriggio alla stazione di Tarvisio Boscoverde. Dietro la stazione troviamo subito la ciclabile e dopo circa 3 km arriviamo in paese dove pernotteremo. Al mattino lasciamo Tarvisio nella bruma ed iniziamo a pedalare su questa splendida ciclabile, realizzata sul sedime dell’ex ferrovia Pontebbana. Nei pressi di Malborghetto ne usciamo per visitare il piccolo e grazioso paese, poi rientriamo e continuiamo fino a Pontebba, dove correva il confine italo-austriaco. Poco dopo, alcuni tratti impraticabili della Pontebbana ci costringono ad alcune uscite e rientri, poi si fila via superando suggestivi ponti e numerose gallerie fin oltre Reisutta. Qui termina il tratto sull’ex ferrovia e presso Moggio Udinese continuiamo lungo una ex strada militare a tratti sterrata che ci porta sulla SS52, che si attraversa per raggiungere Carnia passando sul ponte dell’ex ferrovia (attualmente chiuso, quindi si deve proseguire sul ponte della statale). Da Carnia in breve arriviamo a Venzone, considerato uno dei borghi più belli d’Italia, racchiuso nelle sue mura. Il borgo, dichiarato monumento nazionale e distrutto dal terremoto del 1976, è stato ricostruito com'era prima dell'evento: a volte questo succede anche in Italia… in alcune parti d’Italia!
2° giorno: VENZONE – UDINE – PRADAMANO
Lunghezza: km 65
Dislivello: Alcuni saliscendi tra Buja e Tricesimo
Ripartiamo da Venzone in direzione di Gemona, epicentro del terremoto, poi di Osoppo. In un alternarsi di sterrate e stradine senza traffico arriviamo a Buja. Qui proseguiamo con percorso ondulato lambendo le colline moreniche per stradine solitarie e piccoli paesi fino alla periferia di Udine. La ciclabile ci fa passare dal parcheggio dello stadio e oggi si gioca Udinese – Fiorentina… Dopo tanto silenzio e solitudine ci dobbiamo destreggiare in mezzo ad un’incredibile marea umana. Pazienza… pensiamo che se i Friulani sono tutti qui, a Udine non ci sarà nessuno. Giunti nel centro storico… è peggio dello stadio! Per entrare ci sono poliziotti che controllano le borse, ma non le nostre. Impolverati, con le bici alla mano e con la faccia d’angioletti passiamo tranquilli: non ci aspettavamo che Udine fosse così gettonata. Ci fa piacere, è una città che merita! Usciti dalla città percorriamo pochi chilometri di sterrato e raggiungiamo Pradamano, un piccolo paese tranquillo, ideale per fare tappa.
3° giorno: PRADAMANO – GRADO – CANEO (PUNTA SDOBBA)
Lunghezza: km 71
Proseguiamo lungo strade semideserte e ciclabili nella campagna friulana. Oggi, oltre alle due città di grande rilevanza storica, Palmanova ed Aquileia, attraverseremo il suggestivo borgo di Strassoldo e con sorpresa passeremo davanti alla prestigiosa (ed ottima) Nonino. Giunti a Grado dopo aver attraversato la laguna sulla ciclabile che affianca la strada, ne visitiamo il piccolo ma interessante centro storico, poi proseguiamo in direzione Monfalcone, ora sulla ciclabile FVG2. Dopo aver aggirato la Riserva Naturale della Valle Cavanata saliamo sull’argine lungo il mare ed in breve raggiungiamo Caneo, un luogo paludoso presso la foce dell’Isonzo, dove sorge isolato e immerso nella natura l’omonimo hotel, di fatto una grossa palafitta, dove passeremo la notte.
4° giorno: CANEO – MONFALCONE
Lunghezza: km 24
Ultimo giorno. La tappa sarà per forza breve: alle 12,39 abbiamo il treno a Monfalcone per tornare a casa. Tappa breve ma molto interessante e piacevole, in prevalenza su buon sterrato. Attraversiamo bonifiche, poi l’Isonzo “sacro alle patrie”, indifferente spettatore di uno dei più grandi macelli di esseri umani del novecento, infine, arriviamo a Monfalcone, dove la ciclabile ci porta fin quasi alla stazione.
Note Finali:
Percorso molto vario, interessante e piacevole, più delle aspettative. Avremmo preferito farlo con temperature più fresche una volta scesi in pianura, ma questa estate è dura a morire e non potevamo più aspettare: se cambia il tempo Tarvisio diventa come la Norvegia.
La segnaletica è ottima quasi ovunque. Perfetta sulla ex Pontebbana, mentre altrove non sempre ci sono le targhette metalliche, a volte c’è solo un adesivo sui pali dei cartelli stradali, altre rare volte nemmeno quelle ma in questi casi si trovano adesivi con frecce rosse che indicano il percorso, basta fare attenzione ad ogni bivio o incrocio: noi non abbiamo avuto nessun problema. Aprendo il Link nella premessa si trovano tutte le tracce scaricabili (oltre alle mie). Noi ne abbiamo fatto a meno. Io preferisco stamparmi le mappe e fermarmi a consultarle quando ho dei dubbi: mentre pedalo non voglio tenere gli occhi sul gps ma guardarmi intorno e… davanti!
Siamo rimasti colpiti dall’ordine e dalla pulizia che regna ovunque. Lungo tutto il percorso non abbiamo trovato un pezzo di plastica abbandonato o rifiuti di altro genere. Abbiamo incontrato persone gentilissime e disponibili. Non abbiamo incontrato nessun cicloturista Italiano, solo ciclisti di giornata. Molti invece gli stranieri, ovviamente in maggioranza di lingua tedesca, ma anche un gruppo di californiani, un messicano, una boliviana, ecc…
E’ stato bello… e ora cominciamo a pensare alla prossima!


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