Il sentiero perduto da Campo-Tartano a Dondone
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In Val Tartano, fra escursioni e gite scialpinistiche, sarò salito decine di volte, ma a dire la verità non sospettavo nemmeno che esistesse un passaggio attraverso quel versante dirupato e franoso formatosi dopo l'immane crollo del 1911 che andò ad arrestarsi solo nell'Adda; però l'osservazione attenta della carta IGM (rilievo aereo degli anni '70, ma topografico a terra del '34) rivela un sentiero di collegamento fra la vecchia strada di valle (la carrozzabile è del 1965) con il piccolo alpeggio talamonese di Dondone. Attualmente la traccia è veramente esigua, a tratti molto esposta, spesso sdrucciolevole e talora interrotta da colate franose assai instabili. L'interesse a percorrerla - a priori - sarebbe esclusivamente esplorativo, se non fosse che poi lungo il percorso si va a percorrere un isolato meraviglioso bosco di abeti bianchi e abeti rossi che cresce da una ganda di frana rivestita da un denso e morbidissimo strato di muschi indisturbati da decenni: un ambiente che, in altri contesti, sarebbe da riserva integrale protetta.
Dal Crotto "La Piazza" si prosegue lungo la sterrata in direzione dell'alveo tormentato (un tempo dalla frana, attualmente dai prelievi di inerti) del Torrente Tartano; seguendo brevemente verso monte l'argine di massi, si incontra un sistema di catene che ne consente la discesa (con terreno asciutto l'attrezzatura risulta inutile e addirittura stupefacente, ma in caso di umidità - esperienza personale - si rivela indispensabile). Attraversata la distesa di sabbie ghiaie e massi, sulla riva opposta si rinviene, prestando attenzione, l'inizio del vecchio sentiero per Campo: la bella mulattiera sale a risvolte, sempre ben acciottolata, il "Doss de la Crus", oltrepassando la cappella settecentesca del "Gisöol"; la salita prosegue affiancando in un paio di tornanti la condotta idroelettrica che precipita verso la sottostante centrale, per poi raggiungere il nucleo di abitazioni rimodernate di Dosso di Sotto. La mulattiera continua pianeggiante fino a portarsi alle case di Bormini, dove, poco oltre l'orto dell'ultima baita, un ripido sentierino gradinato scende a picco nella valle; raggiunto il bosco, la traccia spiana e si allarga - lastricata e scavata a tratti nella parete rocciosa - fino a portarsi ad un bivio: da monte arriva una discesa da Campo e a valle ci si dirige ad un ponte in traliccio metallico. Sull'altra riva la mulattiera sale larga e comoda verso la contrada Frasnìi (punto di arrivo del nuovo "Ponte del Cielo"), ma dopo pochi metri si devia a destra imboccando una traccia appena visibile. Da qui inizia l'impegnativo traverso per Dondone: il percorso, a continui saliscendi attraverso frane più o meno consolidate, è di impossibile descrizione nel suo svolgersi senza precisi punti di riferimento. Nei lunghi tratti dove il terreno è riuscito a coprire le colate di sassi la proliferazione di felci e ontani ostacola non poco il cammino, già piuttosto instabile a causa di buche e cedimenti; e, dove l'ammasso di blocchi rocciosi è ancora scoperto, l'esposizione a nord rende la superficie pericolosamente viscida per il proliferare di muffe e licheni. Con la dovuta attenzione, il percorso risulta sufficientemente individuabile, ma talora risultano indispensabili i pochi ometti di sasso strategicamente disposti che si incontrano nella lunga traversata (e che, per l'occasione, abbiamo incrementato). Un'ultima spettacolare risalita a gradini - per quanto possibile, quasi una scala a chiocciola - conduce improvvisamente ad uscire sui prati dell'alpeggio di Dondone, ormai un agglomerato di case di vacanza. Per tornare a Talamona non resta che seguire (è possibile solo una iniziale breve scorciatoia) la lunga e monotona strada consortile sterrata e cementata che scende a tornanti nel fitto bosco.
https://www.relive.cc/view/g24818740908
Dal Crotto "La Piazza" si prosegue lungo la sterrata in direzione dell'alveo tormentato (un tempo dalla frana, attualmente dai prelievi di inerti) del Torrente Tartano; seguendo brevemente verso monte l'argine di massi, si incontra un sistema di catene che ne consente la discesa (con terreno asciutto l'attrezzatura risulta inutile e addirittura stupefacente, ma in caso di umidità - esperienza personale - si rivela indispensabile). Attraversata la distesa di sabbie ghiaie e massi, sulla riva opposta si rinviene, prestando attenzione, l'inizio del vecchio sentiero per Campo: la bella mulattiera sale a risvolte, sempre ben acciottolata, il "Doss de la Crus", oltrepassando la cappella settecentesca del "Gisöol"; la salita prosegue affiancando in un paio di tornanti la condotta idroelettrica che precipita verso la sottostante centrale, per poi raggiungere il nucleo di abitazioni rimodernate di Dosso di Sotto. La mulattiera continua pianeggiante fino a portarsi alle case di Bormini, dove, poco oltre l'orto dell'ultima baita, un ripido sentierino gradinato scende a picco nella valle; raggiunto il bosco, la traccia spiana e si allarga - lastricata e scavata a tratti nella parete rocciosa - fino a portarsi ad un bivio: da monte arriva una discesa da Campo e a valle ci si dirige ad un ponte in traliccio metallico. Sull'altra riva la mulattiera sale larga e comoda verso la contrada Frasnìi (punto di arrivo del nuovo "Ponte del Cielo"), ma dopo pochi metri si devia a destra imboccando una traccia appena visibile. Da qui inizia l'impegnativo traverso per Dondone: il percorso, a continui saliscendi attraverso frane più o meno consolidate, è di impossibile descrizione nel suo svolgersi senza precisi punti di riferimento. Nei lunghi tratti dove il terreno è riuscito a coprire le colate di sassi la proliferazione di felci e ontani ostacola non poco il cammino, già piuttosto instabile a causa di buche e cedimenti; e, dove l'ammasso di blocchi rocciosi è ancora scoperto, l'esposizione a nord rende la superficie pericolosamente viscida per il proliferare di muffe e licheni. Con la dovuta attenzione, il percorso risulta sufficientemente individuabile, ma talora risultano indispensabili i pochi ometti di sasso strategicamente disposti che si incontrano nella lunga traversata (e che, per l'occasione, abbiamo incrementato). Un'ultima spettacolare risalita a gradini - per quanto possibile, quasi una scala a chiocciola - conduce improvvisamente ad uscire sui prati dell'alpeggio di Dondone, ormai un agglomerato di case di vacanza. Per tornare a Talamona non resta che seguire (è possibile solo una iniziale breve scorciatoia) la lunga e monotona strada consortile sterrata e cementata che scende a tornanti nel fitto bosco.
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