Pizzo Barone (m.2864) - "Via Invernale"
|
||||||||||||||||||||||
Passata una nottata mezza insonne nella sempre confortevole Capanna Sponda, tra le più organizzate del Ticino, parto di buon ora con l'intento di riguadagnare la Verzasca direttamente dal Pizzo Barone, visibile sin dalla partenza, ma ancora ben lontano, quasi irraggiungibile. Non punto tuttavia il sentiero marcato biancorosso per la Bassa del Barone, percorso in senso inverso otto anni fa', bensì la prendo larga dirigendomi in direzione del Passo del Ghiacciaione e del Passo Soveltra, interessati da nuova segnaletica biancoblu che ha soppiantato quella vecchia in biancorosso. Giunto all'ampio colle, crocevia ideale per il Pizzo Forno e il Passo del Ghiacciaione, scendo nell'ampia pietraia rivolta verso il Laghetto Gardiscio, ma poi decido di salire per prati molto ripidi sul colletto che divide il Passo dal Poncione del Laghetto (m.2769), altura non evidentissima che domina il sopraccitato lago. Percorro la dorsale, con qualche logico aggiramento sul lato Chironico, ed eccomi abbastanza in breve davanti a questa cima caratterizzata da roccia rossastra all'apparenza poco affidabile. Il dislivello da affrontare è davvero minimo, ma da questo lato non se ne parla neppure visto che ci sarebbe da arrampicare uno spigolo irsuto e strapiombante ampiamente esposto sulla Val Piumogna. Tento l'aggiramento su cenge erbose e placche, ritrovandomi in forte esposizione anche sul lato Chironico, ma mi rendo conto che non ne vale la pena, sapendo che dal lato opposto la salita parrebbe più semplice.
Con lo stesso ragionamento di ieri, decido che questa cima possa attendere tranquillamente una visita successiva, anche perchè il Pizzo Barone sembra lontano anni luce, e la discesa sarà altrettanto lunga. Scendo pertanto al delizioso Lago Gardiscio, facendo una breve pausa, dedicata anche allo studio di un futuro tentativo al "suo" Poncione. ;)
Riparto, iniziando un bellissimo ed ampio giro antiorario sotto una delle mie dorsali preferite, che abbraccia con grandioso, ininterrotto semicerchio ben quattro valli (Piumogna, Maggia, Verzasca e Chironico) dal Pizzo Forno alla Cima Bianca. Benchè la distanza appaia inizialmente quasi incolmabile mi rendo conto che con una linea logica di discese e risalite, senza alcun percorso obbligato sarà un autentico piacere. Vivere la montagna in tutta libertà, scegliendo passo passo la soluzione a me più idonea: credo di non averla mai goduta come in questo tratto di creste selvagge e cime che amo in modo particolare.
Questo bellissimo viaggio mi porta via si e no un'ora, prima di riprendere a faticare ormai in vista del canalone che divide il Pizzo Barone e il Pizzo Piodisc. Un aggiramento di troppo mi porta in una posizione del canalone - in realtà diviso in più "tronchi" - decisamente più rivolta al Pizzo Barone (m.2864) che al Pizzo Piodisc (m.2849). La qualità di quest'impressionante distesa di detriti è pressochè infima, e la pendenza davvero notevole. Inizio quindi la faticosa salita dopo aver evitato una lingua nevosa, cercando di attraversare - ove possibile - a destra per riportarmi verso la sella d'accesso al Pizzo Piodisc. Alla fine capisco che con questo terreno del tutto instabile andrei per le lunghe e rimango così tutto a sinistra giungendo finalmente all'evidente canale d'accesso (via invernale) al Pizzo Barone. La pendenza è sempre notevole, ma la presenza di qualche detrito più affidabile garantisce comunque una certa sicurezza nel procedere: inizialmente resto al centro, poi passo a destra, ove posso pure ancorarmi alla roccia, arrivando tuttavia in un punto decisamente insicuro, in cui si muoveva praticamente tutto. Trovato un ancoraggio solido mi riporto al centro del canale, spostandomi infine sulle rocce di sinistra, ben gradinate, che permettono una salita ben più semplice al detritico e ampio sbocco del canale, in vista della cima. Salgo sulla spalla rocciosa posta proprio di fronte al Pizzo Piodisc, che sembra di toccare ma è separato da un salto di circa 100 metri, quindi mi dirigo verso la vetta su terreno e pendenze ormai più semplici, notando gli unici ometti di tutto il percorso odierno. In cima trovo una coppia di ragazzi ticinesi e mi soffermo pochi minuti per rifiatare e scattare foto, dato il panorama oggi davvero fantastico, decidendo di rinviare l'ora del pranzo nella magica e silenziosa cornice del Lago Barone, raggiunto dalla via normale.
La discesa a Sonogno è lunga, quasi interminabile, ma la bellezza della Val Vegorness - dominata dal Madas e la Corona di Redorta - è qualcosa d'indescrivibile e selvaggio ed elimina il senso di stanchezza di una due giorni molto intensa: mi ci voleva una cosa del genere, e in luoghi amati, per ritrovare un'armonia che temevo perduta e spezzata.
Tutto si riprende... Avanti così.
Con lo stesso ragionamento di ieri, decido che questa cima possa attendere tranquillamente una visita successiva, anche perchè il Pizzo Barone sembra lontano anni luce, e la discesa sarà altrettanto lunga. Scendo pertanto al delizioso Lago Gardiscio, facendo una breve pausa, dedicata anche allo studio di un futuro tentativo al "suo" Poncione. ;)
Riparto, iniziando un bellissimo ed ampio giro antiorario sotto una delle mie dorsali preferite, che abbraccia con grandioso, ininterrotto semicerchio ben quattro valli (Piumogna, Maggia, Verzasca e Chironico) dal Pizzo Forno alla Cima Bianca. Benchè la distanza appaia inizialmente quasi incolmabile mi rendo conto che con una linea logica di discese e risalite, senza alcun percorso obbligato sarà un autentico piacere. Vivere la montagna in tutta libertà, scegliendo passo passo la soluzione a me più idonea: credo di non averla mai goduta come in questo tratto di creste selvagge e cime che amo in modo particolare.
Questo bellissimo viaggio mi porta via si e no un'ora, prima di riprendere a faticare ormai in vista del canalone che divide il Pizzo Barone e il Pizzo Piodisc. Un aggiramento di troppo mi porta in una posizione del canalone - in realtà diviso in più "tronchi" - decisamente più rivolta al Pizzo Barone (m.2864) che al Pizzo Piodisc (m.2849). La qualità di quest'impressionante distesa di detriti è pressochè infima, e la pendenza davvero notevole. Inizio quindi la faticosa salita dopo aver evitato una lingua nevosa, cercando di attraversare - ove possibile - a destra per riportarmi verso la sella d'accesso al Pizzo Piodisc. Alla fine capisco che con questo terreno del tutto instabile andrei per le lunghe e rimango così tutto a sinistra giungendo finalmente all'evidente canale d'accesso (via invernale) al Pizzo Barone. La pendenza è sempre notevole, ma la presenza di qualche detrito più affidabile garantisce comunque una certa sicurezza nel procedere: inizialmente resto al centro, poi passo a destra, ove posso pure ancorarmi alla roccia, arrivando tuttavia in un punto decisamente insicuro, in cui si muoveva praticamente tutto. Trovato un ancoraggio solido mi riporto al centro del canale, spostandomi infine sulle rocce di sinistra, ben gradinate, che permettono una salita ben più semplice al detritico e ampio sbocco del canale, in vista della cima. Salgo sulla spalla rocciosa posta proprio di fronte al Pizzo Piodisc, che sembra di toccare ma è separato da un salto di circa 100 metri, quindi mi dirigo verso la vetta su terreno e pendenze ormai più semplici, notando gli unici ometti di tutto il percorso odierno. In cima trovo una coppia di ragazzi ticinesi e mi soffermo pochi minuti per rifiatare e scattare foto, dato il panorama oggi davvero fantastico, decidendo di rinviare l'ora del pranzo nella magica e silenziosa cornice del Lago Barone, raggiunto dalla via normale.
La discesa a Sonogno è lunga, quasi interminabile, ma la bellezza della Val Vegorness - dominata dal Madas e la Corona di Redorta - è qualcosa d'indescrivibile e selvaggio ed elimina il senso di stanchezza di una due giorni molto intensa: mi ci voleva una cosa del genere, e in luoghi amati, per ritrovare un'armonia che temevo perduta e spezzata.
Tutto si riprende... Avanti così.
Tourengänger:
Poncione
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (25)