Valle Malvaglia Bike - EMTB
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Escursione di 31 km nella selvaggia Val Malvaglia, fra bellissimi rustici, in buona parte su stradine asfaltate o sterrate, ma anche su tratti di sentiero poco adatti alla mountain bike e in alcuni punti pericolosi.
Mi chiedo come l’ente turistico possa proporre al vasto pubblico simili piste (le più “selvagge” e mal tenute che abbia mai visto in Ticino, in Italia e nel Tirolo). Non per niente, l’anno scorso, il 27.5.2017, c’è scappato il morto. Un cicloamatore esperto è precipitato per duecento metri, nella tratta fra Vipéra e Monda.
Inizio dell’escursione: ore 7:15
Fine dell’escursione: ore 12:00
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1021 hPa
Temperatura alla partenza: 17°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 4000 m
Temperatura al rientro: 22°C
Velocità media del vento: 0 km/h
Sorgere del sole: 6.28
Come d’abitudine, mi alzo presto quando ho in programma un’escursione in montagna. Oggi non ho però tenuto in considerazione che la Val Malvaglia, una laterale della Valle di Blenio, rimane in ombra almeno fino alle 9:30.
Infatti, come arrivo al parcheggio della diga, la luce è sorprendentemente ancora crepuscolare. La Valle di Blenio, spesso denominata “Valle del Sole”, deve il suo nome alla divinità celtica Belenus, il dio luminoso.
Alle 7:15 parto di buona lena sulla strada che si sviluppa a monte del Bacino di Val Malvaglia in direzione nord-est. Dopo 1,5 km, a Scòna di sotto, arrivo al cartello del Patriziato di Malvaglia che chiede di pagare il pedaggio: 5.- CHF al giorno, oppure 10.- CHF alla settimana o 20.- CHF al mese. Le biciclette sono esenti dal pagamento.
A Madra (1086 m), una delle cinque “ville” (villaggi) abitate tutto l’anno, mi concedo la prima pausa per osservare da vicino le abitazioni di pietra e di legno. È un sublime abbraccio di baite, di fienili, di luci ed ombre, il tutto in un silenzio rigoroso. Non manca la chiesetta, un oratorio dedicato a San Giacomo il Maggiore, menzionato nel 1581. Mi sorprende il fatto che ci sia pure un defibrillatore, collocato nella cabina, un tempo utilizzata per il telefono pubblico. Alle spalle dell’agglomerato si sviluppa l’impervia Val Madra, che culmina con il Pizzo Pianaccio (2832 m).
Al villaggio successivo, Dandrio (1220 m), la luce è ancora crepuscolare: non posso scattare foto entusiasmanti. Il mio sguardo è piacevolmente catturato da una scritta sulla facciata del “Ristoro Alpino La Fürbeda di Dandrio”, una proprietà del Comune di Serravalle: “L’aria balsamica della Malvaia è fonte di salute in questa palazzina”. L’edificio ospitava un tempo la scuola elementare.
Dandrio custodisce alcuni edifici di legno risalenti al Trecento: essi costituiscono un vero e proprio tesoro archeologico vivente; sono le abitazioni di legno più antiche del Ticino.
Ad est dell’agglomerato il Ri della Fürbeda forma una spettacolare cascata: la Cascata di Dandrio.
La stradina, in leggera discesa, supera il torrente Orino a 1206 m di quota sul ponte presso Cregua. Ora mi trovo sul versante destro, quello che ospita altre quattro “ville”. In meno di 1,5 km arrivo al bivio di Anzano (1326 m). Sono le 8 passate, il sole non è ancora sorto. Un grande pannello illustra la geografia della valle e per la prima volta entro nell’anello corrispondente al percorso “Valle Malvaglia Bike”, numero 389. Svolto a destra in direzione di Cusiè, località dalla quale inizia il sentiero per la Capanna Quarnei.
La salita non è particolarmente dura, anche perché il fondo è di un buon asfalto liscio, molto scorrevole. Passo dapprima dai monti Arbi (1465 m), poi Russin (1650 m) e finalmente Cusiè (1666 m). Scambio qualche chiacchiera con un “local”, quindi proseguo fino al parcheggio posto a Foppa (1710 m). Sono le 8:40, il sole sta sorgendo.
Pedalo in scioltezza da quasi un’ora e mezza, ma adesso la musica cambia!
Sono in corso dei lavori forestali, per cui devo seguire una deviazione, indicata dai segnavia rossi con l’effigie della bici. Dopo un ripido tratto di 200 m su terreno da poco smosso, devo spingere a fatica i 23 kg della mia e-bike per quasi 100 m di dislivello, su un sentiero tormentato, fino a quota 1822 m, un incrocio dal quale inizia la via per l’Alpe di Sceru. Superata l’imprevista faticaccia e raggiunta ormai la quota massima, mi illudo che il più sia fatto. In effetti la pista sembrerebbe più dolce: il fondo è erboso e umido, all’ombra di un bel lariceto. In breve mi ritrovo tuttavia in un tratto sassoso e più ostico, che richiede maestria e buon equilibrio. Nella successiva radura sotto Trusvalt, i promotori dell’anello (BlenioBike.ch) hanno istallato un enorme trespolo con appesa una scatola metallica contenente dei pezzi di ricambio e alcuni arnesi: una camera d’aria, una cordina per il cambio, una pompa, una pinza universale, una pinza a pappagallo, un giunto della catena, un tronchesino e un set di chiavi. Buona l’idea, ma occorre saperci fare…
Mi trovo sul Sentiero dei Monti, corredato da numerosi pannelli didattici sugli animali e sulle piante di montagna, curato dall’“Associazione Amici della Valle Malvaglia”.
Dopo Vipéra (1713 m), il percorso richiede molta attenzione! Il versante è ripidissimo e il sentiero in alcuni tratti è stretto con passaggi impegnativi fra macigni e rocce emergenti. Non mi sono mai trovato con la mountain bike su un terreno simile. I percorsi che ho frequentato in Tirolo, pubblicizzati e aperti al grande pubblico, sono curati molto meglio e offrono più sicurezza. Qui ho l’impressione che tutto sia lasciato al caso, con una buona dose di incoscienza. Non per niente, l’anno scorso, il 27.5.2017 c’è scappato il morto!
Il povero Alain, esperto biker, è caduto per duecento metri sul versante che precipita verso Ca del Cucco perdendo la vita. Il punto della disgrazia è indicato con alcune bandierine.
In zona Monda (1633 m) perdo la borraccia; torno per alcune decine di metri, ma non la ritrovo. Per dissetarmi dovrò aspettare ancora tre quarti d’ora. Anche il successivo tratto nel bosco non è adatto alla pratica di questo sport.
Finalmente, in località Cassinbèh (ca. 1585 m), ritrovo un sentiero amabile e poco dopo, a Gordone (1560 m) mi rilasso sulla stradina che scende fino al punto di partenza della gita.
Per la prima volta posso visitare il magnifico agglomerato di Dagro (1367 m), che vanta dei pregevoli edifici lignei risalenti al XIII secolo. Mi soffermo a lungo anche ad ammirare la rascana e il “Lastrone di Dagro”, una grande pietra spezzata in due che reca delle incisioni di epoca medievale, raffiguranti i simboli astrologici e astronomici visibili nel cielo di mezzanotte del mese solare di marzo. Periodo nel quale avviene l’equinozio di primavera (21 marzo). L’identificazione delle date religiose e civili fu da sempre collegata agli avvenimenti celesti. Il lastrone di Dagro permette, oggi ancora, l’osservazione dei 4 pleniluni, antecedenti il solstizio invernale, e le costellazioni ad essi collegate. L’osservazione implica la conoscenza dei calendari solare e lunare.
(Fonte: Gianni Mazzuchelli
“L’eredità di Issachar”
Pietra e Storia, 6715 Dongio – 2009)
La rascana di Dagro
Continuo la biciclettata, quasi completamente in discesa fino al Bacino di Val Malvaglia, che raggiungo a mezzogiorno.
La Valle Malvaglia Bike è stata l’occasione per visitare dei magnifici nuclei che conservano ancora delle baite di legno risalenti al XIII secolo: sono le più antiche del Ticino.
Un altro aspetto culturale che mi ha affascinato è il Lastrone di Dagro, le cui raffigurazioni mostrano l’insieme delle costellazioni celesti visibili nel periodo tra dicembre e aprile. Periodo nel quale avvengono molti fenomeni astronomici collegati a diversi momenti religiosi e civili: Solstizio invernale (21 dicembre), festività ebraica di Purim (14-15 Adar), festività di Pesach (14-15 Nisan) e la festività cristiana della Pasqua che viene celebrata alla domenica seguente il primo plenilunio dopo l’equinozio primaverile del 21 marzo.
Per quanto riguarda l’aspetto sportivo, ribadisco che le stradine poco frequentate della valle Malvaglia sono ideali per la mountain bike, fatta eccezione per il sentiero tra Vipéra e Cascina di Dagro, che a mio avviso dovrebbe essere escluso dall’anello pubblicizzato dagli enti turistici.
Tempo totale: 4 h 45 min
Tempi parziali
Diga Val Malvaglia (992 m) – Dandrio (1220 m): 35 min
Dandrio (1220 m) – Anzano (1326 m): 15 min
Anzano (1326 m) – Cusiè (1666 m): 28 min
Cusiè (1666 m) – Vipéra (1713 m): 45 min
Vipéra (1713 m) – Dagro (1367 m): 1 h 15 min
Dagro (1367 m) – Diga Val Malvaglia (992 m): 1 h
Dislivello in salita: 937 m
Sviluppo complessivo: 30,9 km
Quota massima: 1822 m
Quota minima: 991 m
Consumo batteria: 43%
Difficoltà MTB: AD (tecnicamente impegnativo)
Coordinate Cusiè: 723'092 / 145'498
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona
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