Via attrezzata della Val Sorda. Un tranquillo pomeriggio ferragostano? Non credo proprio!
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Ferragosto, noi lo passiamo tranquilli, senza pranzo "prendichili", poi relax sino alle 16,00. Va bene un po sciallo, ma non troppo. Io e Alex decidiamo il da farsi, anche se l'orario è piuttosto tardo, scartiamo un paio di alternative, poi, eureka! Al vecio viene in mente il giro in Val Sorda con relativo passaggio sul Ponte Tibetano, accetto senza dubbi e via!
Il parcheggio a Molin de Cao è raso di macchine, ma un buchetto alla fine lo troviamo. Seguiamo le indicazioni per il Ponte Tibetano (238) ed in poco tempo ci portiamo nella zona attrezzata, molto umida per la pioggia caduta il giorno prima, qua bisogna usare prudenza. Si prosegue tra scalette, catene e staffe, in un ambiente meraviglioso, sembra quasi di essere nella foresta amazzonica; nella via attrezzata non troviamo nessuno, discorso diverso per i sentieri più semplici che portano al ponte...un casino della miseria, troppo casino, e irrispettoso del posto.
georgb, ricordi la famosa frase "zitti,idioti"? Ecco, qua ci stava a meraviglia! Mi domando: ma un bel giro a Gardaland,no???
Quasi in fondo alla Val Sorda troviamo una palina con le indicazioni per la Malga Bancari, bene, seguiamo questo sentiero che a volte tende a perdersi (poco bollato) ma alla fine ci troviamo sulla via che porta al Ponte Tibetano. Perdiamo quota velocemente, sorpassando allegre famigliole in scarpe da ginnastica (vanno prudenti,si scivola) e baldi giovani, poi ecco il Ponte. Alex parte deciso, io un po meno, ma alla fine lo supero tranquillamente, l'idea di fare ponti dopo la tragedia di Genova ... hem ...
Attraversiamo il ponte poi ricominciamo a salire, ripidi, poi in corrispondenza di una zona attrezzata per pic-nic scendiamo a Molin (indicazioni), su sentiero bello erto e roccioso, sulla palina c'è scritto 60 minuti per Molin, ma noi in 20 minuti siamo al parcheggio, e una bella radler non ce la leva nessuno!
Grazie Alex per questo bel giro!
Nota 1): Fuga pomeridiana fantastica, sia per il luogo e sia per la divertente e scivolosa via attrezzata. Sui sentieri e sulla via attrezzata qualche singolo passaggio di I°. DA FARE! Come consiglia anche
martynred.
Nota 2):il ritorno...
CASINO.
Sperando nel silenzio troviamo un concertino,
gente schiamazzante che interrompe il pisolino,
il più "furbo" del gruppone ha la testa da bovino.
Casino,
non stanno proprio zitti e grondano di vino,
il tappo sulla testa descrive il lor destino,
urlargli a bocca larga... che razza di cretino!.
Casino,
per stare in questo mondo sopporto sto mastino,
ma rilasso la mia mente sperando in un pulmino,
...che mi porti assai distante o nel castello di Soncino.
La gente che schiamazza la mando al Palatino, e in fondo mi domando: ha senso sto casino?
Saluti da Eric de Flatulance
A' la prochaine! Menek
Amadeus
Provare a scrivere qualcosa dopo questo volo poetico -(;)))))- di Eric è veramente arduo, mi limito a dirvi che il posto, una vera valle amazzonica, ha qualcosa di magico e di ancestrale, qualcosa di "preistorico".
Detto questo, il luogo ha scatenato gli istinti più atavici del Menego che lo hanno portato ad una serie ininterrotta di esclamazioni di soddisfazione per i vari angoli di paradiso che man mano incontravamo, dei vari appigli, un pò vecchiotti ed andati, ma che comunque ci hanno aiutato nei passaggi più difficoltosi e viscidi.
E poi l'apoteosi, il passaggio sul ponte, bellissimi 52 metri adrenalitici con leggero movimento oscillatorio su 40 metri di altezza su rio Mondrago.
Il tutto condito con un tempone di 2h15, e con una serie di flessioni finali del buontempone del Menego......
Il parcheggio a Molin de Cao è raso di macchine, ma un buchetto alla fine lo troviamo. Seguiamo le indicazioni per il Ponte Tibetano (238) ed in poco tempo ci portiamo nella zona attrezzata, molto umida per la pioggia caduta il giorno prima, qua bisogna usare prudenza. Si prosegue tra scalette, catene e staffe, in un ambiente meraviglioso, sembra quasi di essere nella foresta amazzonica; nella via attrezzata non troviamo nessuno, discorso diverso per i sentieri più semplici che portano al ponte...un casino della miseria, troppo casino, e irrispettoso del posto.

Quasi in fondo alla Val Sorda troviamo una palina con le indicazioni per la Malga Bancari, bene, seguiamo questo sentiero che a volte tende a perdersi (poco bollato) ma alla fine ci troviamo sulla via che porta al Ponte Tibetano. Perdiamo quota velocemente, sorpassando allegre famigliole in scarpe da ginnastica (vanno prudenti,si scivola) e baldi giovani, poi ecco il Ponte. Alex parte deciso, io un po meno, ma alla fine lo supero tranquillamente, l'idea di fare ponti dopo la tragedia di Genova ... hem ...
Attraversiamo il ponte poi ricominciamo a salire, ripidi, poi in corrispondenza di una zona attrezzata per pic-nic scendiamo a Molin (indicazioni), su sentiero bello erto e roccioso, sulla palina c'è scritto 60 minuti per Molin, ma noi in 20 minuti siamo al parcheggio, e una bella radler non ce la leva nessuno!
Grazie Alex per questo bel giro!
Nota 1): Fuga pomeridiana fantastica, sia per il luogo e sia per la divertente e scivolosa via attrezzata. Sui sentieri e sulla via attrezzata qualche singolo passaggio di I°. DA FARE! Come consiglia anche

Nota 2):il ritorno...
CASINO.
Sperando nel silenzio troviamo un concertino,
gente schiamazzante che interrompe il pisolino,
il più "furbo" del gruppone ha la testa da bovino.
Casino,
non stanno proprio zitti e grondano di vino,
il tappo sulla testa descrive il lor destino,
urlargli a bocca larga... che razza di cretino!.
Casino,
per stare in questo mondo sopporto sto mastino,
ma rilasso la mia mente sperando in un pulmino,
...che mi porti assai distante o nel castello di Soncino.
La gente che schiamazza la mando al Palatino, e in fondo mi domando: ha senso sto casino?
Saluti da Eric de Flatulance
A' la prochaine! Menek

Provare a scrivere qualcosa dopo questo volo poetico -(;)))))- di Eric è veramente arduo, mi limito a dirvi che il posto, una vera valle amazzonica, ha qualcosa di magico e di ancestrale, qualcosa di "preistorico".
Detto questo, il luogo ha scatenato gli istinti più atavici del Menego che lo hanno portato ad una serie ininterrotta di esclamazioni di soddisfazione per i vari angoli di paradiso che man mano incontravamo, dei vari appigli, un pò vecchiotti ed andati, ma che comunque ci hanno aiutato nei passaggi più difficoltosi e viscidi.
E poi l'apoteosi, il passaggio sul ponte, bellissimi 52 metri adrenalitici con leggero movimento oscillatorio su 40 metri di altezza su rio Mondrago.
Il tutto condito con un tempone di 2h15, e con una serie di flessioni finali del buontempone del Menego......
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