Punta Sommeiller dal rifugio Levi-Molinari
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Escursione dal lungo sviluppo con un dislivello non proibitivo, effettuata con due amici. All'inizio un cartello indica 4 ore per il bivacco Sigot, mi sembra un pò esagerato e infatti impiegheremo 3 ore pur non essendo dei fulmini. In generale i tempi dei cartelli ci sono sembrati troppo lenti in salita e troppo veloci in discesa.
Comunque prima entro nel rifugio e chiedo:
"Quattro ore per il bivacco non sono un pò troppe?"
"Francese?"
D'accordo la mia "erre" e che siamo vicini al confine ma mi sembra di aver parlato in un italiano fluente, però non è la prima volta che succede.
Il sentiero n.544, compreso nell'Alta Via Val di Susa, inizia dietro il rifugio. All'inizio si lascia sempre a destra il torrente principale e si sale un pò nel lariceto e un pò su terreno aperto ad una croce in memoria di un militare. Poi si esce dal bosco e il sentiero sale per una pietraia colonizzata dalla vegetazione. A tratti il sentiero coincide con il corso di un ruscelletto. Si sbuca così nella conca del Lago delle Monache, in realtà una pozza preceduta da un'altra ancora più piccola, appena sotto a un edificio in rovina.
Si scende di poco nella conca, si supera un guado con un minimo di attenzione e si riprende a salire sul pendio di fronte, ai piedi di una parete rocciosa con torrioni. Dopo un tratto a mezzacosta il sentiero entra in una conca pietrosa e con una serie di tornanti ne risale il lato sinistro (nel senso di marcia) sbucando sul terrazzo pietroso dove si trova il bivacco Sigot. Dal basso è visibile un vicino palo in legno, il bivacco si vede solo all'ultimo momento.
La vista verso est è aperta sulla media e bassa Val di Susa mentre a ovest si trova il Passo dei Fourneaux meridionale. Dal bivacco si vede a destra la Punta Sommeiller, la cui cima vista da qui è una cresta con all'inizio due pinnacoli rocciosi. Entriamo nella conca pietrosa dove c'è il lago Galambra, passiamo accanto a due costruzioni in rovina con probabile funzione militare, e sempre su sentiero ghiaioso arriviamo al Passo dei Fourneaux meridionale.
Per cresta detritica percorsa da traccia arriviamo su una prima elevazione, con Madonnina, svoltiamo a sinistra e perdiamo una trentina di metri fino al Passo dei Fourneaux settentrionale. Il sentiero riprende a salire, tra affioramenti rocciosi di diverso tipo, passa accanto a due piccoli pinnacoli (che non sono quelli della cima) e supera gli ultimi 100 metri di dislivello che sono i più ripidi.
La cima, che prosegue con una cresta quasi pianeggiante, è segnata da un cartello di vetta e da un segnale trigonometrico. Le nuvole coprono le cime delle montagne, si vede solo il paesaggio detritico circostante dove nel 2019 potete venire a festeggiare i 50 anni dello sbarco sulla Luna.
Tornati al Passo dei Fourneaux meridionale il cartello che indica 1h50 per il rifugio ci sembra esagerato ma stavolta in difetto e infatti impiegheremo 2h30.
Dimenticavo: dopo il rifugio abbiamo incontrato solo 4 persone in un ambiente poco antropizzato nonostante la strada e il rifugio.
Comunque prima entro nel rifugio e chiedo:
"Quattro ore per il bivacco non sono un pò troppe?"
"Francese?"
D'accordo la mia "erre" e che siamo vicini al confine ma mi sembra di aver parlato in un italiano fluente, però non è la prima volta che succede.
Il sentiero n.544, compreso nell'Alta Via Val di Susa, inizia dietro il rifugio. All'inizio si lascia sempre a destra il torrente principale e si sale un pò nel lariceto e un pò su terreno aperto ad una croce in memoria di un militare. Poi si esce dal bosco e il sentiero sale per una pietraia colonizzata dalla vegetazione. A tratti il sentiero coincide con il corso di un ruscelletto. Si sbuca così nella conca del Lago delle Monache, in realtà una pozza preceduta da un'altra ancora più piccola, appena sotto a un edificio in rovina.
Si scende di poco nella conca, si supera un guado con un minimo di attenzione e si riprende a salire sul pendio di fronte, ai piedi di una parete rocciosa con torrioni. Dopo un tratto a mezzacosta il sentiero entra in una conca pietrosa e con una serie di tornanti ne risale il lato sinistro (nel senso di marcia) sbucando sul terrazzo pietroso dove si trova il bivacco Sigot. Dal basso è visibile un vicino palo in legno, il bivacco si vede solo all'ultimo momento.
La vista verso est è aperta sulla media e bassa Val di Susa mentre a ovest si trova il Passo dei Fourneaux meridionale. Dal bivacco si vede a destra la Punta Sommeiller, la cui cima vista da qui è una cresta con all'inizio due pinnacoli rocciosi. Entriamo nella conca pietrosa dove c'è il lago Galambra, passiamo accanto a due costruzioni in rovina con probabile funzione militare, e sempre su sentiero ghiaioso arriviamo al Passo dei Fourneaux meridionale.
Per cresta detritica percorsa da traccia arriviamo su una prima elevazione, con Madonnina, svoltiamo a sinistra e perdiamo una trentina di metri fino al Passo dei Fourneaux settentrionale. Il sentiero riprende a salire, tra affioramenti rocciosi di diverso tipo, passa accanto a due piccoli pinnacoli (che non sono quelli della cima) e supera gli ultimi 100 metri di dislivello che sono i più ripidi.
La cima, che prosegue con una cresta quasi pianeggiante, è segnata da un cartello di vetta e da un segnale trigonometrico. Le nuvole coprono le cime delle montagne, si vede solo il paesaggio detritico circostante dove nel 2019 potete venire a festeggiare i 50 anni dello sbarco sulla Luna.
Tornati al Passo dei Fourneaux meridionale il cartello che indica 1h50 per il rifugio ci sembra esagerato ma stavolta in difetto e infatti impiegheremo 2h30.
Dimenticavo: dopo il rifugio abbiamo incontrato solo 4 persone in un ambiente poco antropizzato nonostante la strada e il rifugio.
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