Pizzo Marona - Monte Zeda - Rifugio Pian Cavallone, 2051-2156 m
|
||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Da tempo desidero raggiungere la cima del Monte Zeda, ma la lontananza del luogo finora mi ha fatto desistere da questa meta.
In vista di un weekend nel varesotto ne approfitto per partire di buonora il mattino e raggiungere il parcheggio in prossimità della cappella Porta a quota 1050 m. La strada è asfaltata fino all'ingresso del parcheggio.
Le segnavie verticali indicano chiaramente il percorso da seguire per raggiungere il Rifugio Pian Cavallone, risalendo su un comodo e bel sentiero e nel fresco bosco. La giornata è molto calda.
Appena sotto il rifugio le piante lasciano spazio ai prati. Una breve sosta sulla terrazza del rifugio con vista lago maggiore e poi riprendo subito il cammino verso la vicina cappella del Pian Cavallone.
Qui le strade da percorrere sono due. La prima sale alla cima I Balmit 1667 m e poi scende verso il colle Forcola, la seconda percorre il traverso sul pendio ovest con lo stesso obiettivo. Entrambe i percorsi sono ricchi di vegetazione che soprattutto a stagione inoltrata possono rendere la traccia poco visibile o nascondere insidie. Personalmente, anche a seguito di ricerche effettuate sulla zona, decido di percorrere il traverso che, a parte qualche passaggio su roccette, risulta abbastanza semplice. Anche la vegetazione permette di avanzare senza troppe difficoltà e la traccia è sempre ben evidente.
Dal Colle della Forcella 1518 m inizia il divertimento. La traccia quasi sparisce tra erba alta e cespugli e seguirla risulta difficile. Il percorso si sviluppa sul pendio est della Cima Cugnacorta 1894 m, molto esposto sulla sottostante valle. La traccia esile e nascosta dalla vegetazione non aiuta la progressione che rallenta notevolmente fino al raggiungimento della Scala Santa. Ora riesco a procedere più facilmente e mi porto al Passo del Diavolo dove supero un piccolo tratto di cresta rocciosa aerea e molto panoramica, senza difficoltà, e raggiungo il ricovero e il vicino PIzzo Marona. Il panorama è semplicemente fantastico, peccato che fastidiosi tafani mi inducano ad abbandonare velocemente la zona in direzione Molto Zeda, che ad occhio appare vicino. In realtà il tragitto da percorrere è ancora lungo. Dal Pizzo Marona, infatti, bisogna calarsi nel vero senso della parole sulla parete est attrezzata anche di catene perdendo così una cinquantina di metri di quota. Più in basso la traccia, sempre in parte attrezzata, procede in piano ed esposta fino a raggiungere il passo prima della vetta dello Zeda. Ora senza particolari difficoltà raggiungo la bella croce di vetta, anch'essa estremamente panoramica, e anch'essa ricca di fastidiosi insetti.
Rientro per la stessa via di salita.

Kommentare (3)