Traversata Tamierhorn - Basodino
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Poge:
Oggi ci attende una gran bella avventura, ci sono molteplici "ingredienti" succulenti che non possono far altro che sfornare un piatto ricco e gustoso ... e come rifiutare un simile invito a partecipare?
Ormai ci salutano quasi come delle vecchie conoscenze all'autogrill di Avegno, punto di ritrovo delle nostre ultime scorribande in Val Maggia ma a noi interessa solo un caffè ... importante pillola di ricarica considerato l'orario mattiniero. E' quindi ad un ottimo orario che parcheggiamo nei pressi di San Carlo (Val Bavona) e imbocchiamo il comodo sentiero che sale al Rifugio Piano delle Creste, che ci permette per un buon tratto di guadagnare quota velocemente, per poi traversare con pendenze più morbide e sbucare quasi all'improvviso nella stupenda piana in cui sorge il Rifugio.
Arrivati al Rifugio i due gestori ci accolgono con simpatia e calore, dicendomi anche che mi vedono poco affaticato, quasi fresco ... ma quando, nell'attesa del caffè (altra pillola di ricarica), parliamo delle nostre destinazioni ... comprendono che l'arrivo al rifugio rappresenta "solo" una tappa intermedia del viaggio.
Continuiamo baldanzosi lungo il sentiero segnato verso il Tamierpass che con un ampio semi-cerchio si inoltra nel vallone alle spalle del Rifugio. Lo seguiamo fedelmente fino a quota 2700 circa, poco sotto il Tamierpass, quasi al centro di un'ampia conca ancora innevata, dove abbandoniamo il tracciato principale per puntare in direzione del Passo d'Antabia, seguendo qualche sporadico ometto. A quota 2800 o poco più, svoltiamo in direzione ovest, andando a risalire la pietraia (non difficile ma con sassi instabili) che porta direttamente alla sella compresa tra la quota 3065 e la vetta del Tamierhorn. Ora non ci resta che seguire più o meno fedelmente la cresta che con qualche breve passaggio di arrampicata ci fa metter piede sulla prima vetta.
Lo spettacolo intorno a noi è magnifico e noi ce lo gustiamo con calma prima di ripartire per il prossimo obiettivo: il Basodino.
Per prima cosa bisogna raggiungere il Passo d'Antabia, muovendosi tra grossi blocchi di roccia e perdendo gradualmente quota, rimanendo sempre sul versante ovest (Italia), anche questo tratto non presenta particolari difficoltà se non il rischio di far muovere qualcosa di grosso e tirarlo in testa al compagno. Raggiunto il passo si continua sull'ampia dorsale verso la Cima Sud del Basodino, inizialmente quasi al centro del pendio su terreno instabile e detritico per poi spostarsi maggiormente verso il filo di cresta, sempre su pietraia, ma che risulta più stabile permettendo una progressione più agevole.
Giunti a quota 3236, sulla Cima Sud, si apre davanti a noi il proseguimento della cresta che ora si fa decisamente più stretta e più alpinistica ... bellissima! Pausa di concentrazione e via ... proseguiamo l'avventura! Per i primi metri rimaniamo sul versante est (Svizzera), per aggirare alcuni spuntoni per poi riportarci sul filo andando ad affrontare direttamene alcuni gradini rocciosi che superiamo con qualche passaggio di arrampicata. Rimaniamo ora sempre sul filo di cresta affrontando alcuni passaggi aerei e scenografici ma per la maggior parte ben appigliati ... è quindi con soddisfazione ed emozione che tocchiamo la vetta del Basodino, "sorretta" dal suo ampio ghiacciaio.
Qualche foto di rito e poi giù lungo la cresta est per andare a metter piede (o meglio rampone) sul ghiacciaio che, nonostante sembri in ottime condizioni e non presenti crepacci aperti, preferiamo attraversare legati in cordata ... anche per questioni didattiche. La discesa sulla neve fila via liscia e in breve ci ritroviamo già slegati e pronti ad affrontare la lunga strada che ancora ci manca. Imboccato il sentiero ufficiale perdiamo quota fino a sbucare sul balcone che svela in tutta la sua bellezza il Lago del Zott. Arrivati a bordo lago ci attende un complicato guado, da non sottovalutare. Qui le strade si dividono, Ale e Guido vanno avanti e con un guizzo degno di Ben Johnson riescono a prendere l'ultima funivia mentre io attendo Emiliano con cui si era già più o meno deciso di scendere a piedi per completare il giro. Ma ad ogni modo non essendoci più funivie la scelta risulta obbligata.
E' così, dopo il rifornimento acqua alla Capanna Basodino, ci accingiamo ad iniziare la calata verso San Carlo. Il buon sentiero permette una discesa tutto sommato comoda, giungendo senza intoppi sopra a San Carlo, dove i nostri compagni di avventura ci raccolgono in macchina evitandoci così gli ultimi tornanti su asfalto: perfetto!
Come da previsioni, visti gli ingredienti, oggi non poteva che essere una gran bella giornata di montagna e noi il gustoso piatto lo abbiamo mangiato tutto ... anzi, abbiamo pure fatto "scarpetta"!
froloccone
Gita e compagnia fenomenali......Non è mancato davvero nulla.
Aver raggiunto appena in tempo l'ultima funivia per San Carlo è stata la ciliegina sulla torta, risparmiandoci, oltre ai 1000 m di discesa, anche le ginocchia e i piedi che sarebbero arrivati distrutti alla macchina a causa dei "ferri da stiro".
Grazie ragazzi!!! Un'uscita indimenticabile nel fantastico mondo del Basòdino.
Poncione
Dice bene Andrea, bellissima avventura in scenari di incomparabile bellezza alpina che invitano a un ritorno, visto che qui c'è davvero molto da fare. ;) Grazie a tutta la "cordata"... Avanti così.
Oggi ci attende una gran bella avventura, ci sono molteplici "ingredienti" succulenti che non possono far altro che sfornare un piatto ricco e gustoso ... e come rifiutare un simile invito a partecipare?
Ormai ci salutano quasi come delle vecchie conoscenze all'autogrill di Avegno, punto di ritrovo delle nostre ultime scorribande in Val Maggia ma a noi interessa solo un caffè ... importante pillola di ricarica considerato l'orario mattiniero. E' quindi ad un ottimo orario che parcheggiamo nei pressi di San Carlo (Val Bavona) e imbocchiamo il comodo sentiero che sale al Rifugio Piano delle Creste, che ci permette per un buon tratto di guadagnare quota velocemente, per poi traversare con pendenze più morbide e sbucare quasi all'improvviso nella stupenda piana in cui sorge il Rifugio.
Arrivati al Rifugio i due gestori ci accolgono con simpatia e calore, dicendomi anche che mi vedono poco affaticato, quasi fresco ... ma quando, nell'attesa del caffè (altra pillola di ricarica), parliamo delle nostre destinazioni ... comprendono che l'arrivo al rifugio rappresenta "solo" una tappa intermedia del viaggio.
Continuiamo baldanzosi lungo il sentiero segnato verso il Tamierpass che con un ampio semi-cerchio si inoltra nel vallone alle spalle del Rifugio. Lo seguiamo fedelmente fino a quota 2700 circa, poco sotto il Tamierpass, quasi al centro di un'ampia conca ancora innevata, dove abbandoniamo il tracciato principale per puntare in direzione del Passo d'Antabia, seguendo qualche sporadico ometto. A quota 2800 o poco più, svoltiamo in direzione ovest, andando a risalire la pietraia (non difficile ma con sassi instabili) che porta direttamente alla sella compresa tra la quota 3065 e la vetta del Tamierhorn. Ora non ci resta che seguire più o meno fedelmente la cresta che con qualche breve passaggio di arrampicata ci fa metter piede sulla prima vetta.
Lo spettacolo intorno a noi è magnifico e noi ce lo gustiamo con calma prima di ripartire per il prossimo obiettivo: il Basodino.
Per prima cosa bisogna raggiungere il Passo d'Antabia, muovendosi tra grossi blocchi di roccia e perdendo gradualmente quota, rimanendo sempre sul versante ovest (Italia), anche questo tratto non presenta particolari difficoltà se non il rischio di far muovere qualcosa di grosso e tirarlo in testa al compagno. Raggiunto il passo si continua sull'ampia dorsale verso la Cima Sud del Basodino, inizialmente quasi al centro del pendio su terreno instabile e detritico per poi spostarsi maggiormente verso il filo di cresta, sempre su pietraia, ma che risulta più stabile permettendo una progressione più agevole.
Giunti a quota 3236, sulla Cima Sud, si apre davanti a noi il proseguimento della cresta che ora si fa decisamente più stretta e più alpinistica ... bellissima! Pausa di concentrazione e via ... proseguiamo l'avventura! Per i primi metri rimaniamo sul versante est (Svizzera), per aggirare alcuni spuntoni per poi riportarci sul filo andando ad affrontare direttamene alcuni gradini rocciosi che superiamo con qualche passaggio di arrampicata. Rimaniamo ora sempre sul filo di cresta affrontando alcuni passaggi aerei e scenografici ma per la maggior parte ben appigliati ... è quindi con soddisfazione ed emozione che tocchiamo la vetta del Basodino, "sorretta" dal suo ampio ghiacciaio.
Qualche foto di rito e poi giù lungo la cresta est per andare a metter piede (o meglio rampone) sul ghiacciaio che, nonostante sembri in ottime condizioni e non presenti crepacci aperti, preferiamo attraversare legati in cordata ... anche per questioni didattiche. La discesa sulla neve fila via liscia e in breve ci ritroviamo già slegati e pronti ad affrontare la lunga strada che ancora ci manca. Imboccato il sentiero ufficiale perdiamo quota fino a sbucare sul balcone che svela in tutta la sua bellezza il Lago del Zott. Arrivati a bordo lago ci attende un complicato guado, da non sottovalutare. Qui le strade si dividono, Ale e Guido vanno avanti e con un guizzo degno di Ben Johnson riescono a prendere l'ultima funivia mentre io attendo Emiliano con cui si era già più o meno deciso di scendere a piedi per completare il giro. Ma ad ogni modo non essendoci più funivie la scelta risulta obbligata.
E' così, dopo il rifornimento acqua alla Capanna Basodino, ci accingiamo ad iniziare la calata verso San Carlo. Il buon sentiero permette una discesa tutto sommato comoda, giungendo senza intoppi sopra a San Carlo, dove i nostri compagni di avventura ci raccolgono in macchina evitandoci così gli ultimi tornanti su asfalto: perfetto!
Come da previsioni, visti gli ingredienti, oggi non poteva che essere una gran bella giornata di montagna e noi il gustoso piatto lo abbiamo mangiato tutto ... anzi, abbiamo pure fatto "scarpetta"!
froloccone
Gita e compagnia fenomenali......Non è mancato davvero nulla.
Aver raggiunto appena in tempo l'ultima funivia per San Carlo è stata la ciliegina sulla torta, risparmiandoci, oltre ai 1000 m di discesa, anche le ginocchia e i piedi che sarebbero arrivati distrutti alla macchina a causa dei "ferri da stiro".
Grazie ragazzi!!! Un'uscita indimenticabile nel fantastico mondo del Basòdino.
Poncione
Dice bene Andrea, bellissima avventura in scenari di incomparabile bellezza alpina che invitano a un ritorno, visto che qui c'è davvero molto da fare. ;) Grazie a tutta la "cordata"... Avanti così.
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