Sulle orme di Aldo Cattaneo. Da Dandrio al Piano della Parete
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Poco prima di Dandrio lo sguardo del viandante è catturato da una cascata che salta giù dalle rocce e da un susseguirsi di pareti che sembrano toccare il cielo. Lassù, oltre i dirupi, il misterioso Piano della Parete contornato dalle figure altere della Cima Rossa e della Cima dei Cugn. Raggiungere il Piano della Parete seguendo il corso del Ri di Furbeda è cosa da pochi.
Sulla Guida delle Alpi Ticinesi Giuseppe Brenna riporta una commovente e avventurosa descrizione di aldo cattaneo, il farmacista luganese che tanto ha esplorato i nostri monti. Vere relazioni non se ne trovano anche se in vetta scopriremo che questo itinerario è percorso da gente del posto.
In occasione della salita all'Adula avevo esaminato attentamente il percorso da Cusié. L'analisi accurata della CNS in versione on-line conferma l'impressione visiva e disegna un percorso logico che sfrutta il sentierino ancora riportato dalle vecchie carte che parte a nord di Dandrio, poi traversa il Ri della Furbeda per salire al P. 2041 dove torna a sinistra verso il fiume per seguire un altro costone che porta all'uscita. Così quando Manuel accetta con entusiasmo la proposta tutto è pronto.
Parcheggiato a Dandrio saliamo appena a sinistra del paese (inizio della strada per Fontané) per tracce fino a raggiungere un discreto sentierino che probabilmente proviene da Fontané e che ci porta sopra la fascia di roccia della prima cascata. Da qui ci sono solo vaghe tracce nell'erba; superata a destra una fascia di rocce saliamo in diagonale verso sinistra per raggiungere la seconda fascia che si supera a risvolti con passaggi ripidi ed esposti. Non bisogna salire troppo, appena possibile (verso quota 1750) si comincia una traversata nell'erba a destra e in leggera salita si entra nella valle seguendo tracce esposte sul letto del fiume.
Si raggiunge il guado in un punto logico fra due scivoli (circa a quota 1760) e si traversa per raggiungere il fianco della quota 2041. Con sorpresa troviamo una discreta traccia nella vegetazione, che poi ci porta sul costone e a destra di esso aggirando gli ontani dove la vista si apre verso Pinadera. Incontriamo delle deviazioni che portano nella valle che scendono da Cengio Tamburino e continuano verso Pinadera. La prossima esplorazione ci attende!
Noi invece continuiamo sul costone a svolte fin sotto la cima 2041 che aggiriamo a destra fino ad una sella. Saliamo in breve sulla cima che decidiamo di battezzare 'Pizzo Aldo' in onore del Cattaneo. Tornati alla sella aggiriamo il salto di rocce su di una traccia a destra e torniamo sul costone per raggiungere il bel pianoro erboso di quota 2080 che offre una vista splendida. Qui dopo un po' di dibattiti ci buttiamo negli ontani con una traversata a sinitra in legera salita seguendo una traccia di camosci. E' fondamentale trovare la traccia perché il primo canale ha un passaggio obbligato, poi la traccia traversa un secondo canale ed arriva ai piedi delle rocce di quota 2140, traversa un terzo canale e sbuca nei prati sul fianco del fiume. Qui forse si può arrivare anche seguendo il costone e poi con una traversata in piano attorno a quota 2200.
Ci si trova in un grande anfiteatro erboso chiuso in alto da fasce di roccia; a sinistra si vede bene il passaggio obbligato che porta alla parte superiore del pendio, là dove il Ri di Furbeda fa' una grande curva. E lassù in alto due grandi cascate precipitano spumeggiando dal piano della parete. Incredibilmente troviamo ancora un sentierino che salve a svolte, a quota 2280 raggiungiamo la bastionata nel suo punto più facile, appena sopra il fiume.
Di qui il percorso è più semplice ma non meno spettacolare. Seguiamo il costone con facili passaggi su rocce passando per Pinadera; siamo proprio di fronte alle spettacolari cascate superiori. A quota 2600 metri finalmente usciamo nel piano della parete, una grande anfiteatro coronato dalla Cima Rossa e dalla Cima dei Cogn. La fatica si fa' sentira, ci paghiamo ancora il remoto Cavalllo Bianco e poi attacchiamo la semplice cresta rocciosa che sale alla cima dei Cugn.
In vetta non è finita, la traversata alla cima Rossa ha ancora un bel dislivello e una cresta che sembra arcigna, ma in realtà è abbastanza semplice; è importante non farsi attirare sui fianchi ma seguire il più possibile il filo. Superato il passaggio di II grado nel canalino siamo in vetta. Panorama sterminato in tutte le direzioni.
La discesa è tutto meno che semplice; seguiamo l'itnerario diretto dell'Alpe di Piotta descritto da Brenna, dappima seguendo la cresta SW, poi a sinistra verso le pietraie. La successiva fascia di rocce si attacca al centro su balze erbose per poi deviare verso sinistra dove una cengetta obbligata permette di superare la parete e scendere sul nevaio sottostante. Continuiamo su pietraie sfruttando qualche resto di nevai per raggiungere finalmente i prati dell'Alpe di Piotta. Personalmente ho trovato questa discesa a fine gita faticosa anche perché richiede continuamente concentrazione.
Per fortuna dall'Alpe di Piotta c'è un bel sentiero che porta rapidamente a Fontané e poi di nuovo a Dandrio, dove ammiriamo la cascata; ora noi sappiamo cosa nasconde la grande parete da cui sgorga.
Itinerario formidabile per veri montanari. Ambiente randioso e selvaggio. La chiave è studiare bene il percorso. La parte più difficile sono i prati fra quota 1500 e 1700 assolutamente da evitare con tempo umido; più su si tratta di districarsi fra fasce di roccia e ontani cercando di profittare delle tracce che si ritrovano. Senza dimenticare che non c'è una via veramente semplice per scendere.
Versione tedesca qui.
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