Cima d'Asta (2847 m) da Malga Sorgazza (1450 m)
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Partenza ore 8 dal parcheggio davanti a Malga Sorgazza in compagnia di mia moglie e di Lothar, il nostro dobermann. L'intenzione era di raggiungere il Rifugio Brentari e chiedere se la via verso la vetta fosse percorribile anche con il quadrupede al seguito.
Prendiamo la strada sterrata che costeggia il bacino d'acqua dell'Enel e dopo una mezz'oretta raggiungiamo la casupola della teleferica che serve il Rifugio Brentari da dove parte il sentiero 327 verso lo stesso.
Il sentiero si snoda all'interno del fitto bosco con una salita moderata che si fa via via più impegnativa fino a raggiungere quota 2000 m dove si trova il bivio con il sentiero 326 verso la forcella Magna. Proseguiamo sul 327 fino ai piedi delle placconate di granito dove possiamo scegliere se continuare sul sentiero classificato per esperti o se prendere la variante più semplice denominata "Trodo degli Asini" (in entrambi i casi manca 1 ora al rif. Brentari). Scegliamo la seconda per evitare di doverci arrampicare con il cane su massi instabili e nel tempo evidenziato dai cartelli raggiungiamo al Rifugio (totale dalla partenza 3 ore)
Deviamo di qualche passo per scendere al lago ancora parzialmente ghiacciato e risaliamo al Brentari.
La giornata è bellissima e ci fermiamo per qualche foto e per prendere fiato.
Uno dei ragazzi gestori del Rifugio ci spiega le due possibili salite a Cima d'Asta, una per il canalone sulla sinistra, con percorso non segnato e solo con parziali traccie da seguire e l'altra per la via normale. Scegliamo la seconda che in un'ora e 30 minuti ci porterà alla cima passando da un breve tratto attrezzato, ma per nulla pericoloso, e dalla forcella ancora innevata.
Il cane non ha avuto particolari problemi, è stato aiutato solo in un paio di punti.
Arrivati in cima si gode di una vista splendida a 360° sulla catena del Lagorai, sulle Dolomiti bellunesi fino ad arrivare alle Pale di San Martino.
A fianco della cima si trova il bivacco Cavinato dove alcuni ragazzi avevano passato la notte.
Ci sediamo nei pressi della croce per mangiare i nostri panini e godere del panorama, raccolte le nostre cose ritorniamo verso il rifugio dallo stesso percorso dal quale siamo arrivati. Incrociamo altre due persone che stanno salendo, scambiamo due battute ed uno dei due ci fa notare che non si vedono tanti cani arrivare fin lassù.. meno che meno dei dobermann aggiungerei io!
Tornati al rifugio ci gustiamo una meritatissima birra (io) e un "Parampampoli" mia moglie che scopriamo essere un liquore inventato dal gestore del Rif. Crucolo e diventato ormai tipico della zona.
Seguendo sempre la stessa via della salita torniamo alla macchina.
Prendiamo la strada sterrata che costeggia il bacino d'acqua dell'Enel e dopo una mezz'oretta raggiungiamo la casupola della teleferica che serve il Rifugio Brentari da dove parte il sentiero 327 verso lo stesso.
Il sentiero si snoda all'interno del fitto bosco con una salita moderata che si fa via via più impegnativa fino a raggiungere quota 2000 m dove si trova il bivio con il sentiero 326 verso la forcella Magna. Proseguiamo sul 327 fino ai piedi delle placconate di granito dove possiamo scegliere se continuare sul sentiero classificato per esperti o se prendere la variante più semplice denominata "Trodo degli Asini" (in entrambi i casi manca 1 ora al rif. Brentari). Scegliamo la seconda per evitare di doverci arrampicare con il cane su massi instabili e nel tempo evidenziato dai cartelli raggiungiamo al Rifugio (totale dalla partenza 3 ore)
Deviamo di qualche passo per scendere al lago ancora parzialmente ghiacciato e risaliamo al Brentari.
La giornata è bellissima e ci fermiamo per qualche foto e per prendere fiato.
Uno dei ragazzi gestori del Rifugio ci spiega le due possibili salite a Cima d'Asta, una per il canalone sulla sinistra, con percorso non segnato e solo con parziali traccie da seguire e l'altra per la via normale. Scegliamo la seconda che in un'ora e 30 minuti ci porterà alla cima passando da un breve tratto attrezzato, ma per nulla pericoloso, e dalla forcella ancora innevata.
Il cane non ha avuto particolari problemi, è stato aiutato solo in un paio di punti.
Arrivati in cima si gode di una vista splendida a 360° sulla catena del Lagorai, sulle Dolomiti bellunesi fino ad arrivare alle Pale di San Martino.
A fianco della cima si trova il bivacco Cavinato dove alcuni ragazzi avevano passato la notte.
Ci sediamo nei pressi della croce per mangiare i nostri panini e godere del panorama, raccolte le nostre cose ritorniamo verso il rifugio dallo stesso percorso dal quale siamo arrivati. Incrociamo altre due persone che stanno salendo, scambiamo due battute ed uno dei due ci fa notare che non si vedono tanti cani arrivare fin lassù.. meno che meno dei dobermann aggiungerei io!
Tornati al rifugio ci gustiamo una meritatissima birra (io) e un "Parampampoli" mia moglie che scopriamo essere un liquore inventato dal gestore del Rif. Crucolo e diventato ormai tipico della zona.
Seguendo sempre la stessa via della salita torniamo alla macchina.
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