Rifugio Allievi-Bonacossa
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Tolgo una delle mie macchie bianche dalla carta delle montagne lombarde. Escursione a basso impatto ambientale in treno fino a Morbegno, poi autobus fino a San Martino e navetta in Val di Mello fino alla Trattoria Gatto Rosso.
Quando il sentiero si stacca dal fondovalle un cartello indica 3 ore per il rifugio Allievi. Il sentiero risale la Val di Zocca presentando spesso tratti abbastanza ripidi. Sono immerso nel regno della granodiorite detta "Ghiandone", tra pareti da leggenda che magari qualcuno sa identificare. Man mano che si sale, alcuni spuntoni che sembravano toccare il cielo si rivelano semplici "spalle", però estreme.
Alla Croce Parravicini, ingresso dell'ampio Pianone di Zocca, si ha una bella vista delle cime alla testata della valle, tra cui la Cima di Castello, punto più alto del "plutone" granitico-granodioritico Masino-Bregaglia.
Attraversato il pianoro, rimangono da salire gli ultimi 400 metri di dislivello lungo il sentiero che conduce al rifugio.
Al rifugio faccio una sosta molto breve e nel ritorno mi devo impegnare un poco per prendere una navetta che mi permetta di non perdere l'autobus delle 16.57 a San Martino.
La prima parte dell'itinerario percorre comodamente il fondovalle della val di Mello. Un cartello lungo il sentiero di fondovalle indica 4h15 per il rifugio Allievi come tempo di salita per un camminatore e 5h30 per una famiglia. Per salire impiegherò poco meno di 4 ore, in totale camminerò per circa 7 ore.
Quando il sentiero si stacca dal fondovalle un cartello indica 3 ore per il rifugio Allievi. Il sentiero risale la Val di Zocca presentando spesso tratti abbastanza ripidi. Sono immerso nel regno della granodiorite detta "Ghiandone", tra pareti da leggenda che magari qualcuno sa identificare. Man mano che si sale, alcuni spuntoni che sembravano toccare il cielo si rivelano semplici "spalle", però estreme.
Alla Croce Parravicini, ingresso dell'ampio Pianone di Zocca, si ha una bella vista delle cime alla testata della valle, tra cui la Cima di Castello, punto più alto del "plutone" granitico-granodioritico Masino-Bregaglia.
Attraversato il pianoro, rimangono da salire gli ultimi 400 metri di dislivello lungo il sentiero che conduce al rifugio.
Al rifugio faccio una sosta molto breve e nel ritorno mi devo impegnare un poco per prendere una navetta che mi permetta di non perdere l'autobus delle 16.57 a San Martino.
Tourengänger:
andrea62

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