Monte Due Mani
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Tanti anni ormai che non salivamo più sul Monte Due Mani: l'anno scorso avevamo percorso solo la ferrata e nel passato un paio di scialpinistiche al vicino Zucco di Desio, per cui, agevolati dalla solita mattina libera, organizziamo un veloce anello sul versante di Ballabio. L'ambiente delle ripide praterie sommitali, a questa stagione ricchissime di stupende fioriture, si alterna agli affioramenti di guglie rocciose che raggiungono il culmine nel divertente percorso della cresta sud; amplissimo, naturalmente, il panorama dalla vetta, ma molto brutto l'ormai caratteristico bivacco a forma di igloo sulla vetta.
Dal parcheggio si risale la provinciale fino alla Località Gera (antica trattoria) dove, sulla destra - segnalazioni - si addentra una strada privata: al suo termine, presso un guado, si entra nel bosco trovando il sentiero. Una serie di traversi e tornanti con discreta pendenza accompagna fino alla Baita di Bertu e Peppo, appoggiata su di un terrazzo dove gli alberi cominciano a diradarsi. Proseguendo per una trentina di metri, si incontra un bivio: a destra (via di ritorno) si sale verso il Bivacco Emanuela, a sinistra si inizia la ripidissima ascesa del "canalone"; con pochi indispensabili cambiamenti di direzione, ma soprattutto per la linea di massima pendenza, il sentiero sale nell'erba concatenando una serie di piccole dorsali. Verso l'alto cominciano ad affiorare alcuni pinnacoli rocciosi ed il sentiero tende a contornarli ove più agevole percorrendo talora qualche esposta cengetta: non esistono attrezzature e l'uso delle mani per mantenere l'equilibrio è frequente. Un'ultima impennata erbosa conduce direttamente sulla cima presso la croce e l'igloo. La discesa lungo la cresta sud è molto rocciosa e abbondantemente attrezzata con catene corrimano: la traccia scorre prevalentemente sul filo del crinale, ma occasionalmente si abbassa sui versanti per evitare tratti poco solidi o eccessivamente frastagliati; quando sul percorso comincia a prevalere il terreno erboso si incontra un bivio: proseguendo diritto si va a raggiungere il termine della ferrata "Contessi" ed il suo sentiero di rientro; a destra invece si scende con ripidissime serpentine fino al dosso che ospita il baitello di legno del Bivacco Emanuela. Da qui, traversando a destra nel rado bosco, si va a raggiungere facilmente la baita di Bertu e Peppo, incontrata sul percorso di salita: lasciando a destra la via di accesso già usata all'andata, si imbocca, presso una legnaia, il pochissimo frequentato sentiero di raccordo con la Baita Bongio; è una ripida traccia che scende, talora quasi invisibile nell'erba alta e che in solo punto si aiuta con un cavo corrimano nel superamento di un saltino roccioso, fino a superare il torrentello di fondovalle. Dopo poche decine di metri in salita, si arriva in vicinanza della Baita Bongio (a cui sarebbe possibile scendere direttamente dal Bivacco Emanuela), dove termina una stretta carrareccia di collegamento con Ballabio. Seguendo le ampie curve di questa pista, si guada un corso d'acqua e poi lo si affianca scendendo dominati sulla destra dalle difficili rocce della falesia "Torrette"; in breve si raggiungono le prime abitazioni di Ballabio (Via Valderia) e quindi si attraversa la provinciale, proprio in corrispondenza del parcheggio dell'oratorio.
https://www.relive.cc/view/g21801279741
Dal parcheggio si risale la provinciale fino alla Località Gera (antica trattoria) dove, sulla destra - segnalazioni - si addentra una strada privata: al suo termine, presso un guado, si entra nel bosco trovando il sentiero. Una serie di traversi e tornanti con discreta pendenza accompagna fino alla Baita di Bertu e Peppo, appoggiata su di un terrazzo dove gli alberi cominciano a diradarsi. Proseguendo per una trentina di metri, si incontra un bivio: a destra (via di ritorno) si sale verso il Bivacco Emanuela, a sinistra si inizia la ripidissima ascesa del "canalone"; con pochi indispensabili cambiamenti di direzione, ma soprattutto per la linea di massima pendenza, il sentiero sale nell'erba concatenando una serie di piccole dorsali. Verso l'alto cominciano ad affiorare alcuni pinnacoli rocciosi ed il sentiero tende a contornarli ove più agevole percorrendo talora qualche esposta cengetta: non esistono attrezzature e l'uso delle mani per mantenere l'equilibrio è frequente. Un'ultima impennata erbosa conduce direttamente sulla cima presso la croce e l'igloo. La discesa lungo la cresta sud è molto rocciosa e abbondantemente attrezzata con catene corrimano: la traccia scorre prevalentemente sul filo del crinale, ma occasionalmente si abbassa sui versanti per evitare tratti poco solidi o eccessivamente frastagliati; quando sul percorso comincia a prevalere il terreno erboso si incontra un bivio: proseguendo diritto si va a raggiungere il termine della ferrata "Contessi" ed il suo sentiero di rientro; a destra invece si scende con ripidissime serpentine fino al dosso che ospita il baitello di legno del Bivacco Emanuela. Da qui, traversando a destra nel rado bosco, si va a raggiungere facilmente la baita di Bertu e Peppo, incontrata sul percorso di salita: lasciando a destra la via di accesso già usata all'andata, si imbocca, presso una legnaia, il pochissimo frequentato sentiero di raccordo con la Baita Bongio; è una ripida traccia che scende, talora quasi invisibile nell'erba alta e che in solo punto si aiuta con un cavo corrimano nel superamento di un saltino roccioso, fino a superare il torrentello di fondovalle. Dopo poche decine di metri in salita, si arriva in vicinanza della Baita Bongio (a cui sarebbe possibile scendere direttamente dal Bivacco Emanuela), dove termina una stretta carrareccia di collegamento con Ballabio. Seguendo le ampie curve di questa pista, si guada un corso d'acqua e poi lo si affianca scendendo dominati sulla destra dalle difficili rocce della falesia "Torrette"; in breve si raggiungono le prime abitazioni di Ballabio (Via Valderia) e quindi si attraversa la provinciale, proprio in corrispondenza del parcheggio dell'oratorio.
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