Cimone della Bagozza Mt. 2409
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Oggi abbiamo in testa molte mete e fino all’orario di partenza siamo ancora indecisi.....
Scegliamo la meta con il dislivello più corto….ma, tra le tante che abbiamo in mente, anche quella forse più impegnativa, il Cimone della Bagozza!!! Abbiamo voglia di vedere e scoprire zone per noi inedite...
Già in settimana avevo fatto una telefonata al capanat del rifugio Cimone della Bagozza, per sapere se c’era rimasto qualche nevaio, il simpatico rifugista mi rassicura dicendo che la neve è veramente poca, tranne un nevaio al passo dell’Ortica…… sarà il nostro incubo fino a che non lo vedremo e non ne saremo fuori...!!!!!!
Mi chiede che cime ho fatto per capire un po’ il mio livelllo…. .. ehm, direi basso, gli dico:” Forse per noi sono più indicati il monte Gardena e il Monte Campioncino”, mi risponde: “ Sono per i nonni”…....
Caro capanat, nonni o no, saliremo in futuro anche su questi monti, tranquilli e riposanti e mentre salivamo sul Cimone dinanzi a noi compaiono gli erbosi e verdeggianti Monti Gardena, Campione e Campioncino e non nascondo che li abbiamo guardati con una certa invidia…..!!!
Comunque ormai per la giornata di oggi la scelta è fatta....
Raggiungiamo Cimalbosco di Schilpario in Val di Scalve e seguendo la comoda sterrata saliamo alla meravigliosa Conca dei Campelli.
Qui il pascolo si alterna a dossi di rododendri e ginepri, mentre il verde delle piante si mescola al bianco delle rocce.
Abbandoniamo la carrareccia che porta al rifugio Campione, per prendere sulla destra il sentiero che ci porta al piccolo lago dei Campelli in ambiente morenico e da qui inizia la vera e propria ascensione, sullo sfondo davanti a noi l’elegante cuspide del Cimone della Bagozza.
Ma cominciamo a preoccuparci, osservato da lontano il ghiaione è veramente impressionante, almeno per noi.....!!!!!....senonché sentiamo un boato, guardiamo meglio….. due massi, non certo piccoli , si rincorrono su un nevaio proprio dove tra un po' dovremmo passare....
A questo punto ci siamo detti , andiamo avanti e valuteremo a mano a mano che procederemo.
Costeggiato a destra il laghetto puntiamo verso il Cimone rimontando inizialmente le antiche morene colonizzate dalla vegetazione e poi verso il nudo vallone, ricoperto solo da rocce e sfasciumi calcarei discendenti dalle alte pareti soprastanti.
Qui incontriamo dei ragazzi che stanno già scendendo e ci dicono di tenere la sinistra, perché sta venendo giù un po’ di tutto.
Mah?... un po’ di tutto… ..!!!!! noi abbiamo visto solo due massi… procediamo comunque cauti e seguendo i loro consigli.
Incontriamo altre persone, anche loro in discesa, praticamente siamo gli ultimi a salire…
Il cielo nel frattempo si è coperto di nuvoloni, beh, se dovesse piovere dobbiamo letteralmente scappare.
Siamo nel bel mezzo del lungo e vasto ghiaione del canalone che con buona dose di fatica risaliamo seguendo all'inizio tracce di passaggio a zig-zag, ad un certo punto abbiamo perso la traccia, comunque c’è da dire che sotto i nostri piedi si muove tutto, a volte facciamo due passi avanti e uno indietro.
Dopo non poche tribolazioni giungiamo finalmente al Passo delle Ortiche ed ecco il ripidissimo nevaio, già il Passo non è il massimo se poi c’è anche la neve…sfruttiamo comunque le tracce di chi ci ha preceduto e senza grosse difficoltà siamo al colletto...
Dal Passo risaliamo abbastanza agevolmente il crestone erboso frammisto di sporgenti facili roccette fino a pervenire alla vetta del Cimone della Bagozza , dov’è posta una grande croce metallica.
Il cielo ora è solcato da nuvoloni, che impediscono di vedere il panorama.
Rimaniamo in vetta 10 minuti e poi scendiamo subito, per paura che il tempo peggiori e che possa piovere.
La discesa, che temevamo fosse più impegnativa della faticosa salita, si rivela invece meno difficile, scendiamo nel lungo ghiaione, scivolando, ‘sciando’ anche piacevolmente con gli scarponi (messi a dura prova) sugli scivolosi sfasciumi.
Ed eccoci al lago.. al sicuro.... a goderci il meritato riposo…. Un boato e altri massi che scendono non dal ghiaione appena percorso ma da quello accanto….brrr….!!!!
Mentre ci riposiamo scambiamo due parole con un simpatico signore di Bergamo che sta raccogliendo spinaci selvatici, ci racconta di essere salito lo scorso anno al Pizzo Camino e per evitare un masso in caduta libera … si è rotto tibia, perone e un piede… grande persona di spirito, perché si è ripresa benissimo, nonostante l’età non proprio giovane....
Bellissima valle di Scalve e bellissimo CIMONE DELLA BAGOZZA….. ci ritorneremo senz’altro per tante altre escursioni!!!!!!!!!!!!!!!!
Nadia
Scegliamo la meta con il dislivello più corto….ma, tra le tante che abbiamo in mente, anche quella forse più impegnativa, il Cimone della Bagozza!!! Abbiamo voglia di vedere e scoprire zone per noi inedite...
Già in settimana avevo fatto una telefonata al capanat del rifugio Cimone della Bagozza, per sapere se c’era rimasto qualche nevaio, il simpatico rifugista mi rassicura dicendo che la neve è veramente poca, tranne un nevaio al passo dell’Ortica…… sarà il nostro incubo fino a che non lo vedremo e non ne saremo fuori...!!!!!!
Mi chiede che cime ho fatto per capire un po’ il mio livelllo…. .. ehm, direi basso, gli dico:” Forse per noi sono più indicati il monte Gardena e il Monte Campioncino”, mi risponde: “ Sono per i nonni”…....
Caro capanat, nonni o no, saliremo in futuro anche su questi monti, tranquilli e riposanti e mentre salivamo sul Cimone dinanzi a noi compaiono gli erbosi e verdeggianti Monti Gardena, Campione e Campioncino e non nascondo che li abbiamo guardati con una certa invidia…..!!!
Comunque ormai per la giornata di oggi la scelta è fatta....
Raggiungiamo Cimalbosco di Schilpario in Val di Scalve e seguendo la comoda sterrata saliamo alla meravigliosa Conca dei Campelli.
Qui il pascolo si alterna a dossi di rododendri e ginepri, mentre il verde delle piante si mescola al bianco delle rocce.
Abbandoniamo la carrareccia che porta al rifugio Campione, per prendere sulla destra il sentiero che ci porta al piccolo lago dei Campelli in ambiente morenico e da qui inizia la vera e propria ascensione, sullo sfondo davanti a noi l’elegante cuspide del Cimone della Bagozza.
Ma cominciamo a preoccuparci, osservato da lontano il ghiaione è veramente impressionante, almeno per noi.....!!!!!....senonché sentiamo un boato, guardiamo meglio….. due massi, non certo piccoli , si rincorrono su un nevaio proprio dove tra un po' dovremmo passare....
A questo punto ci siamo detti , andiamo avanti e valuteremo a mano a mano che procederemo.
Costeggiato a destra il laghetto puntiamo verso il Cimone rimontando inizialmente le antiche morene colonizzate dalla vegetazione e poi verso il nudo vallone, ricoperto solo da rocce e sfasciumi calcarei discendenti dalle alte pareti soprastanti.
Qui incontriamo dei ragazzi che stanno già scendendo e ci dicono di tenere la sinistra, perché sta venendo giù un po’ di tutto.
Mah?... un po’ di tutto… ..!!!!! noi abbiamo visto solo due massi… procediamo comunque cauti e seguendo i loro consigli.
Incontriamo altre persone, anche loro in discesa, praticamente siamo gli ultimi a salire…
Il cielo nel frattempo si è coperto di nuvoloni, beh, se dovesse piovere dobbiamo letteralmente scappare.
Siamo nel bel mezzo del lungo e vasto ghiaione del canalone che con buona dose di fatica risaliamo seguendo all'inizio tracce di passaggio a zig-zag, ad un certo punto abbiamo perso la traccia, comunque c’è da dire che sotto i nostri piedi si muove tutto, a volte facciamo due passi avanti e uno indietro.
Dopo non poche tribolazioni giungiamo finalmente al Passo delle Ortiche ed ecco il ripidissimo nevaio, già il Passo non è il massimo se poi c’è anche la neve…sfruttiamo comunque le tracce di chi ci ha preceduto e senza grosse difficoltà siamo al colletto...
Dal Passo risaliamo abbastanza agevolmente il crestone erboso frammisto di sporgenti facili roccette fino a pervenire alla vetta del Cimone della Bagozza , dov’è posta una grande croce metallica.
Il cielo ora è solcato da nuvoloni, che impediscono di vedere il panorama.
Rimaniamo in vetta 10 minuti e poi scendiamo subito, per paura che il tempo peggiori e che possa piovere.
La discesa, che temevamo fosse più impegnativa della faticosa salita, si rivela invece meno difficile, scendiamo nel lungo ghiaione, scivolando, ‘sciando’ anche piacevolmente con gli scarponi (messi a dura prova) sugli scivolosi sfasciumi.
Ed eccoci al lago.. al sicuro.... a goderci il meritato riposo…. Un boato e altri massi che scendono non dal ghiaione appena percorso ma da quello accanto….brrr….!!!!
Mentre ci riposiamo scambiamo due parole con un simpatico signore di Bergamo che sta raccogliendo spinaci selvatici, ci racconta di essere salito lo scorso anno al Pizzo Camino e per evitare un masso in caduta libera … si è rotto tibia, perone e un piede… grande persona di spirito, perché si è ripresa benissimo, nonostante l’età non proprio giovane....
Bellissima valle di Scalve e bellissimo CIMONE DELLA BAGOZZA….. ci ritorneremo senz’altro per tante altre escursioni!!!!!!!!!!!!!!!!
Nadia
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