Cicloturismo tra Emilia e Toscana, Passo delle Radici e Passo della Cisa
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Siamo a Fornovo di Taro, vicino a Parma, con le bici "calde" e le borse caricate, pronti ad affrontare questo tour di cicloturismo che ci vedrà vagabondare per cinque giorni tra Emilia e Toscana attraverso gli appennini, solcando il Passo delle Radici e il Passo della Cisa.
Il giro nato a tavolino solo con la curiosità di andare a toccare alcuni luoghi, ci vedrà passare da uno spaccato di Italia molto vario: dalle classiche campagne coltivate dell'Emilia, ad una zona più montagnosa del Passo delle Radici, nei pressi del Monte Cusna (che incredibilmente vedremo con ancora della neve sui suoi versanti) per transitare anche dalla rinomata costa della Toscana con le sue spiagge turistiche.
Sarà anche l'occasione per testare alcune nuove attrezzature e giocare con il meteo ballerino, con previsioni che cambiano quasi di ora in ora ma grazie al consueto culo che mi caratterizza ed un pizzico di tattica, riusciremo ad evitare tutti i temporali, arrivando così a non pedalare mai sotto la pioggia.
1. Partiamo quindi da Fornovo di Taro per dirigerci verso Sassuolo, rimanendo sostanzialmente tra la pianura e l'inizio delle prime colline, pedalando purtroppo anche su alcune strade molto trafficate ... è pur sempre un mercoledì ... ma evitarle vorrebbe dire andare ad infilarsi tra le colline con un conseguente aumento a dismisura del dislivello. Quindi teniamo un po' duro, consci che nei prossimi giorni la situazione dovrebbe migliorare. Da Sassuolo iniziamo ad inoltrarci verso le montagne, lungo la valle del fiume Secchia e come immaginavamo trovare un luogo libero dove montare la tenda diventa difficoltoso in questa zona ancora molto antropizzata. Siamo quindi "costretti" a cercare un albergo che fortuna vuole è proprio nel paese che avevamo scelto come fine itinerario. Arrivati in questo albergo (stile anni '70), proprio mentre inizia il temporale, ci accoglie il proprietario in stampelle e poco dopo appare la moglie con il deambulatore ... oh signur dove siamo capitati ... ma alla fine la buona cena e la buona dormita ci permetterà di affrontare con più brio la lunga giornata successiva.
2. Pedaliamo per un lungo tratto ancora lungo il fiume Secchia, affrontando il primo strappo in salita per raggiungere Monteforino. I chilometri che ci separano dal Passo delle Radici sono ancora tanti e per forza di cose non potranno essere tutti in salita. Si continua e dopo la pausa pranzo a Frassinoro, ci dirigiamo in salita verso Boscoreale e San Geminiano dove una provvidenziale tettoia ci ripara dal breve ma intenso temporale. Ormai ci attende solo l'ultimo tratto per il Passo ma su sterrato che riusciremo a fare comunque in sella (Manuela un po' meno avendo le ruote più piccole da strada). Bellissimi alcuni momenti dove il sole fa capolino tra la verde vegetazione. Giunti al desolato Passo ci attende ancora l'ultimo strappetto prima di iniziare la discesa verso San Pellegrino d'Alpe. Un buon caffè e poi via in picchiata verso Castelnuovo Garfagnana, deviando però prima per raggiungere lo sperduto campeggino La Piella ... dove pioverà di notte.
3. Scesi il giorno successivo a Castelnuovo percorriamo poi la strada principale della Garfagnana, un pochino trafficata ma molto scorrevole. Giungiamo a Lucca giusto per l'ora di pranzo e percorriamo alcuni suoi bei vicoli insieme ad un buon numero di turisti, molti stranieri: proprio una bella città. Una breve salita ci separa dalla discesa ufficiale verso il mare, emozionante ... come sempre ... il primo momento in cui si riesce a scorgerlo. Un tratto abbastanza anonimo ci porta a Viareggio che attraversiamo per poi portarci sul lungomare dove una comodissima pista ciclabile fiancheggia tutti gli stabilimenti balneari, in questa giornata ancora discretamente deserti. Sosta gelato per sfuggire al consueto temporale e poi ci dirigiamo al campeggio di Lido di Camaiore.
4. La pista ciclabile prosegue ancora per un buon tratto, percorrendo il lungo mare praticamente fino a Marina di Massa da dove, poco dopo, iniziamo a dirigerci verso l'interno.Salutiamo in senso contrario altri cicloturisti e anche loro, come tutti quelli visti negli ultimi tempi, usano una bici a pedalata assistita, sta prendendo parecchio piede questo "nuovo" mezzo. Passiamo da Sarzana, Aulla e raggiungiamo Pontremoli, fin qui solo con alcuni tratti di salita. Indecisi sul dove dormire, optiamo per deviare il percorso e raggiungere una frazione tra i monti dove sorge un agri-campeggio, dove ovviamente saremo gli unici ospiti.
5. Grazie ad una bella stradina secondaria evitiamo un tratto della strada della Cisa su cui ci immettiamo un po' prima di Montelungo Terme, strada che comunque troviamo stranamente deserta. Ci godiamo la salita verso il Passo in tranquillità ed ognuno con il suo ritmo. Giunti al Passo, lo troviamo popolato di ciclisti e motociclisti, evidentemente tutti saliti dal versante emiliano, che si misurano cilindrate e tempi di salita ... c'è molto testosterone che aleggia nelle nebbie del Passo. Noi alieni in questo mondo ci facciamo una seconda colazione e poi iniziamo la discesa a Berceto dove imbocchiamo la deviazione verso Calesano, scendendo e scoprendo una bellissima e insospettata valle. Ancora un brevissimo strappo prima della conclusiva discesa verso Fornovo.
Il giro nato a tavolino solo con la curiosità di andare a toccare alcuni luoghi, ci vedrà passare da uno spaccato di Italia molto vario: dalle classiche campagne coltivate dell'Emilia, ad una zona più montagnosa del Passo delle Radici, nei pressi del Monte Cusna (che incredibilmente vedremo con ancora della neve sui suoi versanti) per transitare anche dalla rinomata costa della Toscana con le sue spiagge turistiche.
Sarà anche l'occasione per testare alcune nuove attrezzature e giocare con il meteo ballerino, con previsioni che cambiano quasi di ora in ora ma grazie al consueto culo che mi caratterizza ed un pizzico di tattica, riusciremo ad evitare tutti i temporali, arrivando così a non pedalare mai sotto la pioggia.
1. Partiamo quindi da Fornovo di Taro per dirigerci verso Sassuolo, rimanendo sostanzialmente tra la pianura e l'inizio delle prime colline, pedalando purtroppo anche su alcune strade molto trafficate ... è pur sempre un mercoledì ... ma evitarle vorrebbe dire andare ad infilarsi tra le colline con un conseguente aumento a dismisura del dislivello. Quindi teniamo un po' duro, consci che nei prossimi giorni la situazione dovrebbe migliorare. Da Sassuolo iniziamo ad inoltrarci verso le montagne, lungo la valle del fiume Secchia e come immaginavamo trovare un luogo libero dove montare la tenda diventa difficoltoso in questa zona ancora molto antropizzata. Siamo quindi "costretti" a cercare un albergo che fortuna vuole è proprio nel paese che avevamo scelto come fine itinerario. Arrivati in questo albergo (stile anni '70), proprio mentre inizia il temporale, ci accoglie il proprietario in stampelle e poco dopo appare la moglie con il deambulatore ... oh signur dove siamo capitati ... ma alla fine la buona cena e la buona dormita ci permetterà di affrontare con più brio la lunga giornata successiva.
2. Pedaliamo per un lungo tratto ancora lungo il fiume Secchia, affrontando il primo strappo in salita per raggiungere Monteforino. I chilometri che ci separano dal Passo delle Radici sono ancora tanti e per forza di cose non potranno essere tutti in salita. Si continua e dopo la pausa pranzo a Frassinoro, ci dirigiamo in salita verso Boscoreale e San Geminiano dove una provvidenziale tettoia ci ripara dal breve ma intenso temporale. Ormai ci attende solo l'ultimo tratto per il Passo ma su sterrato che riusciremo a fare comunque in sella (Manuela un po' meno avendo le ruote più piccole da strada). Bellissimi alcuni momenti dove il sole fa capolino tra la verde vegetazione. Giunti al desolato Passo ci attende ancora l'ultimo strappetto prima di iniziare la discesa verso San Pellegrino d'Alpe. Un buon caffè e poi via in picchiata verso Castelnuovo Garfagnana, deviando però prima per raggiungere lo sperduto campeggino La Piella ... dove pioverà di notte.
3. Scesi il giorno successivo a Castelnuovo percorriamo poi la strada principale della Garfagnana, un pochino trafficata ma molto scorrevole. Giungiamo a Lucca giusto per l'ora di pranzo e percorriamo alcuni suoi bei vicoli insieme ad un buon numero di turisti, molti stranieri: proprio una bella città. Una breve salita ci separa dalla discesa ufficiale verso il mare, emozionante ... come sempre ... il primo momento in cui si riesce a scorgerlo. Un tratto abbastanza anonimo ci porta a Viareggio che attraversiamo per poi portarci sul lungomare dove una comodissima pista ciclabile fiancheggia tutti gli stabilimenti balneari, in questa giornata ancora discretamente deserti. Sosta gelato per sfuggire al consueto temporale e poi ci dirigiamo al campeggio di Lido di Camaiore.
4. La pista ciclabile prosegue ancora per un buon tratto, percorrendo il lungo mare praticamente fino a Marina di Massa da dove, poco dopo, iniziamo a dirigerci verso l'interno.Salutiamo in senso contrario altri cicloturisti e anche loro, come tutti quelli visti negli ultimi tempi, usano una bici a pedalata assistita, sta prendendo parecchio piede questo "nuovo" mezzo. Passiamo da Sarzana, Aulla e raggiungiamo Pontremoli, fin qui solo con alcuni tratti di salita. Indecisi sul dove dormire, optiamo per deviare il percorso e raggiungere una frazione tra i monti dove sorge un agri-campeggio, dove ovviamente saremo gli unici ospiti.
5. Grazie ad una bella stradina secondaria evitiamo un tratto della strada della Cisa su cui ci immettiamo un po' prima di Montelungo Terme, strada che comunque troviamo stranamente deserta. Ci godiamo la salita verso il Passo in tranquillità ed ognuno con il suo ritmo. Giunti al Passo, lo troviamo popolato di ciclisti e motociclisti, evidentemente tutti saliti dal versante emiliano, che si misurano cilindrate e tempi di salita ... c'è molto testosterone che aleggia nelle nebbie del Passo. Noi alieni in questo mondo ci facciamo una seconda colazione e poi iniziamo la discesa a Berceto dove imbocchiamo la deviazione verso Calesano, scendendo e scoprendo una bellissima e insospettata valle. Ancora un brevissimo strappo prima della conclusiva discesa verso Fornovo.
Tourengänger:
Andrea!

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