Pec' Negher (Pizzonero) - Valle Antigorio
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Pec' Negher è uno degli alpi più elusivi delle valli ossolane. Difficile collocarlo anche con l'aiuto delle immagine aeree degli anni '40 e '50 visibili sul sito della Carta Svizzera, difficile capire come raggiungerlo.
Sulla Mappa Rabbini il nome è scritto con l'inchiostro dell'ufficialità, a differenza della vicina Loccia di Lei, il cui nome è stato aggiunto dopo a matita. Semplice dimenticanza o il segno che a metà '800 Pec Negher era il più importante tra i due alpi?
Sulle carte successive (IGM e derivate) Pec'Negher diventerà Pizzonero, una delle tante maldestre trascrizioni di nomi dialettali, spesso compilate da persone arrivate da lontano, prive di "orecchio" per la parlata locale.
Premesso che nemmeno sono io nativo di questi luoghi, immagino che Pec'Negher sia riferito al peccio o abete rosso, che in questi boschi abbonda, e dalla cui resina si ricavava la pece.
I sentieri segnati sulle vecchie mappe, come già constatato e come verrà confermato anche dal giro di oggi, non sono affidabili. Le vecchie foto aeree mostrano diversi sentieri, o tracce, che dalla zona di Aleccio scendevano un tempo verso il Rio Antolina, ma sull'opposto versante non ci sono evidenze di passaggio. La morfologia del territorio sembra però suggerire un percorso, grosso modo in piano, sulla sinistra idrografica del canale sotto l'ombra proiettata da una parete, più o meno in corrispondenza con il sentiero segnato sulle mappe. Come scopriremo poi, le mappe omettono di indicare che il traverso è ad una quota più alta di quella di Pec'Negher e che, giunti sulla dorsale dell'alpe, è necessario scendere per circa 100 m di dislivello.
A complicare il tutto, sulla sinistra idrografica dell'Antolina troveremo dei segni di vernice, che però non portano verso la nostra meta ma risalgono la dorsale soprastante verso una destinazione che ignoro...
Il percorso
Con Ferruccio, Francesco e Stella. Da Maglioggio imbocchiamo la mulattiera per Aleccio, che in alcuni tratti è sostituita dalla strada asfaltata. Giunti ad un bivio nei pressi di una costruzione dell'acquedotto, prendiamo lo sterrata verso destra (Est) e raggiungiamo l'Alpe Pidei, nei pressi del Rio Antolina. La baita è rimodernata ma l'orologio appeso al muro si è fermato alle 3 di un giorno passato.
Dopo avere constatato l'impervietà dei versanti e l'assenza di sentieri che proseguano, ritorniamo sul percorso per Aleccio che seguiamo fino a La Colla. Abbandonata la mulattiera per il Passo della Forcoletta, scendiamo nel ripido bosco in cerca di una traccia visibile sulle vecchie immagini aeree (anno 1954) del sito di Swisstopo. Giunti in un canale, traversiamo a Est in discesa fino ad incrociare un sentiero evidente e contrassegnato da tagli e segni di vernice, che percorre in questo tratto una sorta di cengia.
Al ritorno scopriremo che il sentiero inizia a Piana di Aleccio a circa 1550 m di quota, in corrispondenza ad un palo della luce lungo la mulattiera principale, poco sotto ad una baita rimodernata e che in questa prima parte ricalca il tracciato indicato sulla CNS del 1957. Il sentiero in questione passa alle spalle del rudere azzerato di Casarola, un piccolo alpetto non segnato sulle mappe, posto circa 100 m sotto La Colla.
Seguiamo il sentiero, inaspettatamente piacevole e comodo, che traversa a Est fino a giungere sul Rio Antolina in un punto in cui confluiscono più canali (circa 1600 m di quota). Superato un torrente a monte di una bella cascata, attraversiamo i due rami principali del canale, ingombri di neve, e ci portiamo sulla sinistra idrografica, dove ritroviamo i tagli ma ben presto la traccia diventa confusa e si perde. Saliamo verso Ovest arrivando in una una giavina, che risaliamo fino alla base delle rocce, dove incrociamo un sentiero segnato da vernice rossa che traversa il versante. Seguendo la bollatura giungiamo sulla dorsale in un punto dove si trova un masso con la lettera F verniciata, circa 100 m sopra Pec'Negher.
Da qui in avanti i segni di vernice risalgono la dorsale, anziché scendere come ci saremmo aspettati. Proviamo a seguirli, per capire se portano a traversare il canale del Rio Pec'Negher in direzione della Loccia di Lei. Ad un certo punto i segni entrano nel canale, ma dopo un traverso a Est (con qualche passaggio esposto) risalgono nuovamente verso la dorsale. Siamo a circa 1820 m di quota. Visto che non sappiamo dove conducano i segni e il nostro obiettivo di oggi è un altro, ritorniamo sui nostri passi.
Giunti nuovamente alla lettera F, scendiamo la dorsale, senza incontrare più né tagli né vernice. Dopo avere aggirato sulla sinistra (Sud) un salto di roccia, troviamo i resti di un muretto e in breve arriviamo a Pec' Negher, costituito da due piccoli ruderi azzerati in una radura.
Questi miseri resti sono interessanti proprio perché sono stati abbandonati da molto tempo, come si può dedurre dall'assenza di qualunque residuo della travatura del tetto e dal taglio grossolano delle pietre. Sembra poco probabile che qui venissero condotti degli animali, vista l'esiguità e la scomodità del pascolo, anche immaginando la zona priva di alberi.
Forse, come suggerito dal toponimo, queste baite servivano come appoggio per boscaioli.
Viene spontaneo chiedersi se l'interesse di un tempo fosse non tanto per il legname in sé ma per la pece, ricavata dalla resina. Nei pressi dei ruderi osserviamo anche un curioso intaglio rettangolare in un vecchio tronco che potrebbe essere in relazione con attività di cui si è persa la memoria...
Tempo
circa 3:30 al netto delle digressioni (visita a Pidei, ricerca dell'inizio del sentiero sotto la Colla e "percorso F") - 5:30 tutto compreso
Ritorno
Per l'itinerario dell'andata.
Sulla Mappa Rabbini il nome è scritto con l'inchiostro dell'ufficialità, a differenza della vicina Loccia di Lei, il cui nome è stato aggiunto dopo a matita. Semplice dimenticanza o il segno che a metà '800 Pec Negher era il più importante tra i due alpi?
Sulle carte successive (IGM e derivate) Pec'Negher diventerà Pizzonero, una delle tante maldestre trascrizioni di nomi dialettali, spesso compilate da persone arrivate da lontano, prive di "orecchio" per la parlata locale.
Premesso che nemmeno sono io nativo di questi luoghi, immagino che Pec'Negher sia riferito al peccio o abete rosso, che in questi boschi abbonda, e dalla cui resina si ricavava la pece.
I sentieri segnati sulle vecchie mappe, come già constatato e come verrà confermato anche dal giro di oggi, non sono affidabili. Le vecchie foto aeree mostrano diversi sentieri, o tracce, che dalla zona di Aleccio scendevano un tempo verso il Rio Antolina, ma sull'opposto versante non ci sono evidenze di passaggio. La morfologia del territorio sembra però suggerire un percorso, grosso modo in piano, sulla sinistra idrografica del canale sotto l'ombra proiettata da una parete, più o meno in corrispondenza con il sentiero segnato sulle mappe. Come scopriremo poi, le mappe omettono di indicare che il traverso è ad una quota più alta di quella di Pec'Negher e che, giunti sulla dorsale dell'alpe, è necessario scendere per circa 100 m di dislivello.
A complicare il tutto, sulla sinistra idrografica dell'Antolina troveremo dei segni di vernice, che però non portano verso la nostra meta ma risalgono la dorsale soprastante verso una destinazione che ignoro...
Il percorso
Con Ferruccio, Francesco e Stella. Da Maglioggio imbocchiamo la mulattiera per Aleccio, che in alcuni tratti è sostituita dalla strada asfaltata. Giunti ad un bivio nei pressi di una costruzione dell'acquedotto, prendiamo lo sterrata verso destra (Est) e raggiungiamo l'Alpe Pidei, nei pressi del Rio Antolina. La baita è rimodernata ma l'orologio appeso al muro si è fermato alle 3 di un giorno passato.
Dopo avere constatato l'impervietà dei versanti e l'assenza di sentieri che proseguano, ritorniamo sul percorso per Aleccio che seguiamo fino a La Colla. Abbandonata la mulattiera per il Passo della Forcoletta, scendiamo nel ripido bosco in cerca di una traccia visibile sulle vecchie immagini aeree (anno 1954) del sito di Swisstopo. Giunti in un canale, traversiamo a Est in discesa fino ad incrociare un sentiero evidente e contrassegnato da tagli e segni di vernice, che percorre in questo tratto una sorta di cengia.
Al ritorno scopriremo che il sentiero inizia a Piana di Aleccio a circa 1550 m di quota, in corrispondenza ad un palo della luce lungo la mulattiera principale, poco sotto ad una baita rimodernata e che in questa prima parte ricalca il tracciato indicato sulla CNS del 1957. Il sentiero in questione passa alle spalle del rudere azzerato di Casarola, un piccolo alpetto non segnato sulle mappe, posto circa 100 m sotto La Colla.
Seguiamo il sentiero, inaspettatamente piacevole e comodo, che traversa a Est fino a giungere sul Rio Antolina in un punto in cui confluiscono più canali (circa 1600 m di quota). Superato un torrente a monte di una bella cascata, attraversiamo i due rami principali del canale, ingombri di neve, e ci portiamo sulla sinistra idrografica, dove ritroviamo i tagli ma ben presto la traccia diventa confusa e si perde. Saliamo verso Ovest arrivando in una una giavina, che risaliamo fino alla base delle rocce, dove incrociamo un sentiero segnato da vernice rossa che traversa il versante. Seguendo la bollatura giungiamo sulla dorsale in un punto dove si trova un masso con la lettera F verniciata, circa 100 m sopra Pec'Negher.
Da qui in avanti i segni di vernice risalgono la dorsale, anziché scendere come ci saremmo aspettati. Proviamo a seguirli, per capire se portano a traversare il canale del Rio Pec'Negher in direzione della Loccia di Lei. Ad un certo punto i segni entrano nel canale, ma dopo un traverso a Est (con qualche passaggio esposto) risalgono nuovamente verso la dorsale. Siamo a circa 1820 m di quota. Visto che non sappiamo dove conducano i segni e il nostro obiettivo di oggi è un altro, ritorniamo sui nostri passi.
Giunti nuovamente alla lettera F, scendiamo la dorsale, senza incontrare più né tagli né vernice. Dopo avere aggirato sulla sinistra (Sud) un salto di roccia, troviamo i resti di un muretto e in breve arriviamo a Pec' Negher, costituito da due piccoli ruderi azzerati in una radura.
Questi miseri resti sono interessanti proprio perché sono stati abbandonati da molto tempo, come si può dedurre dall'assenza di qualunque residuo della travatura del tetto e dal taglio grossolano delle pietre. Sembra poco probabile che qui venissero condotti degli animali, vista l'esiguità e la scomodità del pascolo, anche immaginando la zona priva di alberi.
Forse, come suggerito dal toponimo, queste baite servivano come appoggio per boscaioli.
Viene spontaneo chiedersi se l'interesse di un tempo fosse non tanto per il legname in sé ma per la pece, ricavata dalla resina. Nei pressi dei ruderi osserviamo anche un curioso intaglio rettangolare in un vecchio tronco che potrebbe essere in relazione con attività di cui si è persa la memoria...
Tempo
circa 3:30 al netto delle digressioni (visita a Pidei, ricerca dell'inizio del sentiero sotto la Colla e "percorso F") - 5:30 tutto compreso
Ritorno
Per l'itinerario dell'andata.
Tourengänger:
atal

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