Monte Castello e Monte Massero
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Oggi la Val Sesia, nel suo "classico stile", mi ha regalato una bella giornata di montagna su due cime, forse secondarie, che mi hanno divertito ... complici sicuramente il meteo che crea incertezza (e quindi aggiunge un pizzico di avventura in più) e una condizione del terreno decisamente umida che ha reso i sentieri, in genere non particolarmente difficili, un po' più ingaggiosi.
Tutto parte poco dopo l'abitato di Rimasco dove si imbocca la bellissima mulattiera per l'Alpe Dorca, splendido alpeggio in stile walser, dove i miei piedi dopo qualche passo nell'erba sono già belli che bagnati ... ma non fa freddo e quindi il disagio è poco. Riprendo il sentiero segnato per la Cima Castello che sale deciso nel bosco superando alcuni alpeggi semi abbandonati.
Il sentiero sempre ben segnato prosegue fino ad effettuare un traverso su erba che richiede attenzione per la scivolosità del terreno. Questo è un breve tratto che "stona" con tutto il resto del percorso che, seppur ripido, non richiede particolare attenzione ma probabilmente questo traverso è stato necessario per superare una piccola frana che potrebbe aver interrotto il tracciato originale. In ogni modo non si tratta di nulla di estremo ma i traversi su erba possono creare difficoltà.
Giunto verso quota 1600/1700 inizio a trovare qualche piccolo nevaio da attraversare fino a quando, poco sotto la vetta, decido di non cercare più il sentiero ma di andare su dritto per raggiungere la dorsale. Arrivato a Cima Castello... vetta abbastanza anonima ... proseguo per curiosità lungo la dorsale verso i ripetitori ben visibili, superando qualche piccolo tratto che necessità un'attenzione in più. Giunto al secodo ripetitore, ammiro il panorama diretto su Rimasco e ritorno sui miei passi ma invece di ripassare dalla Cima Castello imbocco un sentierino fangoso che taglia a mezza costa fino a giungere all'Alpe Drusei dove inizia la ripida discesa nel vallone sottostante.
Qui il sentiero si fa più problematico, essendo stato in parte rovinato dalle pioggie e dalle neve, si cammina su fanghiglia che non sempre offre un appoggio sicuro e quindi la progressione ne risulta rallentata. Scendo con attenzione e raggiungo il punto in cui bisogna attraversare il torrente su residui di valanghe ... passaggio da affrontare valutando bene ... se si riesce ... lo spessore della neve per evitare di ritrovarsi in un buco nel torrente. Quando sono nei pressi dell'Alpe Brughiere di Sotto inizia a cadere qualche goccia di pioggia ... ben prima del previsto ... e visto che la continuazione del percorso è ancora lunga valuto la possibilità di un rientro anticipato ma ... non c'è possibilità se non quella di proseguire con il programma originale. Fortunatamente sono poche le gocce che cadono dal cielo e, al momento, non è neanche necessario coprirsi.
Transito dall'Alpe Seccio e dal Rifugio "La Baita" e inizio a salire verso il Monte Massero, sempre su sentieri ben segnati ed evidenti ... se non trovate i segnavia ... avete sbagliato strada. Nei pressi della dorsale proseguo per la cima, seguendo più o meno fedelmente il sentiero che in alcuni punti permette di districarsi più facilmente tra i rododendri. Dalla Cima Massero la Cima Castello offre il suo lato più arcigno mentre il panorama resta precluso dalla nuvolaglia che mi circonda. Ritorno lungo la dorsale e proseguo verso l'Alpe Campo Alto e poi a Piano di Campo Alto ... alpeggio che vedevo "sospeso" dalla Cima Castello.
Cerco e trovo il sentiero di discesa che alterna tratti scorrevoli a tratti in cui il fondo scivoloso richiede più cautela. La pioggia inizia a scendere più decisa ma il bosco riesce ancora a ripararmi. Superato tre volte il torrente, faccio una breve e sbagliata deviazione per poi ritornare sui miei passi e scendere fino alle case alte di Fervento, quando ha già smesso di piovere. Prendo il Sentiero 382 che si innalza tranquillo fino all'Alpe Cuccia. Seguo poi la deviazione meno ufficiale, non segnata ma sempre visibile, per l'Alpe Becco e man mano il sentiero si impenna notevolmente per non mollare il colpo fino a fine salita, rappresentata dall'Alpe Le Teste.
Manco ci fossimo dati appuntamento, finisce la salita e inizia la pioggia e questa volta sono costretto a mettere la giacca. Arrivo di soppiatto ... senza volerlo ... a pochi metri da un camoscio ... l'ennesimo della giornata ... il quale schizza via decisamente impaurito appena mi vede. Transito dall'Alpe Campo e poi scendo nella luccicante faggeta fino al Rifugio Pian della Ratta - Alpe Campo (chiuso). Ora non mi resta che scendere lungo il comodo sentiero che a tratti affianca la pista da "fun bob" che parte dal Rifugio e arriva giù in paese.
Tutto parte poco dopo l'abitato di Rimasco dove si imbocca la bellissima mulattiera per l'Alpe Dorca, splendido alpeggio in stile walser, dove i miei piedi dopo qualche passo nell'erba sono già belli che bagnati ... ma non fa freddo e quindi il disagio è poco. Riprendo il sentiero segnato per la Cima Castello che sale deciso nel bosco superando alcuni alpeggi semi abbandonati.
Il sentiero sempre ben segnato prosegue fino ad effettuare un traverso su erba che richiede attenzione per la scivolosità del terreno. Questo è un breve tratto che "stona" con tutto il resto del percorso che, seppur ripido, non richiede particolare attenzione ma probabilmente questo traverso è stato necessario per superare una piccola frana che potrebbe aver interrotto il tracciato originale. In ogni modo non si tratta di nulla di estremo ma i traversi su erba possono creare difficoltà.
Giunto verso quota 1600/1700 inizio a trovare qualche piccolo nevaio da attraversare fino a quando, poco sotto la vetta, decido di non cercare più il sentiero ma di andare su dritto per raggiungere la dorsale. Arrivato a Cima Castello... vetta abbastanza anonima ... proseguo per curiosità lungo la dorsale verso i ripetitori ben visibili, superando qualche piccolo tratto che necessità un'attenzione in più. Giunto al secodo ripetitore, ammiro il panorama diretto su Rimasco e ritorno sui miei passi ma invece di ripassare dalla Cima Castello imbocco un sentierino fangoso che taglia a mezza costa fino a giungere all'Alpe Drusei dove inizia la ripida discesa nel vallone sottostante.
Qui il sentiero si fa più problematico, essendo stato in parte rovinato dalle pioggie e dalle neve, si cammina su fanghiglia che non sempre offre un appoggio sicuro e quindi la progressione ne risulta rallentata. Scendo con attenzione e raggiungo il punto in cui bisogna attraversare il torrente su residui di valanghe ... passaggio da affrontare valutando bene ... se si riesce ... lo spessore della neve per evitare di ritrovarsi in un buco nel torrente. Quando sono nei pressi dell'Alpe Brughiere di Sotto inizia a cadere qualche goccia di pioggia ... ben prima del previsto ... e visto che la continuazione del percorso è ancora lunga valuto la possibilità di un rientro anticipato ma ... non c'è possibilità se non quella di proseguire con il programma originale. Fortunatamente sono poche le gocce che cadono dal cielo e, al momento, non è neanche necessario coprirsi.
Transito dall'Alpe Seccio e dal Rifugio "La Baita" e inizio a salire verso il Monte Massero, sempre su sentieri ben segnati ed evidenti ... se non trovate i segnavia ... avete sbagliato strada. Nei pressi della dorsale proseguo per la cima, seguendo più o meno fedelmente il sentiero che in alcuni punti permette di districarsi più facilmente tra i rododendri. Dalla Cima Massero la Cima Castello offre il suo lato più arcigno mentre il panorama resta precluso dalla nuvolaglia che mi circonda. Ritorno lungo la dorsale e proseguo verso l'Alpe Campo Alto e poi a Piano di Campo Alto ... alpeggio che vedevo "sospeso" dalla Cima Castello.
Cerco e trovo il sentiero di discesa che alterna tratti scorrevoli a tratti in cui il fondo scivoloso richiede più cautela. La pioggia inizia a scendere più decisa ma il bosco riesce ancora a ripararmi. Superato tre volte il torrente, faccio una breve e sbagliata deviazione per poi ritornare sui miei passi e scendere fino alle case alte di Fervento, quando ha già smesso di piovere. Prendo il Sentiero 382 che si innalza tranquillo fino all'Alpe Cuccia. Seguo poi la deviazione meno ufficiale, non segnata ma sempre visibile, per l'Alpe Becco e man mano il sentiero si impenna notevolmente per non mollare il colpo fino a fine salita, rappresentata dall'Alpe Le Teste.
Manco ci fossimo dati appuntamento, finisce la salita e inizia la pioggia e questa volta sono costretto a mettere la giacca. Arrivo di soppiatto ... senza volerlo ... a pochi metri da un camoscio ... l'ennesimo della giornata ... il quale schizza via decisamente impaurito appena mi vede. Transito dall'Alpe Campo e poi scendo nella luccicante faggeta fino al Rifugio Pian della Ratta - Alpe Campo (chiuso). Ora non mi resta che scendere lungo il comodo sentiero che a tratti affianca la pista da "fun bob" che parte dal Rifugio e arriva giù in paese.
Tourengänger:
Andrea!

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