Giro del Monte Altissimo
|
||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Previsioni brutte a ovest quindi cerchiamo verso est, vogliamo un dislivello un po' significativo a scopo allenamento e viene accolta la mia proposta di salire il Monte Altissimo, che tanto alto non è, per il suo versante non antropizzato che guarda la bassa Val Camonica.
Oggi siamo 5 persone. All’inizio del sentiero un cartello che indica 4h30 ci lascia un po' perplessi, speriamo di essere più veloci e infatti lo saremo. La Kompass segna il sentiero come 154 ma sul terreno è 155, il 154 è un'altro più a sinistra. Come abitudine di questo periodo partiamo da una quota bassa quindi percorriamo un sentiero in un bosco di latifoglie. Il sentierino sale spesso ripido e con strette curve, passando per la chiesetta di San Valentino e accanto a belle pareti stratificate. Durante la salita facciamo e disfiamo governi, man mano che il dislivello aumenta lasciamo il politically correct per adottare un linguaggio più popolare. O meglio, i miei amici discutono, io risparmio fiato e faccio il fanalino di coda senza però perdere contatto. Ogni tanto c’è un’indicazione per il Monte Altissimo o per malga Mine ma i bivi sono veramente pochissimi. A circa 1200 metri una catena aiuta a superare un breve tratto di rocce un po' scivolose, segue un tratto orizzontale prima dell’ultima serie di ripidi tornantini che porta a una selletta a circa 1390 metri.
Qui giriamo a sinistra (scendendo a nord si va a malga Mine) e dopo un breve tratto nel bosco il sentiero sbuca in una zona prativa che percorre orizzontalmente con un tratto molto panoramico sulla bassa Val Camonica. In vista della cima del Monte Altissimo, caratterizzata da edifici per lo sci, il sentiero sale nettamente a destra sbucando sul crinale tra il Monte Altissimo e il Monte Erbanno. Seguiamo la freccia a sinistra per il primo e seguiamo una vaga traccia nel bosco presso il crinale, segnata talvolta da righe gialle e azzurre e dove talvolta i rami danno fastidio. Solo all’ultimo momento appaiono la pista da sci, la seggiovia e gli edifici della cima dell’Altissimo. Scendiamo dal bordo della pista, il ... passaggio più difficile di tutto il giro, e in pochi passi siamo in cima. Abbiamo impiegato poco più di tre ore, con questo gruppetto finché riesco salgo a un ritmo superiore a quello che terrei da solo. Facciamo una pausa pranzo di circa un’ora e il cielo si rannuvola completamente.
Iniziamo la discesa, durante la quale una leggera pioggia ci accompagnerà a tratti. Poiché sappiamo che si può fare un anello, iniziamo a scendere lungo la sterrata del versante nord poi quasi subito discutiamo se scendere per il sentiero indicato 154 da una freccia oppure per la Valle di San Giovanni. La vince quest’ultima e quindi scendiamo tenendoci vicino al bosco con a destra i prati per poi seguire una pista da sci che scende nettamente a sinistra fino a un curvone. Qui troviamo la sterrata, con fondo che giudico pessimo, che scende verso la Valle di San Giovanni. E qui facciamo i conti con l’approssimazione di una carta al 50.000 e con gli errori delle mappe scaricate sui satellitari. Dopo un paio di errori di percorso, seguendo una scorciatoia che si perde e un’indicazione errata di una mappa, torniamo sempre sulla stradina principale, dal fondo via via cementato e poi asfaltato. Il tabellone all'inizio del sentiero non sbagliava nel disegnare la stradina, "qualcuno" l'aveva fotografato ma se n'è dimenticato. La stradina scende decisamente fino a seguire il torrentello e immettersi in una gola dalle alte pareti. Usciti dalla forra la stradina piega a sinistra e sbuca a Gorzone. Gli ultimi 3-4 km sono su marciapiedi di strade asfaltate, poco trafficate. Attraversiamo Gorzone, poi una zona residenziale di Darfo Boario e infine le case di Erbanno fino al arrivare al parcheggio di partenza.
Oggi siamo 5 persone. All’inizio del sentiero un cartello che indica 4h30 ci lascia un po' perplessi, speriamo di essere più veloci e infatti lo saremo. La Kompass segna il sentiero come 154 ma sul terreno è 155, il 154 è un'altro più a sinistra. Come abitudine di questo periodo partiamo da una quota bassa quindi percorriamo un sentiero in un bosco di latifoglie. Il sentierino sale spesso ripido e con strette curve, passando per la chiesetta di San Valentino e accanto a belle pareti stratificate. Durante la salita facciamo e disfiamo governi, man mano che il dislivello aumenta lasciamo il politically correct per adottare un linguaggio più popolare. O meglio, i miei amici discutono, io risparmio fiato e faccio il fanalino di coda senza però perdere contatto. Ogni tanto c’è un’indicazione per il Monte Altissimo o per malga Mine ma i bivi sono veramente pochissimi. A circa 1200 metri una catena aiuta a superare un breve tratto di rocce un po' scivolose, segue un tratto orizzontale prima dell’ultima serie di ripidi tornantini che porta a una selletta a circa 1390 metri.
Qui giriamo a sinistra (scendendo a nord si va a malga Mine) e dopo un breve tratto nel bosco il sentiero sbuca in una zona prativa che percorre orizzontalmente con un tratto molto panoramico sulla bassa Val Camonica. In vista della cima del Monte Altissimo, caratterizzata da edifici per lo sci, il sentiero sale nettamente a destra sbucando sul crinale tra il Monte Altissimo e il Monte Erbanno. Seguiamo la freccia a sinistra per il primo e seguiamo una vaga traccia nel bosco presso il crinale, segnata talvolta da righe gialle e azzurre e dove talvolta i rami danno fastidio. Solo all’ultimo momento appaiono la pista da sci, la seggiovia e gli edifici della cima dell’Altissimo. Scendiamo dal bordo della pista, il ... passaggio più difficile di tutto il giro, e in pochi passi siamo in cima. Abbiamo impiegato poco più di tre ore, con questo gruppetto finché riesco salgo a un ritmo superiore a quello che terrei da solo. Facciamo una pausa pranzo di circa un’ora e il cielo si rannuvola completamente.
Iniziamo la discesa, durante la quale una leggera pioggia ci accompagnerà a tratti. Poiché sappiamo che si può fare un anello, iniziamo a scendere lungo la sterrata del versante nord poi quasi subito discutiamo se scendere per il sentiero indicato 154 da una freccia oppure per la Valle di San Giovanni. La vince quest’ultima e quindi scendiamo tenendoci vicino al bosco con a destra i prati per poi seguire una pista da sci che scende nettamente a sinistra fino a un curvone. Qui troviamo la sterrata, con fondo che giudico pessimo, che scende verso la Valle di San Giovanni. E qui facciamo i conti con l’approssimazione di una carta al 50.000 e con gli errori delle mappe scaricate sui satellitari. Dopo un paio di errori di percorso, seguendo una scorciatoia che si perde e un’indicazione errata di una mappa, torniamo sempre sulla stradina principale, dal fondo via via cementato e poi asfaltato. Il tabellone all'inizio del sentiero non sbagliava nel disegnare la stradina, "qualcuno" l'aveva fotografato ma se n'è dimenticato. La stradina scende decisamente fino a seguire il torrentello e immettersi in una gola dalle alte pareti. Usciti dalla forra la stradina piega a sinistra e sbuca a Gorzone. Gli ultimi 3-4 km sono su marciapiedi di strade asfaltate, poco trafficate. Attraversiamo Gorzone, poi una zona residenziale di Darfo Boario e infine le case di Erbanno fino al arrivare al parcheggio di partenza.
Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (11)