Campione d'Italia
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Non ero mai stato a Campione d'Italia; vedendone il territorio da altre angolazioni (e principalmente dal San Salvatore) ero rimasto incuriosito dall'imponente struttura del nuovo (1999-2007) Casinò Municipale: i progetti e, soprattutto, le realizzazioni dell'architetto Mario Botta difficilmente passano inosservati. Naturalmente abbiamo escluso subito la visita con viaggio esclusivamente automobilistico, e ci siamo inventati un giro quasi completamente ad anello negli splendidi boschi ai piedi del Monte Generoso (dove, come ben noto, Mario Botta ha recentemente di nuovo lasciato traccia).
La difficoltà T3 indicata si riferisce esclusivamente alla ripida e sconnessa discesa da San Vitale a Sant'Evasio, per il resto T2 e T1.
Dal parcheggio si sale, passando davanti alla parrocchiale (antica, con curiosa facciata moderna), fino alla piazzetta principale del paese dove si trovano le indicazioni escursionistiche; lungo una stretta via selciata - notevoli tre fontane ricavate da sarcofagi tardo-romani - si attraversa il piccolo paese sbucando fra i vigneti e i terrazzamenti che precedono i fitti boschi di castagno e faggio che rivestono le pendici del soprastante Monte Generoso. La stradetta acciottolata si trasforma in mulattiera e, nei pressi di una cappella votiva, presenta un bivio: a destra si lascia la traccia per l'Alpe di Melano e la possibilità di visita all'impressionante sifone del Buco della Sovaglia; proseguendo a sinistra, invece, il sentiero prende quota rapidamente con lunghi traversi nella faggeta fino a raggiungere i prati di Saleza, raggiunti da una sconnessa pista forestale proveniente da Bogo. La presenza di piccole "doline" ormai erbose si spiega con l'antica attività di produzione della calce: gli incavi nel terreno sono i resti delle vecchie "calchere". Seguendo la suddetta pista si percorre l'avvallamento che fiancheggia il Monte Sant'Agata fino alla cosiddetta Bocchetta Bogo: da qui, in pochi minuti (eccessivi i 25 indicati dalla palina) si può salite alla sommità del monte, estremamente panoramica, dove si trova un'antica torre di guardia longobarda trasformata in oratorio nel XII secolo. [Noi, incuriositi da una buona traccia di sentiero, peraltro molto esposta e non segnata sulle carte, abbiamo percorso la cresta sommitale del M.Sant'Agata nella speranza di trovare una via alternativa di discesa, ma i segni di passaggio terminano su di un pulpito roccioso culminante]. Per cui, lungo il sentiero di salita, siamo tornati alla bocchetta, dove si trova il rudere di un deposito agricolo. Si prosegue quindi la discesa lungo la pista forestale per poche decine di metri fino ad affiancare le cascine dell'Alpe Bogo: qui si abbandona la carrareccia e si segue una traccia erbosa al margine bosco-pascolo; entrati fra gli alberi, una sconnessa e ripida discesa in traverso, molto dilavata dallo scorrimento delle acque, conduce al piccolo guado della Valle del Lembro, che precede le omonime case dell'altro versante. Da qui si segue lungamente la carrozzabile asfaltata per Arogno; oltrepassato il bivio della località San Michele (via di ritorno) e il ponte sul Torrente Mara, si sale alle abitazioni di Cà del Ferèè, attraversate dalle piccole ma impetuose cascatelle che provengono dalla Sorgente Bossi (altra grotta sifonante, che drena un bacino esteso sotto il Monte Generoso fino ad Erbonne). Dalla cantonale della Valmara si sale a destra verso l'imponente mole della Chiesa di S.Stefano: qui, proprio di fronte al parcheggio del piccolo cimitero, parte un ripidissimo sentiero - piccola freccia di legno "S.Vitale" - che sale tra gli alberi da frutto fino a raggiungere una larga traccia pianeggiante che, seguita verso sinistra, accompagna fino a pochi metri dalla chiesetta di San Vitale, posta ad una sorta di valico erboso con vista sul lago e la lontana Lugano. Seguendo le indicazioni, si attraversa la carrozzabile per Pugerna e si sale a fianco di alcuni rustici lungo una stradina dapprima asfaltata e poi sterrata fino al suo termine in una piazzola di giro: da qui si procede con lungo traverso per un sentiero a tratti esposto, inclinato a valle e intersecato da una serie di vallette franose (ponti di legno e un cavo corrimano di sicurezza) fino ad un affioramento roccioso attrezzato a modesta falesia d'arrampicata, dove si trova un bivio. Tralasciando la traccia di destra in salita (per l'Alpetto e i Monti di Caprino), si prosegue a sinistra in ripida discesa su buon sentiero fino ad un nuovo bivio: inutile proseguire a destra verso Pugerna; si segue il traverso di sinistra che va a raggiungere la carrozzabile Arogno-Pugerna presso il poggio prativo di Sant'Evasio ("San Vaas"): il rudere a rischio di crollo è quanto rimane di un'antichissima masseria con ascendenze religiose. Fatti pochi metri in discesa verso Pugerna, si imbocca a sinistra una ripida scalinata non segnalata, che, in breve, porta a raggiungere un sentiero - questo segnalato - che scende verso Campione; un poggio a cavallo del confine ospita strutture conviviali della Protezione Civile del comune italiano. Il sentiero prosegue in ripida discesa accavallandosi alcune volte con i cippi della linea di divisione politica, fino ad arrivare alle case più alte di Campione d'Italia; la discesa al lungolago avviene seguendo praticamente la linea di massima pendenza lungo scalinate e ripidi passaggi pedonali tra ville e condominii.
Dal piazzale davanti al Casinò si va ad imboccare la strada cantonale per Bissone e, poco dopo la bellissima chiesa della Madonna dei Ghirli, si oltrepassa l'arco di confine tornando in Svizzera. Subito a sinistra - piccola freccia gialla - si sale verso il parcheggio del Hotel Campione, dove si ritrova il sentiero per Bissone, un bellissimo saliscendi in un fitto bosco di latifoglie e palme sparse. Intercettata la Via Collina, strada di accesso a splendide e panoramiche ville, la si segue in salita fino al suo termine dove riprende il sentiero. Un lungo traverso ascendente, che verso l'alto si trasforma in carrareccia, conduce comodamente fino alla chiesetta di San Vitale sopra ad Arogno; da qui, con una possibile variante attraverso le vie del paese, si torna alla parrocchiale di S.Stefano, convergendo nel percorso di andata, che si segue poi fino al bivio di san Michele. Lasciando a sinistra la già percorsa via per il Monte S.Agata, si prosegue in piano lungo la strada asfaltata che termina presso la Valle del Lembro; la carrareccia, ora sterrata e affiancata dalle strutture di un percorso-vita, scende comodamente fino alle prime abitazioni di Rovio, dove, in corrispondenza del Grotto Conza, si tocca la cantonale Rovio-Arogno. Pochi passi in discesa a sinistra e si ritrova il punto di partenza.
La difficoltà T3 indicata si riferisce esclusivamente alla ripida e sconnessa discesa da San Vitale a Sant'Evasio, per il resto T2 e T1.
Dal parcheggio si sale, passando davanti alla parrocchiale (antica, con curiosa facciata moderna), fino alla piazzetta principale del paese dove si trovano le indicazioni escursionistiche; lungo una stretta via selciata - notevoli tre fontane ricavate da sarcofagi tardo-romani - si attraversa il piccolo paese sbucando fra i vigneti e i terrazzamenti che precedono i fitti boschi di castagno e faggio che rivestono le pendici del soprastante Monte Generoso. La stradetta acciottolata si trasforma in mulattiera e, nei pressi di una cappella votiva, presenta un bivio: a destra si lascia la traccia per l'Alpe di Melano e la possibilità di visita all'impressionante sifone del Buco della Sovaglia; proseguendo a sinistra, invece, il sentiero prende quota rapidamente con lunghi traversi nella faggeta fino a raggiungere i prati di Saleza, raggiunti da una sconnessa pista forestale proveniente da Bogo. La presenza di piccole "doline" ormai erbose si spiega con l'antica attività di produzione della calce: gli incavi nel terreno sono i resti delle vecchie "calchere". Seguendo la suddetta pista si percorre l'avvallamento che fiancheggia il Monte Sant'Agata fino alla cosiddetta Bocchetta Bogo: da qui, in pochi minuti (eccessivi i 25 indicati dalla palina) si può salite alla sommità del monte, estremamente panoramica, dove si trova un'antica torre di guardia longobarda trasformata in oratorio nel XII secolo. [Noi, incuriositi da una buona traccia di sentiero, peraltro molto esposta e non segnata sulle carte, abbiamo percorso la cresta sommitale del M.Sant'Agata nella speranza di trovare una via alternativa di discesa, ma i segni di passaggio terminano su di un pulpito roccioso culminante]. Per cui, lungo il sentiero di salita, siamo tornati alla bocchetta, dove si trova il rudere di un deposito agricolo. Si prosegue quindi la discesa lungo la pista forestale per poche decine di metri fino ad affiancare le cascine dell'Alpe Bogo: qui si abbandona la carrareccia e si segue una traccia erbosa al margine bosco-pascolo; entrati fra gli alberi, una sconnessa e ripida discesa in traverso, molto dilavata dallo scorrimento delle acque, conduce al piccolo guado della Valle del Lembro, che precede le omonime case dell'altro versante. Da qui si segue lungamente la carrozzabile asfaltata per Arogno; oltrepassato il bivio della località San Michele (via di ritorno) e il ponte sul Torrente Mara, si sale alle abitazioni di Cà del Ferèè, attraversate dalle piccole ma impetuose cascatelle che provengono dalla Sorgente Bossi (altra grotta sifonante, che drena un bacino esteso sotto il Monte Generoso fino ad Erbonne). Dalla cantonale della Valmara si sale a destra verso l'imponente mole della Chiesa di S.Stefano: qui, proprio di fronte al parcheggio del piccolo cimitero, parte un ripidissimo sentiero - piccola freccia di legno "S.Vitale" - che sale tra gli alberi da frutto fino a raggiungere una larga traccia pianeggiante che, seguita verso sinistra, accompagna fino a pochi metri dalla chiesetta di San Vitale, posta ad una sorta di valico erboso con vista sul lago e la lontana Lugano. Seguendo le indicazioni, si attraversa la carrozzabile per Pugerna e si sale a fianco di alcuni rustici lungo una stradina dapprima asfaltata e poi sterrata fino al suo termine in una piazzola di giro: da qui si procede con lungo traverso per un sentiero a tratti esposto, inclinato a valle e intersecato da una serie di vallette franose (ponti di legno e un cavo corrimano di sicurezza) fino ad un affioramento roccioso attrezzato a modesta falesia d'arrampicata, dove si trova un bivio. Tralasciando la traccia di destra in salita (per l'Alpetto e i Monti di Caprino), si prosegue a sinistra in ripida discesa su buon sentiero fino ad un nuovo bivio: inutile proseguire a destra verso Pugerna; si segue il traverso di sinistra che va a raggiungere la carrozzabile Arogno-Pugerna presso il poggio prativo di Sant'Evasio ("San Vaas"): il rudere a rischio di crollo è quanto rimane di un'antichissima masseria con ascendenze religiose. Fatti pochi metri in discesa verso Pugerna, si imbocca a sinistra una ripida scalinata non segnalata, che, in breve, porta a raggiungere un sentiero - questo segnalato - che scende verso Campione; un poggio a cavallo del confine ospita strutture conviviali della Protezione Civile del comune italiano. Il sentiero prosegue in ripida discesa accavallandosi alcune volte con i cippi della linea di divisione politica, fino ad arrivare alle case più alte di Campione d'Italia; la discesa al lungolago avviene seguendo praticamente la linea di massima pendenza lungo scalinate e ripidi passaggi pedonali tra ville e condominii.
Dal piazzale davanti al Casinò si va ad imboccare la strada cantonale per Bissone e, poco dopo la bellissima chiesa della Madonna dei Ghirli, si oltrepassa l'arco di confine tornando in Svizzera. Subito a sinistra - piccola freccia gialla - si sale verso il parcheggio del Hotel Campione, dove si ritrova il sentiero per Bissone, un bellissimo saliscendi in un fitto bosco di latifoglie e palme sparse. Intercettata la Via Collina, strada di accesso a splendide e panoramiche ville, la si segue in salita fino al suo termine dove riprende il sentiero. Un lungo traverso ascendente, che verso l'alto si trasforma in carrareccia, conduce comodamente fino alla chiesetta di San Vitale sopra ad Arogno; da qui, con una possibile variante attraverso le vie del paese, si torna alla parrocchiale di S.Stefano, convergendo nel percorso di andata, che si segue poi fino al bivio di san Michele. Lasciando a sinistra la già percorsa via per il Monte S.Agata, si prosegue in piano lungo la strada asfaltata che termina presso la Valle del Lembro; la carrareccia, ora sterrata e affiancata dalle strutture di un percorso-vita, scende comodamente fino alle prime abitazioni di Rovio, dove, in corrispondenza del Grotto Conza, si tocca la cantonale Rovio-Arogno. Pochi passi in discesa a sinistra e si ritrova il punto di partenza.
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