Da Ghirla a Luino. Una giornata tra gli elfi.

- Gruf! Piove ancora??? Gruff! Basta, son stufo di stare nella mia umida tana!

- Ehi...

- Grufff! Chi mi chiama nelle nebbie?

- Io... segui il cielo...

- Gruff! Dove sei?

- Son qui.

- Gruf! Qui? Dove? Non ti vedo?

- Segui il cielo dei miei occhi...

- Gruf! Che cielo? Piove a dirotto, la nebbia è fitta, tutto è fradicio... è un miracolo se non volo dall'inaspettato dirupo sopra Fabiasco... Ma, eccoti Elfo... ma, avevi ragione... che cielo sorridente nei tuoi occhi...

- Come sei serio tu invece... qualcosa non va?... Gli occhi sorridono perchè per boschi e per rupi tocco il cielo con un dito.

- Grufff! No, niente... sono incantato... anche i grufoli possono incantarsi... Che bella voce hai, mio Elfo.

- Non guardarmi così, grufolotto. Piuttosto, che fai qui con questo tempo, grufolo? Non son l'unico folle, allora...

- Gruf! Penso, medito.

- Pensi troppo! Sei un grufolo, mica un uomo, devi agire d'istinto, non pensare... Ahi!

- Gruff! Cosa c'è Elfo mio? Stai male?

- Ahi, mi duole un ginocchio. Dicono che noi Elfi siam fatti di gomma, ma non è così. Ahi!

- Gruff! Che brutta ferita, Elfo.

- Non preoccuparti, grufolo premuroso, passerà... Ove sei diretto, trafelato e solitario?

- Gruf! A Luino, voglio cambiare lago...

- Ah, ah, ah! E per andare al lago passi dai monti? Sei proprio originale, Grufolo. Ci son strade più brevi e comode per arrivarci.

- Gruff! Me l'ha consigliato il lupo cattivo, Elfo mio.

- Ah, ah, ah! Ma se in Valganna non ci son più lupi da almeno un secolo...

- Gruff! Allora era un cane stolto. E gli ho pure dato retta...

- Shhhhht! Amo i cani, non parlarne male, grufolotto, che mi offendo... anzi, mi hai offeso, me ne vado, ti lascio solo coi tuoi pensieri...

- Gruff! No, Elfo mio dai riccioli luccicanti, scusami, non volar via, mi piace la tua compagnia insolita, lieta e gentile

- Allora seguimi e taci.

- Gruff! Volo... Gruf... o almeno ci provo. Non stai fermo un attimo...

https://www.youtube.com/watch?v=ksLWUBXHQ8w

- Elfo, mio Elfo, dove sei?

- Son qui.

- Gruf! Qui? Dove? Non ti vedo?

- Segui il cielo dei miei occhi... Il tempo volge al meglio, ti sarà più facile trovarmi...

- Gruf! C'è ancora una vetta da salire, da cui forse potrò vedere il Maggior Lago. Sempre che la nebbia si dissolva...

- Sii ottimista, grufolo, non pensare troppo.

- Grufff! Che cielo! Che lago! Che nevi luccicanti! Che bellezza!... Elfo, è merito tuo?

- Forse, chissà...

- Gruf! Elfo, sei dispettoso... Perchè non vuoi dirmelo?

- Perchè sono Elfo: corro, volo, faccio i dispetti agli amanti nel bosco... una notte di mezz'estate il mio capo mi fece fare gli straordinari... uff, che notte! Ma come mi ero divertita!

- Grufff! Divertita? Ma allora...

- Shhht! Grufolo, non pensare ho detto... gli Elfi non hanno sesso. Ma ora devo andare, Grufolo mio.
Il tuo lago è ormai vicino. Ciaoooo

- Gruff! No, Elfo gentile dai riccioli lucidi e gli occhi come il cielo, non lasciarmi solo...

- Ciaooooooooooo......

- Gruf! Ma era tutto vero? No. Era solo un sogno. E ora è finito, svanito. Alato e gioioso.
Eccomi al lago... Gruf! E ricomincia a piovere... Quasi quasi torno in Valganna.
Gruff! Cocchiereee. Riportami a casa, sono un grufolo comodo io.

- Povero Grufolo, compassione mi coglie... Via!

Se l'ombre nostre v'han dato offesa,
Voi fate conto v'abbian colto
Queste visioni cosi' a sorpresa,
Mentr'erravate in preda al sonno;
In lieve sonno sopiti, ed era
Ogni visione vaga chimera.
Non ci dovete rimproverare
Se vana e sciocca sembro' la storia;
Ne andra' dissolta ogni memoria,
Come di nebbia se il sole appare;
Se ci accordate vostra clemenza,
Gentile pubblico, faremo ammenda.
E com'e' vero ch'io son folletto
Onesto e semplice,
sincero e schietto,
Se pure ho colpe, non mai ho avuta
Lingua di serpe falsa e forcuta;
Pago l'ammenda senza ritardo,
O mi direte che son bugiardo.
Ora vi auguro sogni felici,
Se sia ben vero che siamo amici,
E ad applauso tutti vi esorto,
Poichè ho promesso che ad ogni torto
A voi causato per inesperienza,
Gentile pubblico, faremo ammenda.

(William Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate, Atto V - Scena I - Conclusione)

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