Un Dasdanino tra le nuvole... 2088 mt.
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Questa volta ce la siamo andata a cercare. Non amiamo la neve ma comunque volevamo fare un giro con le ciaspole, avendo nevicato parecchio sulle “nostre” montagne non dobbiamo fare molta strada per trovare un posto adatto. La Meteo dice tempo discreto in Val Trompia… si parte.
Partiamo da casa che dal cielo cade qualche gocciolina, pian piano che entriamo nel cuore della valle il clima migliora, e il timido sole rende la temperatura abbastanza piacevole. Meno piacevole è l’arrivo all’ex Rifugio Bonardi dove veniamo accolti dalle nuvole basse, nuvole che al momento ci permettono comunque di inforcare le ciaspole e partire verso il Dasdana.
C’è poca gente in giro, soprattutto skialper che risalgono la pista da sci, tutti molto lanciati e con una falcata di tutto rispetto. Si sale in moderata pendenza, con una visibilità pari quasi allo zero, verrebbe voglia di girare i tacchi e ritornare all’hotel per bersi una bella birra, tra l’altro il pericolo di andare ad cazzum non è così remoto, ma siamo qua e insistiamo nella nostra progressione.
Incrociamo qualche skialper che scende a velocità ridotta, poi un ciaspolatore anche lui di ritorno, poi come un massacro di stile fantozziano ecco i due atleti “olimpici” che erano partiti con noi e che avevano preso il largo. Ma siete già arrivati in cima, dico io, ma va, rispondono all’unisono, torniamo indietro, non si vede nulla ed è inutile proseguire.
Lo scoramento potrebbe prendere piede, ma non ci facciamo intimidire dalla nebbia, la testa ci porta a spingerci verso l’alto. Senza praticamente accorgerci arriviamo al Dasdanino, dove lo Chalet oggi è chiuso, solo tre skialper ultra ottantenni arredano l’esterno del locale e sembrano pure divertiti nel vederci arrivare. 0,50 h.
Scambiamo quattro chiacchiere e facciamo qualche foto che sa di bianco/nero, poi senza aspettare oltre prendiamo la via del ritorno, la speranza di andare oltre si scontra con il nulla che impalla la nostra vista. Proseguire è vivamente sconsigliato.
Scendiamo con calma, seguendo le nostre orme di salita, gli skialper che avevamo alle spalle si sono fermati tutti. A metà discesa incredibilmente si apre uno spiraglio tra le nuvole, e sotto di noi vediamo l’hotel; ma vediamo anche oltre, e questo ci invoglia a proseguire verso il M. Maniva. Seguiamo la pista ben battuta e con uno strappo di 100 metri arriviamo sul Maniva dove c’è l’arrivo di una seggiovia, qua riusciamo a fare qualche foto poi mi viene la malsana idea di scendere dritti sparati sul ripido pendio innevato ma con neve instabile.
A farmi decidere per sta cagata sono le tracce lasciate dagli skialper, ma si sa, ciò che puoi fare con gli sci a volte non puoi fare con le ciaspole. La discesa è veramente al limite, si fa fatica a stare in piedi e si ha sempre la sensazione che la neve scenda giù con te, ma arriviamo comunque quasi sulla traccia di andata… il problema è un saltino di una quindicina di metri che si schianta sotto di noi. Ci fermiamo ovviamente, adesso non resta che decidere, o proseguire in maniera poco sicura con un traverso o tirare due sacramenti e risalire sino alla cima; decidiamo per la seconda ipotesi e con estrema fatica (pendenza 50°) risaliamo sino alla cima, prima però un calo di zuccheri lungo l’ascesa mi ha imposto uno stop con seduta sulla neve.
Ora scendiamo con più relax verso il parcheggio, e quando cominciamo già a vedere la macchina… azz, Rosa ha perso il cappello di lana, e probabilmente è disperso sul pendio. Ci guardiamo in faccia, si va riprendere il cappello. Su ancora al Maniva e giù per 30 metri dal pendio, per fortuna il cappello è vicino alla cima. Adesso ci aspetta finalmente solo la discesa e la birra al Bonardi.
Nota 1): Con un tempo clemente la salita al Dasdanino e al Maniva è da WT2 al massimo, WT3 per il pendio con rischio. Se avremo fortuna con il tempo proveremo a portare a termine il giro che avevamo pensato.
Nota 2): Cazzeggi vari…
Politica Spinoza: La cosa più triste di queste elezioni è che i presidenti di seggio consegneranno migliaia di bollini senza ricevere nemmeno una pirofila.
Lercio: Voltagabbana in piazza: con questa legge elettorale non si sa su quale carro dei vincitori salire.
A la prochaine! Menek,Rosa
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