Gli antichi vulcani (?) della Valganna
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Anche se non vi sono certezze scientifiche che i monti Mondonico e Scerrè siano antichi vulcani, mi piace immaginarli tali, soprattutto il Mondonico che visto da Ganna si alza verso il cielo come un cono pressochè perfetto.
Qualche ora libera in una mattinata fredda e seminevosa mi induce a riprendere la via dei monti abbondonando le comodità casalinghe, pertanto parto alla volta di queste due alture che non avevo mai salito in precedenza, nell'intento di proseguire il programma di "conquista" di tutte le cime della provincia di Varese.
Lascio l'auto a Ganna, alzo lo sguardo e il monte è come fosse sparito. Nuvole bassissime ne celano ogni vista. Salgo su asfalto per due abbondanti chilometri e ad un tratto, dal nulla, appaiono le case di Mondonico, solitamente descrivibile come ridente e panoramico villaggio adagiato sulla costa del monte.
Oggi è un paese fantasma che appare e scompare diradandosi come uno spirito dispettoso.
Non so altro dell'itinerario, non ho preso informazioni anticipate, quindi attacco il primo pendio boschivo e lo risalgo liberamente su terreno reso scivoloso dalla neve che scende sulle foglie secche.
Giungo ad una spianata, individuo il punto più alto dove vi sono alcuni ruderi e deduco di essere arrivato in cima. Il mondo degli uomini e dei motori è vicino ma qui è tutto ovattato; il bosco è nel silenzio atavico.
Mi fermo un momento ad osservare oltre gli alberi nella speranza di trovare una fata che di certo fluttuando, biricchina mi spia.
Torno sui miei passi e individuo un'ampia pista che scende dolcemente verso Nord. La seguo ed in breve torno al villaggio propro davanti alla chiesa di Sant'Onofrio. Proseguo allora in direzione Bedero e attraverso larghe pianure che la nebbia fa sembrare steppe sconfinate.
Girovago senza una meta precisa, lambisco il bosco ed intercetto una palina che segna "il sentiero del fondista di Cunardo". Ho in mente di andare al Scerrè ma non so dov'è, quindi, dato che il citato sentiero sale lo seguo per un pò sino a pervenire all'imbocco di un sentiero che destina alla Madonna degli Alpini. Seguo questa pista che, sempre protetta da un corrimano in legno, tra saliscendi mi conduce ad una balconata in cui è posta una'area feste in pieno letargo invernale. In un angolo di tale area vi è la cappella con la Madonna.
Da qui immagino ampi panorami verso la Valcuvia ma oggi la bellezza è l'immaginazione sono a qualche metro oltre il mio naso.
Sotto una nevicata che si è fatta copiosa ed ha imbiancato gli alberi, seguo ora un segnavia per la Madonna del Filo. Un sentiero molto ripido è sdrucciolevole anche qui con corrimano in legno, sale ad una roccia ove, in una nicchia della stessa c'è la Madonnina che pare sia stata posta da Boscaioli di inizio novecento quale ex voto per una tragedia sfiorata durante le manovre di trasporto legna a mezzo teleferica. Da qui il nome "del filo".
Oltre la roccia è impossibile procedere, scendo allora alla base del sentiero e re-intercetto il sentiero del fondista. Cammino in salita su ampia pista e morbidi tornanti e arrivo in cima a quello che con pochi dubbi direi essere il monte Scerrè.
Per la stessa via scendo, giungo alla strada asfaltata per Bedero e in qualche chilometro della stessa pervengo al paesino Valcuviano.
Ha smesso di nevicare, ora pioviggina e i colori cupi di fine inverno mi accompagnano ai margini della SP11 che corre nel profondo solco tra il gruppo Mondonico - Scerrè a sinistra e il Martica - Chiusarella a destra.
Sfioro le propaggini ghiacciate del lago, attraverso Ganna ove mi concedo una micro visita alla Badia e torno all'auto che, infreddolita, mi attende da tre ore e mezzo.
Sviluppo: 13 km circa; SE: 18 km circa.
Qualche ora libera in una mattinata fredda e seminevosa mi induce a riprendere la via dei monti abbondonando le comodità casalinghe, pertanto parto alla volta di queste due alture che non avevo mai salito in precedenza, nell'intento di proseguire il programma di "conquista" di tutte le cime della provincia di Varese.
Lascio l'auto a Ganna, alzo lo sguardo e il monte è come fosse sparito. Nuvole bassissime ne celano ogni vista. Salgo su asfalto per due abbondanti chilometri e ad un tratto, dal nulla, appaiono le case di Mondonico, solitamente descrivibile come ridente e panoramico villaggio adagiato sulla costa del monte.
Oggi è un paese fantasma che appare e scompare diradandosi come uno spirito dispettoso.
Non so altro dell'itinerario, non ho preso informazioni anticipate, quindi attacco il primo pendio boschivo e lo risalgo liberamente su terreno reso scivoloso dalla neve che scende sulle foglie secche.
Giungo ad una spianata, individuo il punto più alto dove vi sono alcuni ruderi e deduco di essere arrivato in cima. Il mondo degli uomini e dei motori è vicino ma qui è tutto ovattato; il bosco è nel silenzio atavico.
Mi fermo un momento ad osservare oltre gli alberi nella speranza di trovare una fata che di certo fluttuando, biricchina mi spia.
Torno sui miei passi e individuo un'ampia pista che scende dolcemente verso Nord. La seguo ed in breve torno al villaggio propro davanti alla chiesa di Sant'Onofrio. Proseguo allora in direzione Bedero e attraverso larghe pianure che la nebbia fa sembrare steppe sconfinate.
Girovago senza una meta precisa, lambisco il bosco ed intercetto una palina che segna "il sentiero del fondista di Cunardo". Ho in mente di andare al Scerrè ma non so dov'è, quindi, dato che il citato sentiero sale lo seguo per un pò sino a pervenire all'imbocco di un sentiero che destina alla Madonna degli Alpini. Seguo questa pista che, sempre protetta da un corrimano in legno, tra saliscendi mi conduce ad una balconata in cui è posta una'area feste in pieno letargo invernale. In un angolo di tale area vi è la cappella con la Madonna.
Da qui immagino ampi panorami verso la Valcuvia ma oggi la bellezza è l'immaginazione sono a qualche metro oltre il mio naso.
Sotto una nevicata che si è fatta copiosa ed ha imbiancato gli alberi, seguo ora un segnavia per la Madonna del Filo. Un sentiero molto ripido è sdrucciolevole anche qui con corrimano in legno, sale ad una roccia ove, in una nicchia della stessa c'è la Madonnina che pare sia stata posta da Boscaioli di inizio novecento quale ex voto per una tragedia sfiorata durante le manovre di trasporto legna a mezzo teleferica. Da qui il nome "del filo".
Oltre la roccia è impossibile procedere, scendo allora alla base del sentiero e re-intercetto il sentiero del fondista. Cammino in salita su ampia pista e morbidi tornanti e arrivo in cima a quello che con pochi dubbi direi essere il monte Scerrè.
Per la stessa via scendo, giungo alla strada asfaltata per Bedero e in qualche chilometro della stessa pervengo al paesino Valcuviano.
Ha smesso di nevicare, ora pioviggina e i colori cupi di fine inverno mi accompagnano ai margini della SP11 che corre nel profondo solco tra il gruppo Mondonico - Scerrè a sinistra e il Martica - Chiusarella a destra.
Sfioro le propaggini ghiacciate del lago, attraverso Ganna ove mi concedo una micro visita alla Badia e torno all'auto che, infreddolita, mi attende da tre ore e mezzo.
Sviluppo: 13 km circa; SE: 18 km circa.
Tourengänger:
rochi
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