Pizzi e lazzi intorno al Coren...
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Quando si ha voglia di montagna non si guarda il tempo, almeno che non ci siano pericoli in vista, ma non è questo il caso, oggi ci sarà un primo accenno di “Buran” ma la cosa non ci spaventa.
Si va sulla Croce di Pizzo Corno, un giro che avevo adocchiato quando il 31 Gennaio andammo alla Malga Lunga per festeggiare il Capodanno, una volta a casa scoprii che sul sentiero era presente un tratto attrezzato. Trovate tutte le informazioni, comprese quelle di andrea62, non ci resta che portare a termine la “missione”.
Lasciamo l’auto al comodo parcheggio in Loc. Fontanei e come da evidenti indicazioni imbocchiamo in sentiero 544A. Sin da subito la salita è molto ripida e il terriccio sotto i piedi non aiuta certo nella progressione, ma tant’è, siamo qua e ci smazziamo questo tratto spacca gambe sino a giungere nei pressi della Falesia Fontanei dove gli arrampicatori hanno preparato un “set” di tutto rispetto.
Qua comincia il tratto attrezzato che risale un canalino posto tra due falesie, di pericoli non ce ne sono, rimane solo una pendenza molto sostenuta. Passata la zona delle falesie impattiamo in un salto roccioso di 4/5 metri, piuttosto verticale ma ben appigliato, si tratta di fare pochi movimenti per superare questo inghippo, poi tutto scorre più facilmente e il sentiero pian piano si addolcisce giungendo alla Croce senza troppi patemi. 1h10.
Purtroppo oggi il tempo è inclemente, le nuvole sono basse e la visuale non va oltre i 50 metri, a dare un tocco di “like” ad un presente malvagio ci pensa la temperatura, fredda ma piacevole, un freddo secco portatore di… neve!!! Ma intanto ci beviamo un tè caldo nella spartana ma comoda baracca costruita in vetta.
Non possiamo incantarci troppo, siamo partiti ad un orario “turistico” e il giro è tutto da scoprire, così come il tempo. Una volta ripartiti scendiamo al vicino bivio incontrato in salita, come da palina seguiamo le indicazioni per Valpiana, su un bel sentiero che è un susseguirsi di saliscendi-scendi, arrivati al secondo bivio noi proseguiamo per il Campo d’Avene. Intanto i primi fiocchi di neve, quasi romantici, cominciano a scendere da un cielo sempre più plumbeo.
Seguendo il Sentiero dei Pizzi risaliamo abbastanza ripidi un bellissimo bosco, reso fatato da un manto nevoso spesso una ventina di centimetri, una volta sbucati dal bosco l’impatto con il Campo d’Avene è di quelli che non t’aspetti… la nebbia avvolge tutto, tanto che sembra di nuotare in un fumoso saloon. Guardo il Gps che nel frattempo sbarella con le altimetrie, ma i sentieri me li indica e quindi: eccoci alla Baita Campo d’Avene. 0:45 dalla Croce.
Ci restiamo giusto il tempo di una minzione, la pipì più che tiepida disegna sulla neve la frase: non ci vedo niente. Adesso la neve scende più copiosa, e così si passa dalla felpa alla giacca a vento, approfittando delle indicazioni seguiamo la “sterrata innevata” che in 40 minuti ci porta alla Malga Lunga dove ci aspetta una nevicata siberiana. Qua ci fermiamo a mangiare, non all’interno del rifugio oggi chiuso, ma all’esterno, comunque ben al riparo dai fiocchi malefici.
Si riparte, e per non arrivare alla macchina bagnati fradici indossiamo il mantello; appena dopo la Malga imbocchiamo la prima deviazione a sinistra, seguendo un largo sentiero che ci permette di divertirci come bambini facendo acrobazie freestyle, sbucati sulla stradina attraversiamo la Valpiana sino a giungere al parcheggio con il bivio 544/548A/ Gandino-Fontanei. Qua prendiamo la deviazione e con un sentiero scivoloso perdiamo quota sino ad intercettare una serie di ponticelli in ferro, passata la caratteristica Cappelletta di S.Antonio il sentiero prosegue sino ad arrivare alla vicina stradina asfaltata proprio a 10 metri dal parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto.
Nota 1): Giro interessante che andrebbe rifatto con un tempo più clemente e con l’erba verde a dipingere i prati. M’incuriosiva la salita al M.Corno e al Pizzo Secco, ma oggi non era giornata per fare ravani, la salita a queste due cime comporta un esplorazione di tutto rispetto dentro un fitto bosco di agrifogli. Ovviamente non ci sono sentieri, o almeno io non li ho visti. T3 per la zona attrezzata, poi T2. T1 dal Campo d’Avene alla Malga Lunga, T1 anche per un pezzo di Valpiana.
P.s.
Per oggi è tutto… a la prochaine! Menek,Rosa
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