Monte Unghiasse (2939 m)
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L’autunno è la stagione ideale per visitare le valli di Lanzo, quando la temperatura si abbassa quel tanto che serve per scongiurare le nebbie estive che caratterizzano la zona. E’ quindi il caso di approfittare per fare un salto al Gran Lago di Unghiasse e, già che ci siamo, salire l’omonimo monte.
Parto da Alboni ed in breve mi accorgo che le relazioni in mio possesso non sono aggiornate; scoprirò poi che è stata costruita una strada sterrata di servizio agli alpeggi e vado quindi ad attraversarla, percorrendola per un tratto prima di raggiungere l’Alpe Vaccheria, dove parte il sentiero vero e proprio per il Gran Lago. Si cammina in un ambiente molto suggestivo, superando vari ripiani pascolivi caratterizzati da fasce rocciose levigate, sempre su buon sentiero e toccando di tanto in tanto qualche alpeggio. L’arrivo al lago è emozionante e doveroso di una sosta prolungata, ma la cima del Monte Unghiasse è lì sopra e già s’intuisce che non sarà una passeggiata, decido quindi di rimandare la sosta a dopo e proseguire in direzione della vetta. Come spesso capita, vista da sotto la salita sembra più difficile di quello che è realmente: in questo caso è solo scomoda, trattandosi di un traverso ripido di erba, pietre e terriccio da percorrere con molta cautela, superando in ultimo dei blocchi rocciosi che portano al Colle d’Unghiasse (2797 m). Qui terminano le difficoltà e su pietraia lungo la cresta, superando un’anticima, tocco l’ometto di vetta del Monte Unghiasse.
Il panorama dalla vetta ripaga della lunga salita, offrendo una splendida vista sui Laghi di Unghiasse, sul bacino artificiale di Ceresole Reale e sul Gruppo del Gran Paradiso.
Al ritorno, dopo essere ridisceso al Gran Lago per una meritata pausa, decido di procedere costeggiando la sponda SO e seguire il sentiero n.324 in direzione del Lago della Fertà. Quest’ultimo, posto ai piedi dell’anfiteatro cinto dal Monte Bellagarda e dalla Cima della Crocetta, merita senz’altro una visita. Dal lago, il sentiero scende lungamente fino all’Alpe del Laietto dove mi riallaccio al percorso dell’andata, tornando così al punto di partenza.
Tipica giornata autunnale con qualche nuvola ed un clima fresco e ventilato, i luoghi attraversati sono selvaggi e poco frequentati ma non severi e permeati di una rilassante pace. Incrociati solo altri due escursionisti sul sentiero per il Lago della Fertà.
In solitaria con l’inseparabile Zeus.

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