Il vecchio sentiero fra San Cassiano e Prata Camportaccio
|
||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Cominciano le vacanze: il tempo di scaricare i bagagli dalle auto, di sistemare i gatti in casa e, visto che ha anche smesso di piovere, si va subito a fare un giretto rilassante. Nonostante sia da decenni che mi aggiro fra questi monti, non mi era ancora venuta l'idea di cercare un proseguimento verso nord della cosiddetta "Strada dei Cavalli", il passaggio medioevale orientale lungo la bassa Valchiavenna che saliva in quota ad evitare il piano paludoso e malsano: quella sinora ufficialmente riconosciuta e segnalata collega Nuova Olonio a Novate Mezzola sovrapassando i dirupi rocciosi che calano a picco nel lago. Quindi si trattava di un'escursione con un progetto di massima aperto a deviazioni e scelte "di curiosità"; e così è stato: trovate delle recenti segnalazioni a vernice siamo saliti fino alla Motta dell'Orso (nei cui pressi si trova un ottimo punto panoramico e da cui si può proseguire fra i valloni del soprastante Pizzo di Prata), poi siamo ridiscesi al sentiero che sembrava rispecchiare le caratteristiche (quota, direzione, segni di antropizzazione) di quanto si andava cercando. Il sentiero esiste ed è anche parzialmente segnalato a vernice (presumibilmente all'epoca - 1994 - della sistemazione della rete escursionistica chiavennasca e della pubblicazione della relativa guida ad opera di G.Lisignoli e F.Giacomelli). Rimane da capire perché i bolli di vernice si fermino in corrispondenza dei ruderi di Casa Rebbia e non vadano a concludere una traversata veramente interessante. Una volta raggiunti gli antichi nuclei sopra Prata Camportaccio, non rimane che tornare a San Cassiano tramite la ciclopedonale della Valchiavenna e un pericoloso tratto a margine della statale.
Dal parcheggio aggirare sulla destra il muro di recinzione del cimitero e salire fra villette e recinti privati fino ad una curva a gomito verso sinistra. [Sulla destra una carrareccia conduce fino all'isolato campanile rimasto dalla distruzione dell'antica parrocchiale nel 1887, a causa di un'alluvione-frana dal canalone della Vallascia]. Si prosegue quindi fino ad incrociare la Via Maretoli, che si risale a destra fino alla prima curva: sulla sinistra, erboso, inizia il sentiero. Inizialmente si tratta di una traccia soffocata da fitti cespugli e rovi che sale zigzagando fino ad oltrepassare la recentissima apertura di una pista tagliafuoco. Si entra poi in un castagneto in ricrescita dopo un disastroso taglio a raso: una serie di tracce secondarie - da trascurare - incrocia il sentiero principale fino a raggiungere un evidente quadrivio: il nostro percorso viene attraversato da un frequentato passaggio segnalato con varie combinazioni di rosso/bianco/blu. Qui decidiamo di seguire in salita il sentiero bollato: la salita si rivela intensa e continua, zigzagante in un umido castagneto che accompagna fino a raggiungere la sommità di un dosso arrotondato, dove troviamo i ruderi della Motta dell'Orso; poco a valle di una cappella votiva si può scendere in pochi passi ad un terrazzo panoramico affacciato a picco sulla Valchiavenna. Tornati al quadrivio, si prosegue in traversata verso nord salendo costantemente fino ai ruderi di Casa Rebbia, un agglomerato di cadenti baite avviluppate da un' impenetrabile estensione di spine. Qui compaiono le segnalazioni CAI bianco/rosse. Si prosegue lungamente in continuo saliscendi attraverso un luminoso bosco di querce, pini silvestri ed eriche arboree, spesso su cenge adattate sagomando gli affioramenti rocciosi al passaggio. Oltrepassata una panchina in posizione panoramica, si inizia a scendere in un bosco più umido e ombroso: poco dopo un rustico lavatoio di pietra, si sbuca fra le baite restaurate di Stova all'Oro; qui inizia una splendida e splendidamente conservata mulattiera gradinata e acciottolata che, oltrepassate le baite di Berlinghero (o Bilinghero), prosegue fino a raggiungere la strada consortile per Pratella proprio al suo inizio, nei pressi del ponte sul torrente Schiesone. Ormai su asfalto, si scende verso il fondovalle fino ad incrociare i segnali della pista ciclopedonale della Valchiavenna: seguendola verso sinistra, dapprima fra boschi e prati, poi attraverso una zona industriale, si arriva alla statale; qui, purtroppo, la pista attraversa e si dirige verso Mese ed il corso della Mera, per cui diventa inevitabile proseguire a margine della trafficatissima viabilità. Ritornati a San Cassiano, si ritrova un marciapiede e, nei pressi dei segnali di un passaggio a livello, si volge a sinistra tornando in breve sul percorso di andata.
Dal parcheggio aggirare sulla destra il muro di recinzione del cimitero e salire fra villette e recinti privati fino ad una curva a gomito verso sinistra. [Sulla destra una carrareccia conduce fino all'isolato campanile rimasto dalla distruzione dell'antica parrocchiale nel 1887, a causa di un'alluvione-frana dal canalone della Vallascia]. Si prosegue quindi fino ad incrociare la Via Maretoli, che si risale a destra fino alla prima curva: sulla sinistra, erboso, inizia il sentiero. Inizialmente si tratta di una traccia soffocata da fitti cespugli e rovi che sale zigzagando fino ad oltrepassare la recentissima apertura di una pista tagliafuoco. Si entra poi in un castagneto in ricrescita dopo un disastroso taglio a raso: una serie di tracce secondarie - da trascurare - incrocia il sentiero principale fino a raggiungere un evidente quadrivio: il nostro percorso viene attraversato da un frequentato passaggio segnalato con varie combinazioni di rosso/bianco/blu. Qui decidiamo di seguire in salita il sentiero bollato: la salita si rivela intensa e continua, zigzagante in un umido castagneto che accompagna fino a raggiungere la sommità di un dosso arrotondato, dove troviamo i ruderi della Motta dell'Orso; poco a valle di una cappella votiva si può scendere in pochi passi ad un terrazzo panoramico affacciato a picco sulla Valchiavenna. Tornati al quadrivio, si prosegue in traversata verso nord salendo costantemente fino ai ruderi di Casa Rebbia, un agglomerato di cadenti baite avviluppate da un' impenetrabile estensione di spine. Qui compaiono le segnalazioni CAI bianco/rosse. Si prosegue lungamente in continuo saliscendi attraverso un luminoso bosco di querce, pini silvestri ed eriche arboree, spesso su cenge adattate sagomando gli affioramenti rocciosi al passaggio. Oltrepassata una panchina in posizione panoramica, si inizia a scendere in un bosco più umido e ombroso: poco dopo un rustico lavatoio di pietra, si sbuca fra le baite restaurate di Stova all'Oro; qui inizia una splendida e splendidamente conservata mulattiera gradinata e acciottolata che, oltrepassate le baite di Berlinghero (o Bilinghero), prosegue fino a raggiungere la strada consortile per Pratella proprio al suo inizio, nei pressi del ponte sul torrente Schiesone. Ormai su asfalto, si scende verso il fondovalle fino ad incrociare i segnali della pista ciclopedonale della Valchiavenna: seguendola verso sinistra, dapprima fra boschi e prati, poi attraverso una zona industriale, si arriva alla statale; qui, purtroppo, la pista attraversa e si dirige verso Mese ed il corso della Mera, per cui diventa inevitabile proseguire a margine della trafficatissima viabilità. Ritornati a San Cassiano, si ritrova un marciapiede e, nei pressi dei segnali di un passaggio a livello, si volge a sinistra tornando in breve sul percorso di andata.
Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (4)