Monte Civetta
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E finalmente arrivò il giorno del Civetta!
Come ultima escursione di questa bellissima vacanza proviamo a salire sul Monte Civetta, dalla via che secondo me è la più bella per toccarne la vetta: la Ferrata degli Alleghesi ... ovviamente esclusa la Solleder-Lettenbauer. E lo facciamo scegliendo di pernottare al particolarissimo Rifugio Torrani, sia per questioni di timing sia per vivere in modo più completo questa stupenda salita.
Parto da Pecol a piedi e raggiungo Manuela (o meglio ... lei raggiunge me) all'arrivo dell'ovovia. Ci dirigiamo subito verso l'attacco transitando dalla Forcella della Gava e poi proseguendo lungo l'evidente e ben segnato sentiero che prima sale abbastanza deciso e poi prosegue con un lungo mezzo costa passando sotto la bastionata del Civetta ... bastionata che purtroppo non riusciamo a vedere ... perchè oggi una nuvola sfigata si è piazzata proprio in mezzo a questa conca.
Giunti all'attacco vediamo un po' di movimento ma per fortuna oggi il numero di persone presenti lungo l'itinerario sarà esiguo e si riuscirà a salire con calma seguendo i proprio ritmi. Si affronta subito un passaggio verticale ed un po' esposto lungo una scaletta e qualche staffa. Superato questo breve ostacolo, la ferrata diverrà molto ma molto piacevole. Non sto qui a descriverla passaggio per passaggio, ci sono altri siti ben più specializzati di me nel farlo, sottolineerò soltanto qualche punto.
Prima di tutto è una ferrata lunga: il dislivello della sola ferrata è di quasi 900 metri. Certo, in alcuni brevi tratti si cammina senza cavo ma nel complesso incidono ben poco. Alcuni libri ed alcuni siti parlano di 3:30 di ferrata ma dal mio punto di vista è un valore sottostimato ... serve qualcosina in più ... o almeno così mi è sembrato.
L'ambiente in cui ci si muove è strepitoso ma nello stesso tempo quasi mai esposto o problematico. Solo altri due/tre passaggi, oltre a quello della partenza, richiedono attenzione e uno sforzo fisico maggiore (a cui forse bisogna aggiungere qualche passo non attrezzato lungo la cresta finale). Per la maggior parte del tragitto ci si riesce a muovere agevolmente solo toccando la roccia ... bellissimo!!!
L'ambiente strepitoso in cui ci si muove implica anche problematiche serie in caso di brutto tempo: trovarsi lassù in mezzo ad un temporale penso non dia molto scampo. E non è escluso di trovare singoli passaggi ancora con neve. A noi è capitato di fare 2/3 metri sulla neve.
Finito di fare il maestrino ... non posso che dire che raggiungere la vetta insieme a Manuela dopo un gran bel percorso come questo ... è stato emozionante ... anche perchè era da tempo che puntavo a questa cima. Poi lungo la ferrata sorpassi delle persone ... ti risorpassano ... ci si trova in cima ... e poi alla sera tutti in rifugio ... a festeggiare questa straordinaria giornata.
Già il rifugio ... dalla cima sono circa 20 minuti di camminata su terreno tipico dolomitico ... ghiaietta e qualche brevissimo passaggio in cui usare le mani ... se si è particolarmente stanchi richiedono comunque attenzione ... ah no scusate basta maestrino ...
Saluti il gestore e scopri che è un fortissimo alpinista che ha aperto alcune vie sulla parete nord-ovest ... apri la porta del rifugio e scopri che tutto è sostanzialmente una stanza con due tavoli al centro e i letti a cuccette intorno ... sei sul tavolo fuori a bere qualcosa e dal nulla appare un gruppetto di francesci con abbigliamento "casual", piccoli zaini (del tipo che quando vado a camminare in giornata il mio è più grosso) e scopri che sono appena usciti da una lunghissima via di arrampicata di VI/VII grado di 800 metri e devono ancora scendere verso un lontanissimo rifugio ...ti guardi attorno, ripensi a tutto e scopri che ... la giornata che hai appena vissuto è una di quelle straordinarie!
Il giorno successivo sveglia giusto giusto per godere dello spettacolo dell'alba, colazione e poi via per il rientro decidendo di non percorrere la via normale ma di transitare dalla Ferrata Tissi affrontandola in discesa. Traversata abbastanza classica che però richiede maggior forza per essere percorsa in quanto numerosi tratti della ferrata sono più verticali e su terreno più liscio rispetto all'Alleghesi (valutazione verso l'AD). Seppur breve arrivare alla fine del tratto attrezzato richiede un cospicuo investimento di energie è quindi con sollievo (a detta di Manuela) che rimettiamo piedi sul ghiaione ed affrontiamo il resto della discesa toccando la Forcella de le Sasse e poi giù ancora per un canalone fino a ritornare nei pressi della Forcella Grava da dove con tranquillità torniamo a Pecol.
Come ultima escursione di questa bellissima vacanza proviamo a salire sul Monte Civetta, dalla via che secondo me è la più bella per toccarne la vetta: la Ferrata degli Alleghesi ... ovviamente esclusa la Solleder-Lettenbauer. E lo facciamo scegliendo di pernottare al particolarissimo Rifugio Torrani, sia per questioni di timing sia per vivere in modo più completo questa stupenda salita.
Parto da Pecol a piedi e raggiungo Manuela (o meglio ... lei raggiunge me) all'arrivo dell'ovovia. Ci dirigiamo subito verso l'attacco transitando dalla Forcella della Gava e poi proseguendo lungo l'evidente e ben segnato sentiero che prima sale abbastanza deciso e poi prosegue con un lungo mezzo costa passando sotto la bastionata del Civetta ... bastionata che purtroppo non riusciamo a vedere ... perchè oggi una nuvola sfigata si è piazzata proprio in mezzo a questa conca.
Giunti all'attacco vediamo un po' di movimento ma per fortuna oggi il numero di persone presenti lungo l'itinerario sarà esiguo e si riuscirà a salire con calma seguendo i proprio ritmi. Si affronta subito un passaggio verticale ed un po' esposto lungo una scaletta e qualche staffa. Superato questo breve ostacolo, la ferrata diverrà molto ma molto piacevole. Non sto qui a descriverla passaggio per passaggio, ci sono altri siti ben più specializzati di me nel farlo, sottolineerò soltanto qualche punto.
Prima di tutto è una ferrata lunga: il dislivello della sola ferrata è di quasi 900 metri. Certo, in alcuni brevi tratti si cammina senza cavo ma nel complesso incidono ben poco. Alcuni libri ed alcuni siti parlano di 3:30 di ferrata ma dal mio punto di vista è un valore sottostimato ... serve qualcosina in più ... o almeno così mi è sembrato.
L'ambiente in cui ci si muove è strepitoso ma nello stesso tempo quasi mai esposto o problematico. Solo altri due/tre passaggi, oltre a quello della partenza, richiedono attenzione e uno sforzo fisico maggiore (a cui forse bisogna aggiungere qualche passo non attrezzato lungo la cresta finale). Per la maggior parte del tragitto ci si riesce a muovere agevolmente solo toccando la roccia ... bellissimo!!!
L'ambiente strepitoso in cui ci si muove implica anche problematiche serie in caso di brutto tempo: trovarsi lassù in mezzo ad un temporale penso non dia molto scampo. E non è escluso di trovare singoli passaggi ancora con neve. A noi è capitato di fare 2/3 metri sulla neve.
Finito di fare il maestrino ... non posso che dire che raggiungere la vetta insieme a Manuela dopo un gran bel percorso come questo ... è stato emozionante ... anche perchè era da tempo che puntavo a questa cima. Poi lungo la ferrata sorpassi delle persone ... ti risorpassano ... ci si trova in cima ... e poi alla sera tutti in rifugio ... a festeggiare questa straordinaria giornata.
Già il rifugio ... dalla cima sono circa 20 minuti di camminata su terreno tipico dolomitico ... ghiaietta e qualche brevissimo passaggio in cui usare le mani ... se si è particolarmente stanchi richiedono comunque attenzione ... ah no scusate basta maestrino ...
Saluti il gestore e scopri che è un fortissimo alpinista che ha aperto alcune vie sulla parete nord-ovest ... apri la porta del rifugio e scopri che tutto è sostanzialmente una stanza con due tavoli al centro e i letti a cuccette intorno ... sei sul tavolo fuori a bere qualcosa e dal nulla appare un gruppetto di francesci con abbigliamento "casual", piccoli zaini (del tipo che quando vado a camminare in giornata il mio è più grosso) e scopri che sono appena usciti da una lunghissima via di arrampicata di VI/VII grado di 800 metri e devono ancora scendere verso un lontanissimo rifugio ...ti guardi attorno, ripensi a tutto e scopri che ... la giornata che hai appena vissuto è una di quelle straordinarie!
Il giorno successivo sveglia giusto giusto per godere dello spettacolo dell'alba, colazione e poi via per il rientro decidendo di non percorrere la via normale ma di transitare dalla Ferrata Tissi affrontandola in discesa. Traversata abbastanza classica che però richiede maggior forza per essere percorsa in quanto numerosi tratti della ferrata sono più verticali e su terreno più liscio rispetto all'Alleghesi (valutazione verso l'AD). Seppur breve arrivare alla fine del tratto attrezzato richiede un cospicuo investimento di energie è quindi con sollievo (a detta di Manuela) che rimettiamo piedi sul ghiaione ed affrontiamo il resto della discesa toccando la Forcella de le Sasse e poi giù ancora per un canalone fino a ritornare nei pressi della Forcella Grava da dove con tranquillità torniamo a Pecol.
Tourengänger:
Andrea!

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Kommentare (12)