Piz Bianch da Pian San Giacomo
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Oggi sono in solitaria e decido x un'escursione che da parecchio avevo in mente, cioè la risalita al Passo Baldiscio dalla parte Svizzera. Vista dalla parte opposta della Mesolcina o dalla Calanca questa profonda depressione spicca in modo molto netto, essendo per un lungo tratto la più bassa della catena che scende dal Tambò. Una volta arrivato al passo deciderò poi se provare a salire qualche cima a N o a S; lascio l'auto a Ghifa, al tornante dove è posto il cartello del divieto di transito e dove vi sono 3 o 4 posti disponibili; se si potesse proseguire 500 m. ci sarebbe uno spiazzo ben più largo, ma va bene così, anche perchè nella stradina che costeggia l'autostrada, proprio di fronte al parcheggio sul tornante, trovo un bel porcino. Per non portarlo con me decido di nasconderlo con un pò di erba e foglie; l'arcano risulterà efficace e così lo potrò cogliere al rientro poco prima dell'auto. Dopo il primo breve tratto che costeggia l'autostrada il sentiero, molto ben marcato, entra ora deciso nella pineta e sale davvero molto ripido; a parte un breve tratto dove si fiata dopo 1/3 circa, è una tirata che mette a dura prova i tendini e i polpacci e mi fa sudare copiosamente, nonostante sia versante N. Dopo 1h 40 bella dura fuoriesco ai primi pascoli, ormai abbandonati, dell'Alp de Balnisc, e mi concedo una breve sosta. Ora lo scenario cambia completamente, e fino al Passo è bello camminare di fianco al Ri de Seda, che va attraversato un paio di volte. Entro in Italia al Pozzetto della Serraglia, che pur essendo sul versante mesolcinese appartiene al nostro paese a seguito di diritti di pascolo che hanno suscitato però una millenaria diatriba tra le due nazioni,
http://www.e-periodica.ch/cntmng?var=true&pid=qgi-001:1980:49::391
Arrivato al Passo (1 ora circa dall'Alp de Balnisc) decido di salire verso N, o meglio, visto che seguo i segni bianco blu in direzione Curciusa (bivio segnato su un masso poco prima del lago), salgo in direzione NW. Arrivato nei pascoli per pecore e capre di Zocane, seguendo quanto scritto da
Varoza dovrei poi abbandonarli per entrare nella evidente valle girando ad E. Però proprio in questa valletta entrano delle nubi basse, x cui preferisco seguire i bolli anche se il cammino si allunga in maniera chiara; aggiro così la quota 2944 per poi risalirla da SW. Sono ora in cresta, e così inizio a percorrerla per arrivare alla mia meta, il Piz Bianch; non ci sono passaggi pericolosi ma certamente l'ambiente è severo; comunque qualche breve tratto di arrampicata semplice, un pò di passaggi su cenge principalmente su versante elvetico, una decina di passi su nevaio ghiacciato, ma fortunatamente in piano, e dopo 5h 20 arrivo in vetta. Lascio perdere l'eventualità di arrivare anche sul vicino Piz di Ross, che mi pare poco rilevante, e torno alla quota 2944 dove faccio la veloce pausa pranzo. Il tempo, contrariamente alle previsioni, nel corso della giornata è migliorato, passando da velato a soleggiato, e così anche al ritorno soffro il caldo, ma va benissimo così. Al Passo il pastore mi chiede info sulle pecore e capre che ho trovato lungo il mio tragitto, con il suo aiutante sono le sole persone incontrate. Poi il lungo cammino a ritroso, con il tratto ripido che fa sudare pure in discesa; poco prima di passare all'incasso del porcino si mette improvvisamente a piovigginare, ma è poca cosa, e comunque ormai sono arrivato, piuttosto stanco ma soddisfatto.
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Arrivato al Passo (1 ora circa dall'Alp de Balnisc) decido di salire verso N, o meglio, visto che seguo i segni bianco blu in direzione Curciusa (bivio segnato su un masso poco prima del lago), salgo in direzione NW. Arrivato nei pascoli per pecore e capre di Zocane, seguendo quanto scritto da

Tourengänger:
ivanbutti

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