Rifugio Gnifetti (3647 m)
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La Capanna Giovanni Gnifetti, appartenente al CAI Sezione di Varallo Sesia, è ubicata su un costone roccioso che separa il Ghiacciaio del Garstelet dal Ghiacciaio del Lys, sul versante valdostano del Monte Rosa. È il punto d’appoggio per la salita alla storica Capanna Margherita.
Il rifugio è intitolato a Giovanni Gnifetti (1801 – 1867), parroco di Alagna Valsesia e appassionato alpinista, autore della prima salita, nel 1842, alla Punta Gnifetti o Signalkuppe, dove sorge la capanna Regina Margherita
Inizio dell’escursione: ore 8:20 da Staffal, ore 9:20 da Punta Indren
Fine dell’escursione: ore 13:30 a Punta Indren
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1017 hPa
Temperatura alla partenza da Staffal: 6°C
Temperatura alla Punta Indren (3275 m), ore 9.20: - 4,5°C
Temperatura al rientro a Staffal: 22°C
Velocità media del vento: 8 km/h NO
Umidità relativa alle 9:00: 59%
Sorgere del sole: 6.25
Tramonto del sole: 20.41
Il caso vuole che per la seconda volta consecutiva parta da una località con la medesima origine toponomastica: Staffal: termine di origine longobarda con il significato di “palo di confine”, “cippo”, “fondamento”.
Staffal o Stafal è infatti la località più elevata, in fondo alla Valle di Gressoney (o Valle del Lys), una laterale della Valle d’Aosta che inizia a Pont-Saint-Martin.
Risalgo di buon mattino la valle, ancora inanimata, con poche auto sulla strada, ciò che mi permette di osservare le belle case con i tetti ricoperti di lastre di pietra e delle piacevoli località dedite al turismo. Trovo interessanti anche i nomi: per esempio Gaby (1047 m), Goaby in patois valdostano, Goobi o Űberlann in walser, un toponimo derivante dalla voce settentrionale Gabbio, che indica una proprietà privata e chiusa. È un’enclave linguistica franco-provenzale in un’area dominata da cultura e lingua walser.
Là in alto, molto in alto, scintillano i ghiacciai. In queste valli a ridosso del Monte Rosa, già dai toponimi ci si rende conto che la montagna non è stata una barriera tra popoli e nazioni diverse. Nel Medioevo, le Alpi non erano una frontiera: un esempio era il Ducato di Savoia che includeva Basso Vallese, Savoia e Valle d’Aosta.
Dopo due ore e tre quarti d’auto arrivo al grande parcheggio di Staffal, o Stafal (gratuito), in prossimità degli impianti di risalita “Monterosa Ski”: la telecabina Stafal-Gabiet, la telecabina Gabiet-Passo dei Salati e la funifor Passo dei Salati-Punta Indren. Il costo intero del biglietto di andata e ritorno è di 35.- €.
Ieri c’è stata un’importante nevicata agostana, che ha imbiancato il paesaggio a partire dai 2400 m di quota. Al Passo dei Salati (2976 m), la temperatura è meno rigida di quanto mi aspettassi. Tuttavia noto un nuovo taglio di luce sul sentiero; le pietre ricoperte di gelo non hanno nulla in comune con quelle che ho toccato e afferrato come appigli nell’ultima escursione della settimana scorsa. E pensare che sono coeve ed hanno la stessa grana.
Una breve camminata di 330 m mi permette di arrivare alla stazione di partenza della funifor per Punta Indren, inaugurata nel 2009. Confesso che sento per la prima volta il termine “funifor”, per questo motivo lo vendo immediatamente: mi sembra trendy.
Sulla cabina, allietata da musica che spacca, gli alpinisti indossano l’imbracatura, si spalmano la crema solare e discutono serenamente. Alle 9:15 arriviamo ai 3275 m di Punta Indren, ai margini del Ghiacciaio di Indren, il cui fronte è più in basso. È uno dei circa 100 ghiacciai del Monte Rosa. Si estende scendendo dal bacino compreso tra la Piramide Vincent (4215 m) e la sottostante Punta Giordani (4046 m).
Alcuni si incordano all’uscita dalla stazione, altri un centinaio di metri più avanti. Monto i ramponi e alle 9:20 mi avvio seguendo la traccia verso i rifugi. Il primo tratto, poco più che pianeggiante, è una piacevole passeggiata su neve fresca, che ricopre il ghiacciaio. A 3365 m di quota arrivo ad un bivio: a sinistra si sviluppa la via normale per il Rifugio Mantova, a destra, in forte salita sullo sperone roccioso, la Via Attrezzata (EEA, per escursionisti esperti con attrezzatura, ossia dispositivi di autoassicurazione come imbragatura, dissipatore, moschettoni, cordini, guanti, casco) decisamente più impegnativa e a tratti esposta, che raggiunge direttamente il Rifugio Gnifetti.
L’unica indicazione che si legge al bivio è la meta; non si fa accenno né alla difficoltà né al tipo di via. Inconsapevolmente imbocco il percorso più ostico, attratto da alcune cordate che mi precedono. La neve e il ghiaccio rendono la salita piuttosto delicata. Dopo aver riposto i bastoncini nello zaino, rinuncio pure alla piccozza, in quanto inizia il tratto con i canaponi, i gradini di ferro e quelli poco agevoli di legno. I ramponi mi aiutano molto per la presa che fanno sulla neve e sul ghiaccio, ma sono altresì scomodi per superare i travetti di legno. Devo lavorare molto di braccia e la fatica, dovuta anche alla quota, si fa sentire. Supero un paio di cordate molto lente e mi faccio superare da un’altra che sale invece con maggior disinvoltura. Dopo una ventina di minuti dalla deviazione pervengo con sollievo al Ghiacciaio di Garstelet, dal quale posso scorgere la Capanna Gnifetti.
Qui arrivano pure le cordate provenienti dal Rifugio Città di Mantova. Puntano quasi tutte alle cime che superano i 4000 m: la Piramide Vincent (4215 m), il Balmenhorn (4167 m), il Colle del Lys (4248 m), la Punta Parrot (4436 m), la Punta Gnifetti (4554 m), la Punta Zumstein (4563 m)…
Dopo un primo tratto assai comodo, il ghiacciaio assume una pendenza notevole, proprio in prossimità dello sperone roccioso sul quale è ubicato il Rifugio Gnifetti. Invece della via diretta che sale sulla parete rocciosa, coperta in parte di neve e ghiaccio, purtroppo ancora senza tracce, preferisco prendere una via più lunga, ma che ritengo più sicura. Aggiro alla destra lo spuntone roccioso, lungo una bella traccia che passa di fianco ad alcuni evidenti crepacci, sul Ghiacciaio del Lys, e affronto la salita dal lato opposto, poco sotto la chiesetta di lamiera. Una scaletta di metallo mi permette di superare l’ultima parete e di raggiungere il filo di cresta, dal quale si gode uno splendido panorama sul Lyskamm.
L'accesso nord alla Capanna Gnifetti non è dei più comodi...
La capanna è poco più in basso, sul lato sud. Dopo circa un’ora e mezza di cammino posso affermare Capanna Giovanni Gnifetti (3647 m) geschafft!
L’organizzazione mi sembra perfetta: il refettorio è accogliente, così come la signorina che mi prepara un buon espresso.
È un viavai di cordate, con diverse parlate, quasi tutte con una guida professionista. Mi metto volentieri a disposizione per scattare le foto ricordo, quindi, fintanto che i muscoli sono caldi e il tempo è ancora stabile, decido di riprendere il cammino verso il Rifugio Città di Mantova (3498 m).
Anche questo è molto funzionale, a cominciare dal refettorio e dalla bellissima terrazza panoramica, dalla quale si può ammirare persino il Monte Bianco.
Per la discesa a Punta Indren scelgo questa volta la via normale, innevata, ma molto più facile della Via Attrezzata.
Sulla funivia mi imbatto in una guida alpina di Chamonix, che con un amico ha raggiunto con gli sci la Piramide Vincent. Come dire, gli irriducibili dello scialpinismo non abbandonano il proprio sport preferito nemmeno a Ferragosto.
Per la prima volta al Rifugio Gnifetti, con condizioni di innevamento quasi invernali: indispensabili ramponi e piccozza. È stata una bella soddisfazione, soprattutto per l’importante quota: ho potuto vedere da vicino alcune delle quaranta vette del Monte Rosa che superano i 4000 metri nonché il più grande ghiacciaio del versante sud, Il Ghiacciaio del Lys (10 kmq).
A chi volesse confrontarsi con la Via Attrezzata, vista la presenza di ghiaccio, suggerisco di portare una corda di sicurezza.
Percorso in auto
Dogana Chiasso Brogeda – Milano – Tangenziale Ovest – Santhià – Ivrea – Uscita Pont-Saint-Martin – Vallée de Gressoney – Staffal; 20,30 € x 2 di pedaggio autostradale; 201 km dalla dogana di Chiasso Brogeda, 2 h 40 min.
Tempo totale: 4 h 10 min
Tempo di salita: 1 h 30 min
Tempi parziali
Punta Indren (3275 m) – Rifugio Gnifetti (3647 m): 1 h 30 min
Rifugio Gnifetti (3647 m) – Rifugio Città di Mantova (3498 m): 1 h
Rifugio Città di Mantova (3498 m) – Punta Indren (3275 m): 50 min
Coordinate Rifugio Gnifetti: 631.922 / 83.202
Dislivello in salita: 372 m
Sviluppo complessivo: 4,7 km
Difficoltà: T3+, con un paio di passaggi di T4
Copertura della rete cellulare: alcune zone d’ombra
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