Crasta da la Spraunza al Morteratsch
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Bell'itinerario di cresta in una cornice da sogno, con i ghiacciai della zona del Morteratsch e tutte le cime a far da sfondo in una superba giornata.
Lunedì salita all'accogliente capanna Boval.
Martedì partenza poco prima delle 5, pochi metri di discesa e poi ricerca dell'attacco al buio. La descrizione sulle nuove guide di Topoverlag aiuta molto, così come i frequenti ometti ad indicarci di essere sulla giusta via.
Passata la fascia erbosa, ben riconoscibile dalla capanna, si comincia a salire per canaletti e paretine, con difficoltà contenute. Presso la spalla di quota 3070m la cresta spiana e si fa un pò più esposta, fino a raggiungere la cresta della spalla 3245m.
Nella zona sopra il ghiacciaio sospeso vi è il passaggio chiave di arrampicata di 4a, con un chiodo. Esso è facilmente aggirabile su logici passaggi di III sullo spigolo a destra (cosa che abbiamo fatto noi, eheh). In seguito si alternano passaggi di II e III con buona esposizione fino alla zona delle calate (una da 5 m, una da 20 m, equipaggiate con cordini e fettucce). La prima, non l'abbiamo vista, quindi è aggirabile o disarrampicabile, la seconda l'abbiamo "sbagliata" lasciandoci ingannare dalle prime fettucce trovate e calandoci per 40 m lungo un canaletto franoso (indicato sulla guida come alternativa, 2b). Dall'intaglio si capisce meglio la situazione (2 corde fisse), ma il punto critico era ormai passato.
Da qui si sale preferibilmente seguendo il filo di cresta, dove la roccia è decisamente più stabile e di buona qualità, alternando passaggi di II e di III, mai difficili o esposti, fino ad incontrare il firn superiore. Da qui, in breve (15min) in vetta.
Noi, dopo una lunga giornata di cresta, abbiamo optato per la semplicità del percorso e non per la brevità: dalla vetta siamo scesi sul Vadrettin da Tschierva fino ad incontrare un grande omino di pietra, e poi per sentiero fino alla Tschiervahütte e l'interminabile strada della Val Roseg fino a Pontresina. La discesa più breve, dalla Fuorcla da Boval fino alla Capanna Boval comportava la discesa su risalti di II, la cosa non ci ha più ispirati molto.
Giornata decisamente impegnativa fisicamente e mentalmente. Un lungo itinerario e una lunga cresta comportano una buona forma fisica, un buon status mentale e un'ottima dimestichezza nelle manovre e, se si vuole restare nei tempi, l'accortezza di muoversi il più possibile in "conserva" per non perdere tempo prezioso. La tipologia del terreno, soprattutto l'esposizione, ci ha rallentati un poco facendoci spesso optare per dei tiri di corda invece della più veloce progressione.
Una cresta mai banale, come detto in precedenza, in una bellissima cornice, da assaporare metro per metro.
Lunedì salita all'accogliente capanna Boval.
Martedì partenza poco prima delle 5, pochi metri di discesa e poi ricerca dell'attacco al buio. La descrizione sulle nuove guide di Topoverlag aiuta molto, così come i frequenti ometti ad indicarci di essere sulla giusta via.
Passata la fascia erbosa, ben riconoscibile dalla capanna, si comincia a salire per canaletti e paretine, con difficoltà contenute. Presso la spalla di quota 3070m la cresta spiana e si fa un pò più esposta, fino a raggiungere la cresta della spalla 3245m.
Nella zona sopra il ghiacciaio sospeso vi è il passaggio chiave di arrampicata di 4a, con un chiodo. Esso è facilmente aggirabile su logici passaggi di III sullo spigolo a destra (cosa che abbiamo fatto noi, eheh). In seguito si alternano passaggi di II e III con buona esposizione fino alla zona delle calate (una da 5 m, una da 20 m, equipaggiate con cordini e fettucce). La prima, non l'abbiamo vista, quindi è aggirabile o disarrampicabile, la seconda l'abbiamo "sbagliata" lasciandoci ingannare dalle prime fettucce trovate e calandoci per 40 m lungo un canaletto franoso (indicato sulla guida come alternativa, 2b). Dall'intaglio si capisce meglio la situazione (2 corde fisse), ma il punto critico era ormai passato.
Da qui si sale preferibilmente seguendo il filo di cresta, dove la roccia è decisamente più stabile e di buona qualità, alternando passaggi di II e di III, mai difficili o esposti, fino ad incontrare il firn superiore. Da qui, in breve (15min) in vetta.
Noi, dopo una lunga giornata di cresta, abbiamo optato per la semplicità del percorso e non per la brevità: dalla vetta siamo scesi sul Vadrettin da Tschierva fino ad incontrare un grande omino di pietra, e poi per sentiero fino alla Tschiervahütte e l'interminabile strada della Val Roseg fino a Pontresina. La discesa più breve, dalla Fuorcla da Boval fino alla Capanna Boval comportava la discesa su risalti di II, la cosa non ci ha più ispirati molto.
Giornata decisamente impegnativa fisicamente e mentalmente. Un lungo itinerario e una lunga cresta comportano una buona forma fisica, un buon status mentale e un'ottima dimestichezza nelle manovre e, se si vuole restare nei tempi, l'accortezza di muoversi il più possibile in "conserva" per non perdere tempo prezioso. La tipologia del terreno, soprattutto l'esposizione, ci ha rallentati un poco facendoci spesso optare per dei tiri di corda invece della più veloce progressione.
Una cresta mai banale, come detto in precedenza, in una bellissima cornice, da assaporare metro per metro.
Tourengänger:
stellino
Communities: Hikr in italiano
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