Dove c'è fatica... c'è Piz Sesvenna! 3205 mt.
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Questo giro è nato da un incipit di Alex Amadeus, prima di partire per le ferie mi aveva accennato del suo desiderio di salire al Piz Sesvenna e al Piz Rasass (l’hai fatto?),la cosa mi ha incuriosito e trovato un solo report in italiano su internet ci siamo buttati in questa avventura.
Da Reschen/Resia si arriva facile a Taufers/Tubre, quasi all’ingresso del paese si prende per l’Avignatal (attenti ai cartelli), seguendo la stradina asfaltata 45 si arriva alla al ponte dove finisce la strada (2 posti auto), trecento metri prima invece c’è un bel parcheggio gratuito.
Al ponte c’è già la palina che indica il Piz Sesvenna (N° 1) e seguendo la sterrata si arriva subito dopo alla Mangitsalm, poi sempre su sterrata alla Mitteralm dove c’è una curiosa fontanella. Ancora su sterrata si giunge al Bivacco Praviert, dove deviamo per inerpicarci su una traccia di sentiero (N°5).
Fa già un certo calduccio anche se è ancora abbastanza presto, salire per l’irto sentiero al momento fiacca gambe e spirito. Superata una prima balza erbosa si giunge su un primo breve pianoro sassoso, siamo intorno ai 2200 metri, seguendo con attenzione la flebile traccia e la lontana bollatura affrontiamo un secondo strappo che ci deposita a 2450 circa.
Qua si apre un vallone tetro, solitario ma spettacolare. Nonostante la traccia si perda un po (sui sassi è facile) la bollatura in compenso è fitta e quasi nuova, seguendo fedelmente tale bollatura si risale una ripidissima traccia con materiale instabile, intorno ai 3050 metri si traversa verso Ovest, salendo ancora quasi un centinaio di metri in una zona un po esposta, discesi alla Sella a quota 3080 metri voltandosi verso Nord ammiriamo l’ormai ridotta Vedretta di Sesvenna.
A questo punto guardiamo la cresta che porta al visibile ma lontanuccio Piz, decidiamo il da farsi, ma incoraggiati dalla bollatura ci togliamo gli zaini e partiamo verso la meta. Si parte subito con un intaglio di I°, I°+, poi avanti sui grandi blocchi granitici (per fortuna), si arrampica bene grazie alla buona presa di mani e scarponi, azzardare qualche passo un po più difficile non incute timore. La bollatura delle volte è depistante, probabilmente è segnata un po a random per dare una direzione in caso di poca visibilità, allora ci si affida all’esperienza e agli ometti che qualche sant’uomo ( o donna) ha realizzato, poi si procede, sempre con attenzione passando zone mai fortemente esposte, fatta la parte più difficile l’ultimo tratto regala poca pendenza sino ad arrivare finalmente al Piz Sesvenna. 4h30 senza correre.
Inutile dire che il panorama è bellissimo, a queste quote si vede l’infinito, il Piz tra l’altro è una cima piuttosto isolata. Siamo soli (ancora una volta) e ci godiamo il silenzio assordante, le altre tre persone le abbiamo viste sul ghiacciaio ma in discesa.
Fatte le foto ritorniamo agli zaini e qua diamo fondo ai viveri, facendo incetta soprattutto di acqua visto il gran caldo. Ripartiamo dopo un oretta soddisfatti della nostra “piccola impresa”, la discesa verso il Praviert mette alla prova muscoli e ginocchia visto che bisogna frenare in continuazione sulla ripida traccia franosa.
Al Pravert ci fermiamo per curiosare nel Bivacco, che è semplice ma completo di pentole eccetera, l’unica pecca è la mancanza di letti. Il ritorno all’auto su strada sterrata è una sorta di Via Crucis, niente aria e tanto sole.
Nota 1): Gran bel giro, di soddisfazione, da fare e indicato a chi ha un minimo di allenamento; è tutto discretamente bollato (bravi) e l’unica e vera difficoltà è la cresta per il Piz, con calma si fa tutto. Top.
Nota 2): Il ritorno di Eric… Sesvenna.
SESVENNA.
Questa gran salita la scrivo con la penna,
usando dita prensili e alzando un po l’antenna,
col massimo rispetto mi sento come il Brenna.
Sesvenna,
il sole è molto alto e strina la cotenna,
ma sfido la calura e salgo a mo di benna,
acceleriamo il passo su traccia che s’impenna.
Sesvenna,
l’esposto lo passiamo e la gamba non tentenna,
la cresta un po rocciosa e la cima si preaccenna,
fanculo a questo caldo che sembra ‘na cayenna.
Abbiamo fatto il giro spostando la transenna, e in fondo mi domando: son stato al Piz Sesvenna?
A la prochaine! Menek,Rosa
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