Pizzo Scarpacò e Cima di Bon
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Con l'amico Antonio riusciamo a combinare un weekend di montagna. L'obiettivo primario sarà la Presanella di domani quindi oggi ci dedichiamo ad esplorare la valle parallela che "dispone" di qualche bella cima anche se tutte raggiungibili senza sentiero segnato.
Parcheggiamo di fronte al Rifugio Cornisello (che sarà anche la nostra base per stanotte) e ci dirigiamo verso i Laghi di Cornisello in un bel ambiente. Passeggiamo lungo il lago superiore fino ad inoltrarci lungo il sentiero per il Lago Vedretta (cartelli) che raggiungiamo quando ormai le nebbie hanno preso il sopravvento sulla valle.
Non ci facciamo certo demoralizzare, già essere qui a fare questa escursione insieme è bello, tutto ciò che verrà aggiunto nella giornata sarà un ulteriore piccolo regalo.
Dal Lago Vedretta finisce il sentiero ufficiale, per i prossimi 650 metri circa bisognerà muoversi su terreno "libero", non difficile ma praticamente tutto su pietraie che renderà la progressione certamente più selvaggia (complici anche le nebbie) ma anche più lenta e faticosa.
Comunque come dicevo, su terreno mai difficile, ci dirigiamo prima verso nord e poi verso nord-ovest, seguendo qualche ometto qua e là fino a ritrovarci su una sorta di colletto lungo una dorsale secondaria assolutamente non "segnalata" dalla cartina Kompass in nostro possesso. Rimanendo poco sotto la dorsalina proseguiamo sempre verso nord-ovest fino a ritrovarci in un bel vallone detritico che bisogna completamente attraversare per andare a scavalcare la cresta che scende da quella che sembra essere la cima (in reatà la cima rimane ancora dietro).
Una volta scavalcata la cresta (sempre qualche ometto presente) si costeggia lungo la base una parete di roccia fino a ritrovarsi semi dispersi su un pendio di pietraia (tanto per cambiare). Qui forse il punto più critico di orientamento, visto che gli ometti anche se presenti sono radi e di non semplice individuazione: bisogna infatti individuare il giusto canalino che permette di raggiungere il filo di cresta.
Anche se l'impressione è che ci sia più di una possibilità noi scegliamo quello più "vicino" alla vetta, risalendo faticosamente questo breve ma franoso tratto fino a ritrovarci sulla cresta con la vetta ormai a poca distanza. Superando qualche massone, con dei brevi passi di arrampicata, tocchiamo la cima dove è presente un semplice paletto di legno.
Purtroppo il panorama è rovinato dalle nebbie e ci lascia giusto il tempo di vedere il Passo del Tonale (ma forse era anche meglio non vederlo).
Tornati sui nostri passi, prima di riprendere la dorsalina che ci avrebbe riportato al colletto di stamattina, pieghiamo alla nostra sinistra per scendere nel vallone alla base del Passo Venezia fino a quota 2600 dove è presente un piccolo lago. Qui iniziamo la nostra risalita per provare a toccare anche la Cima di Bon. Il primo tratto si svolge su pratoni ripidi ma non particolarmente impegnativi poi invece bisogna addentrarsi in un canalino che dal basso sembrava semplice ma che troviamo più complicato per via dei detriti e di acqua presenti sulle roccette su cui dobbiamo mettere mani e piedi.
Arrivati sulla cresta, di fronte a noi si staglia un bel saltino di roccia, che non sembra impossibile da salire ma che impone un approccio differente. Provo a cimentarmi nella "piccola impresa" e con attenzione risalgo le difficoltà fino a ritrovarmi su terreno più semplice e in breve raggiungo la cima. Scendo un tratto la cresta opposta per valutare la possibilità di arrivare direttamente al Passo Scarpacò ma alcuni torrioni lungo la cresta mi fanno optare per non rischiare e tornare lungo la via di salita.
Rientrato alla base delle difficoltà, ritrovo Antonio in attesa e da qui riprendiamo la via del canalino, riuscendo però a scovare una sezione più semplice che rimane più a destra (scendendo). Tornati a mettere piede sui "semplici" pratoni scendiamo fino al Lago Scarpacò dove troviamo dei segnavia che finalmente ci conducono fuori dall'ultima pietraia della giornata. Seguendo ora il sentiero rientriamo ai Laghi di Cornisello e da questi in breve al rifugio ... giusto in tempo per una doccia e per la cena!
P.S.: la valutazione T5- si riferisce al canalino per la Cima di Bon e ai successivi passaggi per la vetta. La sola Cima di Scarpacò potrebbe rimanere in un T3+ (forse T4- più che altro per l'assenza totale di sentiero dopo il lago).
Parcheggiamo di fronte al Rifugio Cornisello (che sarà anche la nostra base per stanotte) e ci dirigiamo verso i Laghi di Cornisello in un bel ambiente. Passeggiamo lungo il lago superiore fino ad inoltrarci lungo il sentiero per il Lago Vedretta (cartelli) che raggiungiamo quando ormai le nebbie hanno preso il sopravvento sulla valle.
Non ci facciamo certo demoralizzare, già essere qui a fare questa escursione insieme è bello, tutto ciò che verrà aggiunto nella giornata sarà un ulteriore piccolo regalo.
Dal Lago Vedretta finisce il sentiero ufficiale, per i prossimi 650 metri circa bisognerà muoversi su terreno "libero", non difficile ma praticamente tutto su pietraie che renderà la progressione certamente più selvaggia (complici anche le nebbie) ma anche più lenta e faticosa.
Comunque come dicevo, su terreno mai difficile, ci dirigiamo prima verso nord e poi verso nord-ovest, seguendo qualche ometto qua e là fino a ritrovarci su una sorta di colletto lungo una dorsale secondaria assolutamente non "segnalata" dalla cartina Kompass in nostro possesso. Rimanendo poco sotto la dorsalina proseguiamo sempre verso nord-ovest fino a ritrovarci in un bel vallone detritico che bisogna completamente attraversare per andare a scavalcare la cresta che scende da quella che sembra essere la cima (in reatà la cima rimane ancora dietro).
Una volta scavalcata la cresta (sempre qualche ometto presente) si costeggia lungo la base una parete di roccia fino a ritrovarsi semi dispersi su un pendio di pietraia (tanto per cambiare). Qui forse il punto più critico di orientamento, visto che gli ometti anche se presenti sono radi e di non semplice individuazione: bisogna infatti individuare il giusto canalino che permette di raggiungere il filo di cresta.
Anche se l'impressione è che ci sia più di una possibilità noi scegliamo quello più "vicino" alla vetta, risalendo faticosamente questo breve ma franoso tratto fino a ritrovarci sulla cresta con la vetta ormai a poca distanza. Superando qualche massone, con dei brevi passi di arrampicata, tocchiamo la cima dove è presente un semplice paletto di legno.
Purtroppo il panorama è rovinato dalle nebbie e ci lascia giusto il tempo di vedere il Passo del Tonale (ma forse era anche meglio non vederlo).
Tornati sui nostri passi, prima di riprendere la dorsalina che ci avrebbe riportato al colletto di stamattina, pieghiamo alla nostra sinistra per scendere nel vallone alla base del Passo Venezia fino a quota 2600 dove è presente un piccolo lago. Qui iniziamo la nostra risalita per provare a toccare anche la Cima di Bon. Il primo tratto si svolge su pratoni ripidi ma non particolarmente impegnativi poi invece bisogna addentrarsi in un canalino che dal basso sembrava semplice ma che troviamo più complicato per via dei detriti e di acqua presenti sulle roccette su cui dobbiamo mettere mani e piedi.
Arrivati sulla cresta, di fronte a noi si staglia un bel saltino di roccia, che non sembra impossibile da salire ma che impone un approccio differente. Provo a cimentarmi nella "piccola impresa" e con attenzione risalgo le difficoltà fino a ritrovarmi su terreno più semplice e in breve raggiungo la cima. Scendo un tratto la cresta opposta per valutare la possibilità di arrivare direttamente al Passo Scarpacò ma alcuni torrioni lungo la cresta mi fanno optare per non rischiare e tornare lungo la via di salita.
Rientrato alla base delle difficoltà, ritrovo Antonio in attesa e da qui riprendiamo la via del canalino, riuscendo però a scovare una sezione più semplice che rimane più a destra (scendendo). Tornati a mettere piede sui "semplici" pratoni scendiamo fino al Lago Scarpacò dove troviamo dei segnavia che finalmente ci conducono fuori dall'ultima pietraia della giornata. Seguendo ora il sentiero rientriamo ai Laghi di Cornisello e da questi in breve al rifugio ... giusto in tempo per una doccia e per la cena!
P.S.: la valutazione T5- si riferisce al canalino per la Cima di Bon e ai successivi passaggi per la vetta. La sola Cima di Scarpacò potrebbe rimanere in un T3+ (forse T4- più che altro per l'assenza totale di sentiero dopo il lago).
Tourengänger:
Andrea!

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