Pizzo Arera (2512 m) cresta est
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Siamo giunti all'ultimo week end prima di partire per le nostre vacanze! Optiamo per una gita non troppo impegnativa con lo scopo di sperimentare lo zaino pesante che ci porteremo per almeno 10 giorni sulle spalle. Uno dei nostri ci abbandona la sera prima e noi tre, Silvia, Federico ed io, ci prepariamo con zaini dai 17 ai 20 kg, riempiti chi con cibo, chi con acqua e chi con i mattoni!
Destinazione prescelta: Pizzo Arera dalla cresta est. Si tratta di un salita panoramica e corta (quasi 1000 D+).
Raggiunta Zambla Alta seguiamo per Passa fino ad arrivare al pedaggio, 4€ per salire e parcheggiare al Rifugio Saba. Partiamo a piedi per le 10.15. Lo zaino già dal primo passo si fa sentire. Seguiamo l'evidente sentiero ed il flusso di escursionisti che saliranno al Rifugio Capanna 2000. Ma lasciamo subito la jeppabile per prendere un sentierino più stretto e meno frequentato appena a sinistra. Sale ripido nel pratone e con gocce di sudore che corrono sul mio volto, arriviamo a Capanna 2000 in 50 minuti. Ci fermiamo per 20 minuti distanti dal mare di gente per rifocillarci e svuotare qualche grammo gli indecenti zaini.
Dal rifugio prendiamo lo stradone sterrato a sinistra fino ad incrociare un bivio e da qui prendiamo il sentiero all'estrema destra che rimane in costa aggirando la distante cima. E' il sentiero n. 244. Molto stretto ma pianeggiante ci fa macinare "parecchi" chilometri in solitudine, passando anche per qualche tratto con catena di acciaio giusto per non scivolare sulla roccia in caso di pioggia o per chi si sente poco sicuro sullo sfasciume. La tipologia del sentiero è classico orobico. La Cima rimane avvolta in una densa nube grigia. Ad un certo punto, su un tratto erboso, in curva, credo salisse il sentiero che taglia parte del sentiero per giungere prima in cresta. Noi non lo troviamo ma saliamo sul ripido pendio erboso poco più avanti, in versione ravanage fino ad incrociarlo. Tende a salire inizialmente verso W ma poi ripiega a NE per infilarsi nel canalino sfasciumoso. Altro tratto erboso ripido fino una cengetta ricollegandosi al sentiero originale che passa dalla Forcola di Valmora. Questo tratto (al scorciatoie+cresta) viene percorso dagli skyrunner del MAGA in discesa, frecce e simbolo blu sui massi. Dalla cengetta si vede l'anticima dalla quale non si dovrà per forza passare. Il sentiero sale a sinistra tenendo il filo della semplice cresta. Pochi passi e spunta dalle nubi la Cima. Ancora un traverso ed un'ulteriore salita su roccette e ghiaino ed eccoci all'antenna.
Da qui alla cima del Pizzo Arera bastano 5 minuti. Giungiamo alla croce, classiche foto di rito sceme e pronta a preparare il caffè! Si, ci siamo portati fornelletto e caffè Pellini... gente di classe ;)
Il panorama si scopre solamente a tratti purtroppo e fatico a riconoscere le cime circostanti. Un'ora di pausa come veri merenderos prima di riporre sulle spalle il macigno ed imboccare il sentiero di discesa diretto al Rifugio. E' il sentiero chiamato "sentiero dei fiori basso", quello dove salivano la maggior parte degli escursionisti oggi. Scende rapidamente a zig e zag, spesso scivoloso. Bolli di vernice rossa o gialla indicano la strada. Si passa per 2 tratti attrezzati con filo di acciaio e staffe per piedi. Altra pausa al Rifugio e giù di nuovo alla macchina cambiando sentiero a caso ma più diretto.
Saranno stati meno di 1000 metri di dislivello ma li abbiamo sentiti tutti, la prova è stata superata e partiamo più coscienziosi di cosa ci aspetta. In merito al Piazzo Arera, personalmente credo non sia la stagione ideale per visitarlo, con la neve presumo dia maggiori soddisfazioni e panorami (tempo permettendo) più suggestivi. Ad ogni modo è sempre bello salire in alto in buona compagnia... e con il caffè cosa altro vogliamo???
Destinazione prescelta: Pizzo Arera dalla cresta est. Si tratta di un salita panoramica e corta (quasi 1000 D+).
Raggiunta Zambla Alta seguiamo per Passa fino ad arrivare al pedaggio, 4€ per salire e parcheggiare al Rifugio Saba. Partiamo a piedi per le 10.15. Lo zaino già dal primo passo si fa sentire. Seguiamo l'evidente sentiero ed il flusso di escursionisti che saliranno al Rifugio Capanna 2000. Ma lasciamo subito la jeppabile per prendere un sentierino più stretto e meno frequentato appena a sinistra. Sale ripido nel pratone e con gocce di sudore che corrono sul mio volto, arriviamo a Capanna 2000 in 50 minuti. Ci fermiamo per 20 minuti distanti dal mare di gente per rifocillarci e svuotare qualche grammo gli indecenti zaini.
Dal rifugio prendiamo lo stradone sterrato a sinistra fino ad incrociare un bivio e da qui prendiamo il sentiero all'estrema destra che rimane in costa aggirando la distante cima. E' il sentiero n. 244. Molto stretto ma pianeggiante ci fa macinare "parecchi" chilometri in solitudine, passando anche per qualche tratto con catena di acciaio giusto per non scivolare sulla roccia in caso di pioggia o per chi si sente poco sicuro sullo sfasciume. La tipologia del sentiero è classico orobico. La Cima rimane avvolta in una densa nube grigia. Ad un certo punto, su un tratto erboso, in curva, credo salisse il sentiero che taglia parte del sentiero per giungere prima in cresta. Noi non lo troviamo ma saliamo sul ripido pendio erboso poco più avanti, in versione ravanage fino ad incrociarlo. Tende a salire inizialmente verso W ma poi ripiega a NE per infilarsi nel canalino sfasciumoso. Altro tratto erboso ripido fino una cengetta ricollegandosi al sentiero originale che passa dalla Forcola di Valmora. Questo tratto (al scorciatoie+cresta) viene percorso dagli skyrunner del MAGA in discesa, frecce e simbolo blu sui massi. Dalla cengetta si vede l'anticima dalla quale non si dovrà per forza passare. Il sentiero sale a sinistra tenendo il filo della semplice cresta. Pochi passi e spunta dalle nubi la Cima. Ancora un traverso ed un'ulteriore salita su roccette e ghiaino ed eccoci all'antenna.
Da qui alla cima del Pizzo Arera bastano 5 minuti. Giungiamo alla croce, classiche foto di rito sceme e pronta a preparare il caffè! Si, ci siamo portati fornelletto e caffè Pellini... gente di classe ;)
Il panorama si scopre solamente a tratti purtroppo e fatico a riconoscere le cime circostanti. Un'ora di pausa come veri merenderos prima di riporre sulle spalle il macigno ed imboccare il sentiero di discesa diretto al Rifugio. E' il sentiero chiamato "sentiero dei fiori basso", quello dove salivano la maggior parte degli escursionisti oggi. Scende rapidamente a zig e zag, spesso scivoloso. Bolli di vernice rossa o gialla indicano la strada. Si passa per 2 tratti attrezzati con filo di acciaio e staffe per piedi. Altra pausa al Rifugio e giù di nuovo alla macchina cambiando sentiero a caso ma più diretto.
Saranno stati meno di 1000 metri di dislivello ma li abbiamo sentiti tutti, la prova è stata superata e partiamo più coscienziosi di cosa ci aspetta. In merito al Piazzo Arera, personalmente credo non sia la stagione ideale per visitarlo, con la neve presumo dia maggiori soddisfazioni e panorami (tempo permettendo) più suggestivi. Ad ogni modo è sempre bello salire in alto in buona compagnia... e con il caffè cosa altro vogliamo???
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martynred


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Kommentare (4)