Monte Pasquale m3553 - Alta Valtellina
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Bella cima il Pasquale....
Il fatto di essere poco slanciato e in mezzo a cime che sono nella storia, e non solo dell'alpinismo, lo penalizza un po' ma permette, a chi lo sale, un panorama invidiabile dal Bernina al lago di Resia.
A chi va in montagna da qualche decennio il nome del Pasquale fa venire in mente una Nord non difficile e molto frequentata, insieme a quella, più difficile, del vicino Rosole. Queste due salite non sono più possibili, o solo in condizioni molto poco frequenti, e rimangono le tre normali, due di ghiaccio al Colle del Pasquale, descritte nelle settimane scorse da
irgi99 e
andrea62 e quella che descriverò ora che permette la salita in vetta senza attrezzature particolari, almeno in questo periodo.
Salita al Branca e, subito prima del rifugio a sin, prendere l'opzione dx dell'anello delle trincee che parte a monte del rifugio. Sentiero ben segnato che imbocca la lunghissima morena che a risalti successivi si inoltra nel vallone del Rosole. La descrizione di salita che avevamo parlava di un lago prima del quale svoltare a sin per salire a prendere la cresta. Purtroppo i laghi, laghetti e pozze sono diversi e, salendo abbiamo tenuto buono il superiore dei due principali, ma in discesa, seguendo gli ometti, abbiam capito che è il primo, il lago dove svoltare (in un paio di foto cerco di esser più chiaro e nella traccia gps è da tener in conto il percorso di discesa, anche per la salita).
Salita faticosa ma facile alla cresta dove si trova (e si deve ricordare scendendo) un omettone con piantato accanto un lungo bastone. Inizialmente larga e senza un percorso obbligato, la cresta poi si affila e si impenna ma sempre con un accenno di sentierino, mai difficile che appena una volta si inoltra nel versante dx. Si passano due bastoni, in successione, piantati nella roccia e i resti di una baracca della grande guerra e si arriva all'anticima dove comincia ad esserci neve e ghiaccio ma sempre evitabili o su un versante o l'altro. In breve, attraverso una estetica crestina nevosa, evitabile su roccette, alla spianata della vetta dove si trovano i resti di un muraglione, una croce fin troppo semplice e abbondante filo spinato che impone attenzione sul dove sedersi. Ritorno dalla stessa via cercando di seguire gli ometti, dopo che si abbandona la cresta, che porteranno accanto al lago inferiore di Rosole.
Giornata che ha cominciato ad aprirsi solo verso mezzogiorno e salita nel vento freddo e con una nebbia che stazionava sopra i 3400m. In vetta ha cominciato ad aprirsi, calo del vento, sole e le cime intorno si sono mostrate una dopo l'altra. Tranne Gran Zebrù e Ortles che si sono negate.
Con Umberto.
Il fatto di essere poco slanciato e in mezzo a cime che sono nella storia, e non solo dell'alpinismo, lo penalizza un po' ma permette, a chi lo sale, un panorama invidiabile dal Bernina al lago di Resia.
A chi va in montagna da qualche decennio il nome del Pasquale fa venire in mente una Nord non difficile e molto frequentata, insieme a quella, più difficile, del vicino Rosole. Queste due salite non sono più possibili, o solo in condizioni molto poco frequenti, e rimangono le tre normali, due di ghiaccio al Colle del Pasquale, descritte nelle settimane scorse da


Salita al Branca e, subito prima del rifugio a sin, prendere l'opzione dx dell'anello delle trincee che parte a monte del rifugio. Sentiero ben segnato che imbocca la lunghissima morena che a risalti successivi si inoltra nel vallone del Rosole. La descrizione di salita che avevamo parlava di un lago prima del quale svoltare a sin per salire a prendere la cresta. Purtroppo i laghi, laghetti e pozze sono diversi e, salendo abbiamo tenuto buono il superiore dei due principali, ma in discesa, seguendo gli ometti, abbiam capito che è il primo, il lago dove svoltare (in un paio di foto cerco di esser più chiaro e nella traccia gps è da tener in conto il percorso di discesa, anche per la salita).
Salita faticosa ma facile alla cresta dove si trova (e si deve ricordare scendendo) un omettone con piantato accanto un lungo bastone. Inizialmente larga e senza un percorso obbligato, la cresta poi si affila e si impenna ma sempre con un accenno di sentierino, mai difficile che appena una volta si inoltra nel versante dx. Si passano due bastoni, in successione, piantati nella roccia e i resti di una baracca della grande guerra e si arriva all'anticima dove comincia ad esserci neve e ghiaccio ma sempre evitabili o su un versante o l'altro. In breve, attraverso una estetica crestina nevosa, evitabile su roccette, alla spianata della vetta dove si trovano i resti di un muraglione, una croce fin troppo semplice e abbondante filo spinato che impone attenzione sul dove sedersi. Ritorno dalla stessa via cercando di seguire gli ometti, dopo che si abbandona la cresta, che porteranno accanto al lago inferiore di Rosole.
Giornata che ha cominciato ad aprirsi solo verso mezzogiorno e salita nel vento freddo e con una nebbia che stazionava sopra i 3400m. In vetta ha cominciato ad aprirsi, calo del vento, sole e le cime intorno si sono mostrate una dopo l'altra. Tranne Gran Zebrù e Ortles che si sono negate.
Con Umberto.
Tourengänger:
danicomo

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Kommentare (36)