Monte Frerone, Cima Laione, Cornone di Blumone & dintorni
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Il Cornone di Blumone era rimasto tra i "sospesi" e visto che l'amico Vincenzo questa estate è a lavorare al Rifugio Tita Secchi, mi sembra l'occasione buona per farmi un bel giro e andare a trovarlo. Come spesso capita guardando una cartina, l'occhio cade anche su altre cime e quindi provo a cucirmi un giro su misura per provare a salirne altre ... cime che simbolicamente fanno quasi da corona al Lago della Vacca.
La partenza non potrebbe essere delle migliori, cielo azzurro e 10 gradi: ottimo!
Inizio ad avviarmi verso il Passo di Val Fredda e con lo sguardo provo a cercare le prime cime di oggi ... sarà quella o quell'altra? ... forse rimane dietro e non si vede? ... tutto ciò è molto bello ... questo senso di scoperta di un territorio che si svela man mano che cammini.
Poco prima di raggiungere il Passo di Val Fredda abbandono il sentiero per tagliare su dritto per pratoni e roccette direttamente in cima al Monte Cadino mentre per scendere seguo la traccia che rimane grosso modo sulla dorsale fino al Passo. Da qui imbocco il sentiero per il Frerone dato per "esperti" ma si tratta di superare solo due/tre punti attrezzati con catena lungo una cengia rocciosa. Superato questo breve tratto si prosegue su sentiero normale fino in vetta.
Dopo uno sguardo all'Adamello proseguo lungo la dorsale seguendo un sentiero che rimane sulla cresta che, in contrasto con il resto della montagna, si presente principalmente erbosa. Raggiungo il Passo del Frerone e inizio la risalita verso la Cima Terre Fredde su terreno libero. Dal basso si capisce chiaramente che le ultime barriere rocciose andranno passate sulla destra. Imbocco un cengia che taglia buona parte di questo versante affrontando un passaggio breve ma non banale (direi sul T5) che mi permette di proseguire e per ripidi prati e qualche blocco di roccia toccare la vetta (forse rimanendo più bassi ma con un giro più ampio si potrebbe trovare una via migliore di salita).
La discesa dal versante opposto è tutta un'altra storia, si può seguire la vecchia mulattiera (presumo di origine militare) oppure seguire degli ometti per scendere poco sotto la Cima Galliner che si può raggiungere in brevissimo. Fantastico il colpo d'occhio sul Lago della Vacca, il rifugio e l'incombente Cornone di Blumone anche se momentaneamente coperto da qualche nuvola.
Ora seguendo i bolli giallo-bianco si prosegue su bel terreno verso il Passo di Laione per poi iniziare la salita a Cima Laione che si raggiunge anche grazie ad una mulattiera "incastonata" in questo versante pietroso. Purtroppo qualche nuvola disturba il panorama e quindi la pausa si limita al necessario per recuperare qualche energia per affrontare il vero obiettivo della giornata: il Blumone.
Senza difficoltà in discesa si arriva al Passo del Blumone e qui i cartelli indicano la cima a 1:45 ... gulp!!! ... spero siano delle tempistiche sovrastimate, dopottutto sono solo 200 metri di dislivello ... va beh ... andiamo a vedere ...
Superato il primo bel tratto di salita con qualche punto in cui usare le mani, il sentiero scavalla una dorsale secondaria e prosegue a mezza costa, passando attraverso una pietraia e anche ad un paio di residui nevai per andare poi a prendere la cresta est. Da qui con un'arrampicata discontinua e molto piacevole si raggiunge la vetta ... uno sguardo all'orologio e ... sì, le tempistiche erano decisamente sovrastimate. Il cielo non è molto limpido ma per fortuna almeno il panorama a "breve termine" è visibile e consente di contemplare l'intorno con ammirazione.
Tornato al Passo imbocco il sentiero/mulattiera per il Rifugio, tratto che trovo molto scomodo ma probabilmente (anzi sicuramente) c'è anche un accumulo di stanchezza che mi fa percepire il tutto più faticosamente. Al rifugio pausa caffè e torta (molto rigeneranti) e poco distante trovo Vincenzo intento a lavorare per la sistemazione del sentiero. Quattro chiacchere e poi mi avvio sia perchè il giro è ancora discretamente lungo sia per non disturbarlo troppo visto che il suo "capo" e li con lui.
In poco arrivo al Passo della Vacca e da qui imbocco il sentiero 19 che taglia sotto la Cresta del Laione per arrivare nei pressi della Corna Bianca. Poco dopo trovo le indicazioni per il sentiero che passando dalla malga Casinetto dei Dossi mi riporta, in salita, al passo da cui sono transitato stamattina. Recupero qualche energia e mi inerpico lungo la salita breva ma semi-ravanosa per toccare il Monte Mattoni ... una delle "ambite" cime della zona ..:)).
Una volta in vetta provo a scendere dal versante opposto ... brutta idea ... l'inizio sembra invitante ma dopo la vegetazione è di quelle strappa-pelle e mi costringe ad un bel ravano, affrontato solo perchè il tratto era breve altrimenti sarebbe stato meglio ritornare da dove ero venuto. Atterrato nuovamente sul sentiero dell'andata lo seguo nuovamente fino alla macchina.
La partenza non potrebbe essere delle migliori, cielo azzurro e 10 gradi: ottimo!
Inizio ad avviarmi verso il Passo di Val Fredda e con lo sguardo provo a cercare le prime cime di oggi ... sarà quella o quell'altra? ... forse rimane dietro e non si vede? ... tutto ciò è molto bello ... questo senso di scoperta di un territorio che si svela man mano che cammini.
Poco prima di raggiungere il Passo di Val Fredda abbandono il sentiero per tagliare su dritto per pratoni e roccette direttamente in cima al Monte Cadino mentre per scendere seguo la traccia che rimane grosso modo sulla dorsale fino al Passo. Da qui imbocco il sentiero per il Frerone dato per "esperti" ma si tratta di superare solo due/tre punti attrezzati con catena lungo una cengia rocciosa. Superato questo breve tratto si prosegue su sentiero normale fino in vetta.
Dopo uno sguardo all'Adamello proseguo lungo la dorsale seguendo un sentiero che rimane sulla cresta che, in contrasto con il resto della montagna, si presente principalmente erbosa. Raggiungo il Passo del Frerone e inizio la risalita verso la Cima Terre Fredde su terreno libero. Dal basso si capisce chiaramente che le ultime barriere rocciose andranno passate sulla destra. Imbocco un cengia che taglia buona parte di questo versante affrontando un passaggio breve ma non banale (direi sul T5) che mi permette di proseguire e per ripidi prati e qualche blocco di roccia toccare la vetta (forse rimanendo più bassi ma con un giro più ampio si potrebbe trovare una via migliore di salita).
La discesa dal versante opposto è tutta un'altra storia, si può seguire la vecchia mulattiera (presumo di origine militare) oppure seguire degli ometti per scendere poco sotto la Cima Galliner che si può raggiungere in brevissimo. Fantastico il colpo d'occhio sul Lago della Vacca, il rifugio e l'incombente Cornone di Blumone anche se momentaneamente coperto da qualche nuvola.
Ora seguendo i bolli giallo-bianco si prosegue su bel terreno verso il Passo di Laione per poi iniziare la salita a Cima Laione che si raggiunge anche grazie ad una mulattiera "incastonata" in questo versante pietroso. Purtroppo qualche nuvola disturba il panorama e quindi la pausa si limita al necessario per recuperare qualche energia per affrontare il vero obiettivo della giornata: il Blumone.
Senza difficoltà in discesa si arriva al Passo del Blumone e qui i cartelli indicano la cima a 1:45 ... gulp!!! ... spero siano delle tempistiche sovrastimate, dopottutto sono solo 200 metri di dislivello ... va beh ... andiamo a vedere ...
Superato il primo bel tratto di salita con qualche punto in cui usare le mani, il sentiero scavalla una dorsale secondaria e prosegue a mezza costa, passando attraverso una pietraia e anche ad un paio di residui nevai per andare poi a prendere la cresta est. Da qui con un'arrampicata discontinua e molto piacevole si raggiunge la vetta ... uno sguardo all'orologio e ... sì, le tempistiche erano decisamente sovrastimate. Il cielo non è molto limpido ma per fortuna almeno il panorama a "breve termine" è visibile e consente di contemplare l'intorno con ammirazione.
Tornato al Passo imbocco il sentiero/mulattiera per il Rifugio, tratto che trovo molto scomodo ma probabilmente (anzi sicuramente) c'è anche un accumulo di stanchezza che mi fa percepire il tutto più faticosamente. Al rifugio pausa caffè e torta (molto rigeneranti) e poco distante trovo Vincenzo intento a lavorare per la sistemazione del sentiero. Quattro chiacchere e poi mi avvio sia perchè il giro è ancora discretamente lungo sia per non disturbarlo troppo visto che il suo "capo" e li con lui.
In poco arrivo al Passo della Vacca e da qui imbocco il sentiero 19 che taglia sotto la Cresta del Laione per arrivare nei pressi della Corna Bianca. Poco dopo trovo le indicazioni per il sentiero che passando dalla malga Casinetto dei Dossi mi riporta, in salita, al passo da cui sono transitato stamattina. Recupero qualche energia e mi inerpico lungo la salita breva ma semi-ravanosa per toccare il Monte Mattoni ... una delle "ambite" cime della zona ..:)).
Una volta in vetta provo a scendere dal versante opposto ... brutta idea ... l'inizio sembra invitante ma dopo la vegetazione è di quelle strappa-pelle e mi costringe ad un bel ravano, affrontato solo perchè il tratto era breve altrimenti sarebbe stato meglio ritornare da dove ero venuto. Atterrato nuovamente sul sentiero dell'andata lo seguo nuovamente fino alla macchina.
Tourengänger:
Andrea!

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Kommentare (8)