Testa del Rutor dal Rif.degli Angeli (Valgrisenche)
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Copio le gite dai ragazzi del ’99?! Ma non dovrebbero essere i giovani a prendere esempio dai “vecchi”? Da qualche mese comunque girava l’idea di questo itinerario, sono già stato in cima al Rutor dal versante di La Thuile ma salire dalla Valgrisenche è come salire un’altra montagna perché più del 90% dell’itinerario è diverso, e poi sono passati 12 anni.
In due saliamo a pernottare al Rifugio degli Angeli al Morion, per sentiero ben tracciato, portando con noi la normale dotazione alpinistica. Al pomeriggio individuiamo la prima parte della via di salita: si tratta di raggiungere per traversi un settore del ghiacciaio del Morion che, superato un crinale roccioso-detritico, salendo a sinistra ci guiderà verso il pendio-canale sottostante il Colle del Rutor. Vediamo la via con l’aiuto delle persone del rifugio che, è bene ricordarlo, si tratta di volontari che non hanno fini di lucro ma di sostegno all’Operazione Mato Grosso. La posizione de rifugio è molto panoramica ed essendo piuttosto in alto offre un panorama sia sulle cime della Valgrisanche sia sul Gran Paradiso e sui più lontani Grand Combin e Monte Rosa.
Decidiamo di partire la mattina seguente alle 5.30, facciamo 15 minuti di ritardo. La prima parte della salita è una successione di traversi su nevai e su piccoli crinali di roccia detritica intervallati da salite più decise sulla nostra sinistra, per neve o detriti. Le tracce nella neve lasciate la scorsa settimana sono abbastanza labili perché rimodellate dal calore e talvolta gli ometti scompaiono. Andiamo quindi un paio di volte a istinto salendo decisi a sinistra ed entrambe le volte facciamo bene, in un caso troviamo anche una traccia di sentiero.
Mettiamo quindi piede sul ghiacciaio del Morion, che sembra privo di crepacci. La mia socia di oggi è tentata dalla diretta lungo il pendio che sbuca nei pressi della cima, visibile in questo momento proprio sopra di noi, io sono più fifone per cui andiamo per la normale che fa un ampio giro in senso antiorario dove il pendio da salire è po' meno ripido.
Ricompare una traccia che attraversa il ghiacciaio in leggera salita fino a immettersi appunto nel pendio sotto il colle del Rutor. Lo saliamo direttamente su neve molle, con la pendenza che aumenta nella parte finale. Questo pendio mi sembra un pò più ripido di altre vie normali, per esempio quella del Breithorn, se ci fosse F+ l'avrei messo. Arrivati sul colle siamo in ritardo sulla nostra tempistica ma vediamo la cima vicina e la raggiungiamo su cresta di blocchi rocciosi con tracce di sentiero.
Sull'altro versante il ghiacciaio del Rutor appare come una distesa di neve senza crepacci aperti e con una pista marcata. Sono le 9.30 e il tempo è magnifico. In totale abbiamo incontrato 4 persone, tutte sulla cresta e nessuna salita dal rifugio degli Angeli.
Ci concediamo soltanto pochi minuti di sosta, poi la prima parte della discesa dal colle la facciamo su sfasciumi a lato del nevaio, in seguito ritroviamo la neve. I primi 50 metri li scendiamo faccia a monte piantando le punte di piccozza e ramponi, un esercizio che mi semplifica molto le cose. So che gli alpinisti sorrideranno ma la mia gita-base è il sentiero/tracce di sentiero.
Attraversiamo una zona fortunatamente ridotta dove scaricano detriti, un sasso ci rotola vicino ma è sotto controllo.
Ancora un po' di passi stanchi su detriti e neve, su quest'ultima seguendo rigorosamente le nostre tracce, e siamo al rifugio a mezzogiorno. Il cielo comincia a rannuvolarsi, ma il Sole prevarrà fino a metà pomeriggio.
Nel ritorno in auto ci fermiamo ad una buona gelateria di Nus dove festeggiamo due cime: il nostro Rutor e l'importante montagna scalata nelle stesse ore dal compagno della mia socia di oggi.

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