Rocciamelone
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Quasi ogni anno qualche hikriano sale questa montagna, quest'anno comincio io. Voglio raggiungere questa cima prima di tutto perché è alta e poi perché consente un buon allenamento senza troppi patemi data la facilità dell'ascensione.
Immagino che il percorso sia noto a molti, comunque parto dal parcheggio sotto il rifugio La Riposa. Arrivo alle 8.30 e lo trovo già quasi pieno. Incontrerò infatti molte persone valsusine e torinesi che stanno scendendo perché sono salite sulla cima a vedere l'alba.
Fino al rifugio Cà d'Asti la salita si svolge su prati, in ambiente aperto, solatio e panoramico, su comodo sentiero con troppe scorciatoie. Il rifugio Cà d'Asti lo trovo chiuso, non avevo controllato, mai dare niente per scontato, aprirà l'1 luglio.
Dopo il rifugio l'ambiente è roccioso - detritico, percorso da un buon sentierino che sale sul pendio della spalla della montagna (la Crocetta) prima con un lungo traverso e poi con ampie curve. Circa a quota 3170 c'è una struttura metallica: è una stazione di monitoraggio dei movimenti del terreno. Arrivando qui mi sembra di vedere la sagoma di un selvatico stagliarsi contro il cielo: non può essere, ci sono degli umani a pochi metri. Ancora mi stupisco eppure dovrei saperlo che gli stambecchi danno una certa confidenza all'uomo.
Sono trascorse 3 ore esatte dalla partenza quando arrivo alla Crocetta. Sapete che non sono un fulmine, comunque voglio finire la salita entro 4 ore. La piramide sommitale mi ricorda quella di ... Cheope, in ogni caso si sale con rampe successive facilitate da corde di canapa che oggi mi sembrano in ottime condizioni. Secondo me sono utili soprattutto in discesa, quando consentono di scendere con gran comodità, e naturalmente quando la roccia è bagnata, ma data l'alta frequentazione della montagna possono essere utili in varie occasioni.
Alle 12.30, dopo 3 ore e 45 arrivo sulla cima. Mi fermo solo 15 minuti, la giornata non è perfetta, dalle 11 ci sono molte nuvole in giro ma per ora il Rocciamelone sembra un'isola felice di Sole. Intanto si vedono bene le montagne tra le valli di Lanzo e la Savoia, che conosco poco.
Il pasto principale me lo concedo alle 14 davanti al rifugio Cà d'Asti, la merenda presso i gentili gestori del rifugio La Riposa.
Anche la storia di Bonifacio Rotario d'Asti che salì il Rocciamelone nel 1358 immagino sia conosciuta da molti ... o no? Io avevo sempre letto che questo Bonifacio aveva salito la montagna per adempiere un voto fatto quando era prigioniero dei Turchi: l'avrebbe scalata qualora avesse riacquistato la libertà. Recentemente lo scrittore Enrico Camanni ha proposto un'altra versione, che a sembra più plausibile. Bonifacio, il cui vero cognome era Roero, in guerra contro i Turchi non c'è mai andato, di professione faceva il mercante tra Asti e le Fiandre e per "liberazione" si intende quella della sua città dalla signoria dei detestati Visconti di Milano.
Immagino che il percorso sia noto a molti, comunque parto dal parcheggio sotto il rifugio La Riposa. Arrivo alle 8.30 e lo trovo già quasi pieno. Incontrerò infatti molte persone valsusine e torinesi che stanno scendendo perché sono salite sulla cima a vedere l'alba.
Fino al rifugio Cà d'Asti la salita si svolge su prati, in ambiente aperto, solatio e panoramico, su comodo sentiero con troppe scorciatoie. Il rifugio Cà d'Asti lo trovo chiuso, non avevo controllato, mai dare niente per scontato, aprirà l'1 luglio.
Dopo il rifugio l'ambiente è roccioso - detritico, percorso da un buon sentierino che sale sul pendio della spalla della montagna (la Crocetta) prima con un lungo traverso e poi con ampie curve. Circa a quota 3170 c'è una struttura metallica: è una stazione di monitoraggio dei movimenti del terreno. Arrivando qui mi sembra di vedere la sagoma di un selvatico stagliarsi contro il cielo: non può essere, ci sono degli umani a pochi metri. Ancora mi stupisco eppure dovrei saperlo che gli stambecchi danno una certa confidenza all'uomo.
Sono trascorse 3 ore esatte dalla partenza quando arrivo alla Crocetta. Sapete che non sono un fulmine, comunque voglio finire la salita entro 4 ore. La piramide sommitale mi ricorda quella di ... Cheope, in ogni caso si sale con rampe successive facilitate da corde di canapa che oggi mi sembrano in ottime condizioni. Secondo me sono utili soprattutto in discesa, quando consentono di scendere con gran comodità, e naturalmente quando la roccia è bagnata, ma data l'alta frequentazione della montagna possono essere utili in varie occasioni.
Alle 12.30, dopo 3 ore e 45 arrivo sulla cima. Mi fermo solo 15 minuti, la giornata non è perfetta, dalle 11 ci sono molte nuvole in giro ma per ora il Rocciamelone sembra un'isola felice di Sole. Intanto si vedono bene le montagne tra le valli di Lanzo e la Savoia, che conosco poco.
Il pasto principale me lo concedo alle 14 davanti al rifugio Cà d'Asti, la merenda presso i gentili gestori del rifugio La Riposa.
Anche la storia di Bonifacio Rotario d'Asti che salì il Rocciamelone nel 1358 immagino sia conosciuta da molti ... o no? Io avevo sempre letto che questo Bonifacio aveva salito la montagna per adempiere un voto fatto quando era prigioniero dei Turchi: l'avrebbe scalata qualora avesse riacquistato la libertà. Recentemente lo scrittore Enrico Camanni ha proposto un'altra versione, che a sembra più plausibile. Bonifacio, il cui vero cognome era Roero, in guerra contro i Turchi non c'è mai andato, di professione faceva il mercante tra Asti e le Fiandre e per "liberazione" si intende quella della sua città dalla signoria dei detestati Visconti di Milano.
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andrea62

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