Per oggi la Cima d'Asta mi basta... 2847 mt.
|
||||||||||||||||||||||||||
Menek:
Quante volte Alex Amadeus mi ha invitato a visitare la Catena del Lagorai, sarà almeno un anno che mi pungola, ora il momento giusto è arrivato, grazie ad una 2 gg da lui organizzata con la sua dolce metà pirene proprio al Lagorai.
La sveglia suona alle 3 e noi facciamo colazione quando un tot di gente si sta facendo ancora una rinfrescante birretta, partenza alle ore 4:15 e arrivo alla Malga Sorgazza dopo due ore di viaggio con traffico ovviamente scarso. Ore 7 si parte zaino in spalla, la temperatura è abbastanza gradevole.
Il primo tratto di percorso avviene su strada sterrata, per nulla ripida, buono per riscaldare i muscoli, poi arrivati alla Teleferica Brusà seguiamo sempre il sentiero 237, che pian piano ci fa prendere quota, sino a sbucare nel grande vallone dove la Cima d’Asta si mostra là in fondo in tutto il suo splendore.
In prossimità delle cascata il sentiero comincia ad impennarsi restando sul lato sinistro della valle, zigzagando, si guadagna una prima balza semi-rocciosa dove perfettamente al centro della balza stessa la cascata comincia il suo salto. A quota 2150 metri circa, in prossimità di un masso, una bassa palina fa biforcare il sentiero, a destra si rimane sulla “via normale” (N°327) mentre a sinistra il sentiero 372b (segnalato per esperti) risale le Laste di Cima d’Asta, che poi altro non sono che belle placche di granito dove al massimo si prosegue gattonando senza problemi visto il grande attrito.
Superata la placca sbuchiamo su una bella traccia che porta verso il Lago, e poi su sul soprastante Rifugio, ma, visto la possibilità di fare una seconda placconata, più ripida, che sbuca direttamente in braccio al Rifugio, non ci facciamo scappare l’occasione e puntiamo dritti laddove Alex&Irene ci aspettano come da accordi. Proprio mentre ci accingiamo a fare la prima parte di placca sentiamo una coppia che ci avvisa, sorridendo, che quella che stiamo facendo è la via di salita della gara di Trail che ci sarà il giorno dopo, noi sempre sorridendo, rispondiamo che se riescono a passarci loro possiamo passarci anche noi…
Ora siamo al Rifugio Brentari (2h20), ci togliamo gli zaini dalle spalle e “diamo una voce” ai nostri amici… ma dove sono??? Dopo un girovagare intorno al rifugio stesso vedo Irene che ci aspetta sul sentiero sottostante, laddove termina la prima placca. Volevano darci simpaticamente il “benvenuto” ma la sorpresa l’abbiamo fatta noi a loro. Ciao ragazzi!
Dopo questi 1000 mt di dislivello ovviamente ci prendiamo una breve pausa per dissetarci e per mangiare qualche zucchero di facile assorbimento, poi, dopo una generosa spalmata di crema solare riprendiamo la salita in una zona ora totalmente rocciosa che ci porta verso La Forzeleta.
Già dalla Forzeleta il panorama si fa grandioso, soprattutto verso Nord, e nonostante una leggera foschia le Dolomiti si presentano in tutta la loro rara bellezza. Giusto il tempo di bere un sorso d’acqua e si riparte, perdendo quota verso una bella vallata, la semplice via attrezzata ci deposita su una bella ganna che va attraversata in diagonale dove si giunge nei pressi di un trivio. Qua parte l’ultimo strappo per la Cima d’Asta.
Nonostante la quota il caldo si fa sentire, allenta le gambe, anche se un po d’aria fresca ogni tanto ci sollazza, ma il “muro” di pietre che ci separa dalla cima va fatto tutto in un fiato sino al suo termine. Qualche breve passaggio di I° da il quid a questa bella salita. 3h40.
Dalla vetta la vista a 360° è spettacolare: Sasso Lungo, Sasso Piatto, Piz Boè, Pale di S. Martino… giusto per citare qualche cima, con cotanta bellezza intorno la fame passa in secondo piano. Ma lo stomaco comunque chiama.
Sarebbe bello restare ancora un po in questo paradiso ma purtroppo il ritorno è lungo, come è lungo il viaggio verso casa, un ultimo sguardo verso l’infinito e poi giù sino al trivio e al traverso su ganna, la ripida risalita nella zona attrezzata è al limite dello spacca gambe. Ora siamo di nuovo al rifugio e una sana birra non ce la toglie nessuno, come nessuno toglie dalla bocca di Alex un piatto di Amatriciana di dimensioni ciclopiche.
Tranquilla è la discesa verso l’auto e fresca è la birra bevuta alla Malga Val Malene con gli amici Amadeus e pirene… Anche questa cima è già messa nell’angolo dei bei ricordi.
Nota 1): Bellissimo giro in una zona che merita, non ci sono dubbi, mi aspettavo molto da questo giro e sono stato largamente premiato. Visuale fantastica dalla Cima d’Asta. Difficoltà: T2(E) o T3(EE+I°) per le placche sino al Rifugio, T3 (EE+I°) dalla Forzeleta alla Cima d’Asta.
Nota 2): Cose a caso & chi se ne frega!
Spinoza 1: La Cassazione: Totò Riina ha diritto a una morte dignitosa. Quindi niente intervista con Barbara D’Urso.
Spinoza 2): Berlusconi potrebbe candidare Galliani al senato. Continuerà a occuparsi della campagna acquisti.
Spinoza 3): Post Champion’s League: Lapo Elkann ha osservato attentamente la “partita”. Come sempre prima l’ha assaggiata!
A la prochaine! Menek
Amaseus
Che dire, ha detto tutto il Menek, anzi ha scritto col suo bello e simpatico fluire; condividiamo tutto quello che ha descritto, quello che possiamo dire che la salita del venerdì da Malga Sorgazza al Rifugio Brentari fatta alle 16 è stato un tormento per il gran caldo afoso che ci ha accompagnato fino ai 2000 metri.
Ma il tutto è stato ripagato dal bellissimo percorso da Rifugio alla Forzeleta e di seguito, dopo la perdita di quota, fino alla cima di questa immensa parete granitica che è Cima d'Asta che avevo nel carniere da almeno tre anni, vedi : www.hikr.org/tour/post81443.html.
E poi da lassù, da lassù sembra di essere "in braccio a dio", da lassù sei nelle nuvole e puoi vedere il mondo intero ai tuoi piedi.
Buona montagna a tutti.
Kommentare (30)