Pizzo Bombögn
|
||||||||||||||||||||||||||||
Nella lista dei progetti ormai da tempo, oggi è arrivato il momento di salire il Pizzo Bombögn. Siamo io e Francesca: Monica sta viaggiando verso gli Stati Uniti, partiamo alle 7 mettendo in conto un bel po' di traffico visto che la giornata è festiva in Italia ma non in Svizzera. In effetti fino a Lugano Nord si va a rilento ma...si viaggia. Usciti a Bellinzona Sud però eccoci bloccati sul Piano di Magadino. Dopo un a ventina di minuti in cui ci troviamo praticamente fermi decido di attraversare la campagna su una stradina laterale e, alla cieca, portarmi verso Nord, a Gudo, da qui raggiungo Tenero dove riprendiamo il tratto di semi autostrada e la galleria Mappo - Morettina, abbiamo saltato il "tappo".
Raggiungiamo Ponte Brolla, poi da qui su per la Vallemaggia fino a Cevio dove decidiamo che, tardi per tardi, tanto vale fare una sosta per un caffè.
Ripartiamo e finalmente, alle 10,30 passate siamo a Campo Vallemaggia, vabbè oggi il dislivello è decisamente scarso, ma va bene così visto che nè io nè Francesca siamo in gran condizioni fisiche.
Parcheggio dinanzi alla cappella di Nostra Signora Addolorata e poi risaliamo la Via Crucis fino alla chiesa, da qui breve tratto di asfalto fino in cima alla salita dove si trova l'inizio del sentiero segnalato per Larecc.
Cominciamo a salire in un bel bosco e ben presto giungiamo a Corgian dove il sentiero svolta di quasi 180° e riprende a salire in una abetaia molto suggestiva.
Arriviamo alle baite di Larecc, il sentiero in un paio di punti è ingombro di alberi caduti e facciamo qualche acrobazia per superarli, vi sono innumerevoli zigzag, il panorama si apre sempre più: alle nostre spalle ed il Rosso di Ribia ci mostra il suo versante settentrionale ancora molto innevato, più lontani le Cime dell'Alpe Gelato e le montagne confinanti con l'Italia, anch'esse cariche di neve.
Su un grande larice vediamo un segnale giallo - rosso che indica l'iinizio del sentierino che con poca pendenza svolta di 180°, poco oltre ecco un ometto indicante la partenza del sentiero che sale, praticamente per la massima pendenza, verso la nostra cima.
Risaliamo il ripido pendio e presto siamo in vista del famoso muro e della croce di vetta. Costruito dagli internati polacchi durante la Seconda Guerra Mondiale con scopi non molto chiari. Si dice per evitare sconfinamenti da parte del bestiame ma la cosa appare un po' dubbia: i pendii sembrano decisamente troppo ripidi per i bovini ma del resto a delle capre un muro del genere non fa nè caldo nè freddo! Chissa?
Ad ogni buon conto montiamo sulla muraglia ed iniziamo la salita, i massi che la costituiscono hanno altezze e misure differenti per cui occorre prestare la massima attenzione, anche perchè di lato ci sono spesso un paio di metri di vuoto: non molti ma sufficenti a farsi male in caso di caduta. Francesca poco dopo decide di preoseguire sul sentiero a lato, io proseguo fino alla cesura costituita da un grosso masso, qui abbandono anch'io il muro e la raggiungo.
Inizia a piovigginare, ad una cinquantina di metri dalla vetta l'acqua diviene una leggera grandinata. Vabbè ormai siamo in cima. Indossiamo le giacche a vento, facciamo qualche foto, compilo il libro di vetta e poi decidiamo di scendere rapidamente.
Tornati al bivio di quota 1994 metri il tempo sembra migliorare un po'. Cerchiamo un angolo al contempo panoramico e riparato per la pausa pranzo. Troviamo posto sotto dei larici con gran vista sulla vallata, consumato il nostro pasto decidiamo di non scendere da dove siamo saliti stamane ma di fare un bel giro passando dall'Alpe Quadrella così da poter visitare poi anche Cimalmotto. Il cielo si sta aprendo, il sentiero ha un primo tratto iniziale con un paio di passaggi leggermente esposti ma assicurati con del cavo metallico, poi diviene un saliscendi che corre in un magnifico lariceto mantenendosi intorno alla quota di 1800 metri, passiamo per il Piano delle Volpi e per il Piano dei Pii, superiamo delle pietraie e arriviamo quindi a Quadrella di Fuori, una decina di baite, un'edicola votiva, una fontana, il cielo è praticamente sereno ed anche il Pizzo Bombögn è completamente sgombro da nubi.
Breve sosta e ripartiamo in direzione di Cimalmotto. Il sentiero attraversa altri bei boschi dove il silenzio è rotto solo dal canto degli uccelli, il percorso è sempre perfettamente segnalato. A Cavà riempiamo le borracce e ci avviamo in direzione di Cimalmotto che, come previsto, si rivela essere un bellissimo nucleo con diverse eccellenze architettoniche: case in legno, fienili caratterizzati dall'essere costruiti sopra "funghi" per proteggerli dai roditori ed una chiesa con una decorazione barocca di affreschi e statue decisamente sontuosa. Ci resta da percorre un chilometro di asfalto per raggiungere Campo Vallemaggia che da qui è già ben visibile. Anche Campo ha numerosi edifici, palazzi, chiese e cappelle degni di nota e merita una sosta per scoprirli.
Bella gita, a parte i pendii decisamente "in piedi" di difficoltà non ce ne sono, il percorso è perfettamente indicato ed i sentieri, a parte un paio di alberi caduti poco dopo Larecc, è ben mantenuto.
Percorrere il muro richiede un po' di attenzione ma le pietre sono comunque molto più salde di quelle dell'analogo manufatto della Cima di Sassello. Comunque a fianco corre un ottimo sentiero. Lungo il percorso di acqua se ne trova veramente poca. In caso di giornate con molto sole occorre tenerne conto.
Raggiungiamo Ponte Brolla, poi da qui su per la Vallemaggia fino a Cevio dove decidiamo che, tardi per tardi, tanto vale fare una sosta per un caffè.
Ripartiamo e finalmente, alle 10,30 passate siamo a Campo Vallemaggia, vabbè oggi il dislivello è decisamente scarso, ma va bene così visto che nè io nè Francesca siamo in gran condizioni fisiche.
Parcheggio dinanzi alla cappella di Nostra Signora Addolorata e poi risaliamo la Via Crucis fino alla chiesa, da qui breve tratto di asfalto fino in cima alla salita dove si trova l'inizio del sentiero segnalato per Larecc.
Cominciamo a salire in un bel bosco e ben presto giungiamo a Corgian dove il sentiero svolta di quasi 180° e riprende a salire in una abetaia molto suggestiva.
Arriviamo alle baite di Larecc, il sentiero in un paio di punti è ingombro di alberi caduti e facciamo qualche acrobazia per superarli, vi sono innumerevoli zigzag, il panorama si apre sempre più: alle nostre spalle ed il Rosso di Ribia ci mostra il suo versante settentrionale ancora molto innevato, più lontani le Cime dell'Alpe Gelato e le montagne confinanti con l'Italia, anch'esse cariche di neve.
Su un grande larice vediamo un segnale giallo - rosso che indica l'iinizio del sentierino che con poca pendenza svolta di 180°, poco oltre ecco un ometto indicante la partenza del sentiero che sale, praticamente per la massima pendenza, verso la nostra cima.
Risaliamo il ripido pendio e presto siamo in vista del famoso muro e della croce di vetta. Costruito dagli internati polacchi durante la Seconda Guerra Mondiale con scopi non molto chiari. Si dice per evitare sconfinamenti da parte del bestiame ma la cosa appare un po' dubbia: i pendii sembrano decisamente troppo ripidi per i bovini ma del resto a delle capre un muro del genere non fa nè caldo nè freddo! Chissa?
Ad ogni buon conto montiamo sulla muraglia ed iniziamo la salita, i massi che la costituiscono hanno altezze e misure differenti per cui occorre prestare la massima attenzione, anche perchè di lato ci sono spesso un paio di metri di vuoto: non molti ma sufficenti a farsi male in caso di caduta. Francesca poco dopo decide di preoseguire sul sentiero a lato, io proseguo fino alla cesura costituita da un grosso masso, qui abbandono anch'io il muro e la raggiungo.
Inizia a piovigginare, ad una cinquantina di metri dalla vetta l'acqua diviene una leggera grandinata. Vabbè ormai siamo in cima. Indossiamo le giacche a vento, facciamo qualche foto, compilo il libro di vetta e poi decidiamo di scendere rapidamente.
Tornati al bivio di quota 1994 metri il tempo sembra migliorare un po'. Cerchiamo un angolo al contempo panoramico e riparato per la pausa pranzo. Troviamo posto sotto dei larici con gran vista sulla vallata, consumato il nostro pasto decidiamo di non scendere da dove siamo saliti stamane ma di fare un bel giro passando dall'Alpe Quadrella così da poter visitare poi anche Cimalmotto. Il cielo si sta aprendo, il sentiero ha un primo tratto iniziale con un paio di passaggi leggermente esposti ma assicurati con del cavo metallico, poi diviene un saliscendi che corre in un magnifico lariceto mantenendosi intorno alla quota di 1800 metri, passiamo per il Piano delle Volpi e per il Piano dei Pii, superiamo delle pietraie e arriviamo quindi a Quadrella di Fuori, una decina di baite, un'edicola votiva, una fontana, il cielo è praticamente sereno ed anche il Pizzo Bombögn è completamente sgombro da nubi.
Breve sosta e ripartiamo in direzione di Cimalmotto. Il sentiero attraversa altri bei boschi dove il silenzio è rotto solo dal canto degli uccelli, il percorso è sempre perfettamente segnalato. A Cavà riempiamo le borracce e ci avviamo in direzione di Cimalmotto che, come previsto, si rivela essere un bellissimo nucleo con diverse eccellenze architettoniche: case in legno, fienili caratterizzati dall'essere costruiti sopra "funghi" per proteggerli dai roditori ed una chiesa con una decorazione barocca di affreschi e statue decisamente sontuosa. Ci resta da percorre un chilometro di asfalto per raggiungere Campo Vallemaggia che da qui è già ben visibile. Anche Campo ha numerosi edifici, palazzi, chiese e cappelle degni di nota e merita una sosta per scoprirli.
Bella gita, a parte i pendii decisamente "in piedi" di difficoltà non ce ne sono, il percorso è perfettamente indicato ed i sentieri, a parte un paio di alberi caduti poco dopo Larecc, è ben mantenuto.
Percorrere il muro richiede un po' di attenzione ma le pietre sono comunque molto più salde di quelle dell'analogo manufatto della Cima di Sassello. Comunque a fianco corre un ottimo sentiero. Lungo il percorso di acqua se ne trova veramente poca. In caso di giornate con molto sole occorre tenerne conto.
Tourengänger:
paoloski
Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (2)