Gran Paradiso (4061 m) da Pont-Valsavarenche
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...Lettere dal Cielo in Paradiso...
Sarà la prima Cima con una speciale new entry nella mi sfera, e che cima!
Dopo una giornata ad arrampicare come una lucertola su una placca a Varenna e lui tutto il giorno ad un addio al celibato, partiamo alle 2 di notte dalla Brianza per raggiungere Pont in Valsavarenche alle 5 del mattino.
A Pont parcheggiamo l'auto (free parking) e, attraversato il torrente, svoltiamo a destra costeggiandolo lungo il sentiero n.1. La luce dell'alba è sufficiente per mostrarci la via che, dopo qualche centinaia di metri, si addentra nel bosco e sale ad ampi zig zag. Il sentiero si apre poi mostrandoci le cime della vallata (Ciarforon, Becca di Montchair) e le alte cascate. Il sentiero è ampio e si può optare per le molteplici scorciatoie che salgono ripide il pendio.
Qualche passo nella neve per raggiungere il Rifugio Vittorio Emanuele II, dove ci rifocilliamo ed io scambio le mie amate speedcross con gli scomodi scarponi. La temperatura è ottimale, non c'è freddo ma tantomeno caldo...fino ad ora. Al Rifugio tutti ancora dormono (sono le 7) o sono già partiti.
Seguiamo le indicazioni per il Gran Paradiso passando dietro il rifugio. La neve è perfetta, ghiacciata al punto giusto da non richiedere i ramponi. Lo scambio scarpette-scarponi mi solleva dal peso dello zaino! Arriviamo nel vallone che precede la prima vera salita, sulla nostra destra. Ai lati del vallone rocce rossastre, levigate del ghiacciaio, che pian piano ci sta lasciando. Davanti a noi notiamo qualche sci alpinista.
Risalito il ripido pendio, riprendo un po' di fiato sul tratto poco pendente prima di affrontare un'altra ancor più ripida salita fino a giungere alla Schiena d'asino. Da qui già posso vedere la cima ma mi affascina lo sperone di roccia di fronte a me. Il sole comincia a scaldare come in pianura e non ci abbandonerà fino tardo pomeriggio. Notiamo già la coda di gente che sale con gli sci, per cui non ci soffermiamo molto ma riprendiamo il cammino fino il colle a qualche metro dalla bianca Madonnina.
Durante questa salita comincio a soffrire il caldo che mi provoca mal di testa e mi costringe a fermarmi ogni 10 passi per riprendermi dai giramenti. Pian piano arriviamo al colle, dove una diecina di scialpinisti si riposano al sole prima di scendere a valle. Ci siamo quasi...
Lasciamo i bastoncini sulla neve e ci avviciniamo alla cima, attendiamo che una cordata abbastanza impacciata passi prima di proseguire. Il passaggio su queste rocce non è impegnativo ma delicato per chi soffre d'esposizione, specialmente nel secondo tratto rivolto a est. In quest'ultima parte sono presenti uno cordino ed uno spit dove potersi assicurare, noi procediamo in conserva e raggiungiamo la vetta (fattibile anche senza corda con l'ausilio del solo cordino fisso, ramponi mai utilizzati).
Siamo soli, a 4061 m, ore 11.30. Ricerco, fra i molteplici souvenirs e pensieri degli escursionisti, appesi alla caratteristica Madonnina, qualcosa per me. Dalle spalle sento suggerire che non sto cercando nella direzione giusta, mi volto, e...
Gustata la pausa al colle, scendiamo seguendo la stessa via, questa volta sprofondando anche fino il bacino nella neve. Arriviamo alla macchina alle ore 16.
Una giornata spettacolare, forse troppo calda!
Una cima semplice ma che può regalare grandi soddisfazioni ed emozioni...
Sarà la prima Cima con una speciale new entry nella mi sfera, e che cima!
Dopo una giornata ad arrampicare come una lucertola su una placca a Varenna e lui tutto il giorno ad un addio al celibato, partiamo alle 2 di notte dalla Brianza per raggiungere Pont in Valsavarenche alle 5 del mattino.
A Pont parcheggiamo l'auto (free parking) e, attraversato il torrente, svoltiamo a destra costeggiandolo lungo il sentiero n.1. La luce dell'alba è sufficiente per mostrarci la via che, dopo qualche centinaia di metri, si addentra nel bosco e sale ad ampi zig zag. Il sentiero si apre poi mostrandoci le cime della vallata (Ciarforon, Becca di Montchair) e le alte cascate. Il sentiero è ampio e si può optare per le molteplici scorciatoie che salgono ripide il pendio.
Qualche passo nella neve per raggiungere il Rifugio Vittorio Emanuele II, dove ci rifocilliamo ed io scambio le mie amate speedcross con gli scomodi scarponi. La temperatura è ottimale, non c'è freddo ma tantomeno caldo...fino ad ora. Al Rifugio tutti ancora dormono (sono le 7) o sono già partiti.
Seguiamo le indicazioni per il Gran Paradiso passando dietro il rifugio. La neve è perfetta, ghiacciata al punto giusto da non richiedere i ramponi. Lo scambio scarpette-scarponi mi solleva dal peso dello zaino! Arriviamo nel vallone che precede la prima vera salita, sulla nostra destra. Ai lati del vallone rocce rossastre, levigate del ghiacciaio, che pian piano ci sta lasciando. Davanti a noi notiamo qualche sci alpinista.
Risalito il ripido pendio, riprendo un po' di fiato sul tratto poco pendente prima di affrontare un'altra ancor più ripida salita fino a giungere alla Schiena d'asino. Da qui già posso vedere la cima ma mi affascina lo sperone di roccia di fronte a me. Il sole comincia a scaldare come in pianura e non ci abbandonerà fino tardo pomeriggio. Notiamo già la coda di gente che sale con gli sci, per cui non ci soffermiamo molto ma riprendiamo il cammino fino il colle a qualche metro dalla bianca Madonnina.
Durante questa salita comincio a soffrire il caldo che mi provoca mal di testa e mi costringe a fermarmi ogni 10 passi per riprendermi dai giramenti. Pian piano arriviamo al colle, dove una diecina di scialpinisti si riposano al sole prima di scendere a valle. Ci siamo quasi...
Lasciamo i bastoncini sulla neve e ci avviciniamo alla cima, attendiamo che una cordata abbastanza impacciata passi prima di proseguire. Il passaggio su queste rocce non è impegnativo ma delicato per chi soffre d'esposizione, specialmente nel secondo tratto rivolto a est. In quest'ultima parte sono presenti uno cordino ed uno spit dove potersi assicurare, noi procediamo in conserva e raggiungiamo la vetta (fattibile anche senza corda con l'ausilio del solo cordino fisso, ramponi mai utilizzati).
Siamo soli, a 4061 m, ore 11.30. Ricerco, fra i molteplici souvenirs e pensieri degli escursionisti, appesi alla caratteristica Madonnina, qualcosa per me. Dalle spalle sento suggerire che non sto cercando nella direzione giusta, mi volto, e...
Gustata la pausa al colle, scendiamo seguendo la stessa via, questa volta sprofondando anche fino il bacino nella neve. Arriviamo alla macchina alle ore 16.
Una giornata spettacolare, forse troppo calda!
Una cima semplice ma che può regalare grandi soddisfazioni ed emozioni...
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martynred

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