ivanbutti Lo scorso mese, quando in discesa dalla Cima di Negros avevo conosciuto i confederati del sito www.pumalumin.com, mi avevano parlato di un bel giro sopra Biasca. Oggi si presenta l'occasione per andarci; così poco dopo le 07.00 parto da Biasca ed imbocco la Via Santa Petronilla; in breve arrivo al ponte sul Ri' della Froda, ma prima di attraversarlo salgo 5 minuti per vedere il vecchio acquedotto di Biasca che proprio dal rio prendeva l'acqua, e tra l'altro ne approfitto per dissetarmi. Attraversato il ponte, posto tra 2 belle cascate, prendo deciso un sentiero largo, ma poco dopo realizzo che va verso S ed è troppo in piano per essere quello giusto; consulto la carta x sicurezza e, avuta conferma dell'errore, torno indietro e seguo, su sentiero meno largo ma comunque ben evidente, il corso del rio. Per chi ama viaggiare vicino ai corsi d'acqua il tratto fino a Cantoi è davvero stupendo, con continue cascate in un ambiente selvaggio; dopo Cantoi ci si allontana dalla valle principale, e qui a caratterizzare il percorso è l'attraversamento di numerose cenge a picco su Biasca; per fortuna sono tutte larghe per cui non vi è mai il minimo pericolo, ma x sicurezza meglio stare radenti alla roccia. In questo tratto vi sono anche numerosi scalini scavati nella roccia, allo scopo di agevolare il passaggio delle mucche per caricare i vari Alpi. Nel frattempo vengo raggiunto da un local di Biasca, espertissimo della zona; visto che saliamo allo stesso passo mi spiega il giro che vuole fare e mi dice se voglio seguirlo. Il suo tragitto è leggermente diverso da quello che avevo in mente, ma visto che più avanti la traccia potrebbe diventare più difficoltosa, accetto volentieri. Siamo in ombra, e meno male, perchè come sempre nei tratti in salita sudo abbondantemente, pur essendo in pantaloncini e canottiera; oltretutto non sono in grande forma ed arranco un pò per arrivare a Negressima (con l'accento sulla i, mi raccomando!), dove facciamo una bella sosta; poi via di nuovo per salire all'Alpe Tongia, ignorando il bivio segnato su un sasso che porta direttamente a Compiett; a Tongia pranziamo anche se è abbastanza presto. I luoghi sono poco frequentati ma davvero suggestivi e direi spettacolari per chi ama questa tipologia, meritano la faticata. Dopo pranzo si sale ancora fin oltre quota 1.900; qui lasciamo il sentiero che porterebbe verso il Lago di Froda, l'amico mi dice che probabilmente c'è ancora neve, e così noi scendiamo a Chierisgev, bell'alpeggio dove è presente anche un bel rifugio auto gestito e sempre aperto al pubblico, chi fossa interessato veda la foto sotto della chiave la cui toppa è piuttosto originale. Proseguiamo e arriviamo a Compiett, dove ero transitato qualche anno orsono, ma poco dopo, a Piansgera, lasciamo il sentiero principale e, all'altezza dela fontana che si trova proprio sul cammino, tagliamo a sx su traccia inizialmente flebile per puntare decisi al terrazzo di Nadro, ben visibile 200 metri più sotto; il sentiero si addentra nella valle con un lungo tornante e con qualche saliscendi si giunge al terrazzo. L'amico local in discesa è scatenato, mi sembra il Paolino, e pur considerandomi quanto meno discreto in discesa anche in tratti più ostici, fatico a tenere il suo passo. Facciamo una sosta merenda a Breda del Vent, cascina abbandonata rivolta sul fianco della Malvaglia e quindi molto soggetta al vento che scende dalla valle; poi picchiata su Biasca, sempre su sentiero più che evidente, assolutamente impossibile sbagliarsi; dopo una breve visita alla bella chiesa romanica di S. Pietro e Paolo e a quella assai più moderna di S. Carlo Borromeo arrivo all'auto, anche se prima di andarmene vado a vedere la cascata finale che il Ri della Froda forma accanto alla stazione di Biasca. Escursione che mi è piaciuta molto, adatta a chi ama luoghi poco frequentati, anche se sempre su sentiero. Da considerare che i bivi non sono segnati, quindi se non si ha la fortuna di trovare un esperto del posto come me occorre lavorare parecchio di cartina e Gps.
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