Cima dei Casaletti (2417 m)
|
||||||||||||||||||||
Da quanto ho letto, nei giorni scorsi c’è stato vento forte, soprattutto in alta quota, e la qualità della neve ne avrà probabilmente risentito. Poco male, basta cercare e di mete se ne trovano sempre, scelgo pertanto di evitare le zone di confine ed opto per una bella gita in Val Vigezzo, visto che questo week-end lo passerò su. Nella lista delle cime ancora da fare c’è la semi-sconosciuta Casaletti, spalla rocciosa della ben più famosa Pioda di Crana quindi, tirando le somme: montagna poco nota, ambiente solitario, posto nuovo… bene, deciso. Si parte!
Imboccato il sentiero che da Arvogno scende ad attraversare il Melezzo, noto che già alla partenza di peste non ce ne sono per cui mi faccio in breve un’idea su che giro sarà. Comunque neve ce n’è davvero poca almeno fino all’Alpe Campo, dove calzo le racchette e mi fermo ad osservare gli scoiattoli correre sulla neve. Appena fuori dal bosco raggiungo una splendida radura dove la vista si apre frontalmente verso la dorsale Casaletti-Crana e, a destra, sulle affascinanti guglie di Scheggia e Campelli. La meta prefissata è difficilmente identificabile da questo versante, bisogna tenere come riferimento un poco marcato canalino che porta ad una selletta appena ad ovest della cima. Raggiungo il pianoro alla base del pendio ed in vista del Passo Campeia: ne comincio pazientemente la risalita fin poco sotto la cresta dove preferisco cambiare assetto e munirmi di picca e ramponi per effettuare l’ultimo ripido traverso e la breve crestina fino alla vetta, orlata da un’ampia cornice. Il panorama è davvero splendido, su tutte le cime all’orizzonte troneggiano il Rosa ed i 4000 del Vallese, sempre bello il Leone e notevole il pendio affrontato, con visibile tutta la salita fatta da Arvogno. Discesa fatta con prudenza su neve smollata in superficie che, per una decina di metri, mi costringe a scendere faccia a monte, poi più facile fino alla base del versante ripido, dove mi concedo una bella pausa. Di ritorno al bivio per Campo, poco sopra l’Alpe Riola, decido di percorrere l’anello fino a Coier passando per Anfirn e Cortino; ma una volta raggiunto il bivio successivo, quello per il Rifugio Regi, come posso non lasciarmi tentare dal desiderio di raggiungerlo? E’ ancora presto, la giornata splendida e la temperatura perfetta, tre quarti d’ora di salita in più cosa saranno mai! Salgo quindi al rifugio (chiuso), posizionato in un anfiteatro davvero spettacolare; ero già passato di qui a metà settembre scorso, durante la salita al Pizzo la Scheggia ed ero rimasto impressionato dalla bellezza dell’ambiente ove è ubicata questa piccola costruzione tipica delle montagne ossolane. L’occasione ora è perfetta per una lunga pausa con pranzo e pennichella prima della discesa con gli ultimi 150 m di risalita fino al punto di partenza. Bella gita e nessun essere umano avvistato in zona, quando senti la montagna solo per te è sempre speciale!
Kommentare (3)