Ronco Molinasco e Foldone ...
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Domenica al suono della sveglia la pigrizia prende il sopravvento e rimaniamo a letto: un vero peccato … la giornata era stupenda!
Oggi non è un gran che, ma nemmeno le previsioni per i prossimi giorni, quindi si va comunque. Meta i minuscoli borghi e le cascine di San Pellegrino, adagiati sotto le pendici del Monte Foldone.
Certo, meriterebbero di essere visti in una bella giornata di maggio oppure in autunno, ma intanto diamogli un occhiata, poi si può sempre tornare.
Parcheggiamo nella piccola piazzetta di Alino e c’incamminiamo sulla strada per Cà Boffelli. Al secondo tornante l’abbandoniamo e prendiamo il sentiero non segnato che ci riporta più sopra ancora sulla strada. L’attraversiamo e qui prendiamo la vecchia mulattiera, ora segnata, che ci porta a Cà Boffelli. Proseguiamo a destra sulla strada per Molinasco, poi abbandoniamo anche questa e per sentiero segnato raggiungiamo in una bella radura la Baita degli Alpini e successivamente la cima del Monte Molinasco dove, esauriti i tralicci, hanno pensato bene di costruire una croce “stilizzata” (se Cristo non fosse risorto, a vederla si rivolterebbe nella tomba). Una semplice, sobria, piccola croce di legno non poteva bastare?
Scendiamo poi da un sentierino indicato da una freccia rossa e raggiungiamo un colletto dove arriva la strada che abbiamo lasciato in precedenza. Da qui eravamo già passati in un’altra escursione per scendere a Cornalita, dopo essere saliti al Corno Grande lungo il sentiero “Passo di Lumaca”.
Seguendo a sinistra l’indicazione per il Foldone, proseguiamo superando una bella cascina. Poi c’inoltriamo nella faggeta, fino a raggiungere nei pressi di un capanno di caccia il bivio di quota 1408. Volgendo a sinistra raggiungiamo in breve la Casera Foldone, dove facciamo sosta banana, poi l’omonima cima.
Scesi ed usciti dal boschetto che la ricopre, superiamo sulla destra una stalla e scendiamo attraverso una radura circondata dagli abeti in direzione della Casera Aral, lungo una traccia della quale ho scoperto l’esistenza grazie a questa relazione di irgi99.
Una volta raggiunta la Casera, cerchiamo il sentiero o la traccia che dovrebbe scendere direttamente a Palazzo, ma non lo troviamo, quindi prendiamo quello visibile sulla sinistra che in breve ci riporta sul percorso dell’andata.
Poco dopo, essendo mia intenzione spaziare per le cascine, risaliamo un sentiero che si stacca sulla destra in direzione di queste, verso un colle con TRE capanni, fortunatamente oggi inattivi. Da questi troviamo un sentiero che scende alle cascine.
Dopo una prima stalla appena fuori dal bosco raggiungiamo Palazzo e subito dietro Piazzanelli: è l’ora di pranzo e qui facciamo sosta.
Riprendiamo il cammino per Cà Boffelli, ma poco dopo abbandoniamo il sentiero e per prati scendiamo a far visita al piccolo borgo di Vettarola, poi, su strada, raggiungiamo Cà Boffelli. Infine lungo la mulattiera percorsa nell’andata torniamo ad Alino.
Da rifare sicuramente in un’altra stagione e con una bella giornata.


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