Punta del Beth (Bric del Mezzogiorno)
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Oggi ci trasferiamo in Val Troncea (Pragelato), una laterale della Val Chisone a pochi chilometri dal Sestriere. Questa valletta offre vari percorsi scialpinistici ma che rimangono un po' "penalizzati" dal dover percorrere la pista da fondo lungo il fondovalle (a parte la prima gita della valle).
Noi scegliamo la Punta del Beth, che si colloca più o meno a metà valle, cima che non tocca i 3000 per pochissimi metri.
Ci avviamo quindi lungo la pista, per fortuna in leggera salita che ci permetterà di spingere poco durante il rientro. Raggiungiamo il Rifugio Troncea (aperto), seguendo le ben chiare indicazioni (è segnalato anche un percorso per le ciaspole) da dove possiamo dire che inizi la vera e propria salita alla vetta.
Infatti abbandonata la strada pistata ci inoltriamo nei pendii, ideali per lo sci, alle spalle del rifugio. Il vento dei giorni scorsi ha fatto disastri alla neve quasi ovunque e anche questa zona non è stata risparmiata dal "flagello dello scialpinista" ma tutto sommato le condizioni non sono neanche così disastrose. Si alternano zone lisce e dure, zone di accumulo dove si traccia come su neve nuova e zone con sastrugi più o meno alti.
La salita risulta comunque piacevole per l'ambiente, la solitudine (per il momento) e per la stupenda giornata con temperature fredde ma "gestibili".
Verso quota 2500 montiamo i rampanti per la neve molto dura e affrontiamo i successivi pendii con numerosi zig-zag. Faticosamente arriviamo in vetta, quasi in contemporanea con due ciaspolatori con cui abbiamo tempo di scambiare due parole nell'attesa del terzo membro del nostro gruppetto.
Partiti per la discesa, cerchiamo di sfruttare il più possibile i "corridoi" con neve dura e ventata che permettono una sciata decente, passando dalle zone con i sastrugi il meno possibile, giusto per collegare tra di loro i corridoi sciabili. Affrontato anche qualche tratto con neve polverosa (quella riportata dal vento) ma anche un zona con neve crostosa raggiungiamo nuovamente il rifugio e poi giù per la strada battuta lungo la pista da fondo che a parte qualche brevissima risalitina, ci riporta al parcheggio abbastanza velocemente.
Bella gita e bella zona, poca gente alla partenza e molta durante il ritorno tra sciatori, ciaspolatori, fondisti e gente a "piede libero". Il rifugio aperto è una piacevole meta per chi cerca una gita tranquilla e sicura (magari allungando per un tratto oltre al rifugio) anche se per buona parte rimane all'ombra.
Poi non poteva mancare un panino al verde in un locale di Pragelato.
Noi scegliamo la Punta del Beth, che si colloca più o meno a metà valle, cima che non tocca i 3000 per pochissimi metri.
Ci avviamo quindi lungo la pista, per fortuna in leggera salita che ci permetterà di spingere poco durante il rientro. Raggiungiamo il Rifugio Troncea (aperto), seguendo le ben chiare indicazioni (è segnalato anche un percorso per le ciaspole) da dove possiamo dire che inizi la vera e propria salita alla vetta.
Infatti abbandonata la strada pistata ci inoltriamo nei pendii, ideali per lo sci, alle spalle del rifugio. Il vento dei giorni scorsi ha fatto disastri alla neve quasi ovunque e anche questa zona non è stata risparmiata dal "flagello dello scialpinista" ma tutto sommato le condizioni non sono neanche così disastrose. Si alternano zone lisce e dure, zone di accumulo dove si traccia come su neve nuova e zone con sastrugi più o meno alti.
La salita risulta comunque piacevole per l'ambiente, la solitudine (per il momento) e per la stupenda giornata con temperature fredde ma "gestibili".
Verso quota 2500 montiamo i rampanti per la neve molto dura e affrontiamo i successivi pendii con numerosi zig-zag. Faticosamente arriviamo in vetta, quasi in contemporanea con due ciaspolatori con cui abbiamo tempo di scambiare due parole nell'attesa del terzo membro del nostro gruppetto.
Partiti per la discesa, cerchiamo di sfruttare il più possibile i "corridoi" con neve dura e ventata che permettono una sciata decente, passando dalle zone con i sastrugi il meno possibile, giusto per collegare tra di loro i corridoi sciabili. Affrontato anche qualche tratto con neve polverosa (quella riportata dal vento) ma anche un zona con neve crostosa raggiungiamo nuovamente il rifugio e poi giù per la strada battuta lungo la pista da fondo che a parte qualche brevissima risalitina, ci riporta al parcheggio abbastanza velocemente.
Bella gita e bella zona, poca gente alla partenza e molta durante il ritorno tra sciatori, ciaspolatori, fondisti e gente a "piede libero". Il rifugio aperto è una piacevole meta per chi cerca una gita tranquilla e sicura (magari allungando per un tratto oltre al rifugio) anche se per buona parte rimane all'ombra.
Poi non poteva mancare un panino al verde in un locale di Pragelato.
Tourengänger:
Andrea!

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